Addio a Costantino Montesanto, il principe del Foro che “inventò” la colatura di Alici di Cetara
Man mano che passano gli anni il mondo in cui hai vissuto perde pezzi come il calcolatore Hal in 2001 Odissea nello Spazio. La morte dell’avvocato Costantino Montesanto mi restituisce questa sensazione in una delle mie solite notti insonni mentre invece di cercare di dormire mi rimetto al Pc per portarmi avanti con le cose da fare nella giornata.
Costantino Montesanto, scomparso il giorno della festa della Repubblica a 76 anni, è stato il primo in assoluto a capire la colatura di alici di Cetara e con il sindaco Secondo Squizzato ha mosso i primi passi per la valorizzazione di un liquido che sino al 1990 era solo lo scarto di una lavorazione che rientrava nelle case come cucina di recupero condendo gli spaghetti alla Vigilia di Natale quando non c’erano i soldi per i frutti di mare e per il sale. Se oggi questo liquido costa più dell’Aceto Tradizionale di Modena nelle sue migliori espressioni e se anche ad Oslo un ristorante italiano parla di alici di Cetara come quando si parla di Pizza di Napoli nel Mond,o lo si deve alla sua inesauribile passione per la gastronomia e per l’amore che lo ha legato al piccolo borgo di pescatori di alici e di tonno.
Potrebbe sembrare riduttivo ridurre alla colatura l’opera di uno dei più grandi civilisti che abbia lavorato nel distretto d’Appello di Salerno, assistente alla Federico II di Istituzioni di Diritto Romano di Antonio Guarino e, come ricorda Michelangelo Russo nel suo articolo pubblicato su Cronache, avvocato di Zeffirelli a Positano risolvendo brillantemente una causa per uso capione che ossessionava il grande regista.
Costantino, qua uso il nome per la familiarità che avevo con lui ma in realtà ci davamo del voi, è stato sostanzialmente un grande umanista di formazione classica, ha scritto, fra una carta bollata e l’altra, versi, studioso e amante della lingua napoletana. Insomma una personalità poliedrica che ho conosciuto prima come cronista giudiziario e poi attraverso Secondo Squizzato quando si cominciò a ragionare di colatura di alici che nel frattempo era entrata per la prima volta in un ristorantino aperto da due ragazzi, i due Gennaro, cucina e due tavoli: l’Aquapazza,
E’ appartenuto a quella generazione fantastica di avvocati di scuola napoletana capace di trasformare una memoria giuridica in un pezzo letterario con una padronanza della lingua oggi ormai sconosciuta e sepolta da uno strano slang anglo-social.italiano che segna il tramonto della biodiversità culturale così come i biotipi in estinzione quella ambientale. A volte penso che gli uffici marketing delle aziende per riprendersi dal ruolo caricaturale in cui sono precipitati per la maggior parte, dovrebbero tornare a studiare latino e greco, ma è un pensiero da anziano, me ne rendo conto.
Lui è sempre stato come lo vedete in queste foto: chiattunciello, con le bretelle, amante della buona tavola e delle storie che ogni prodotto poteva raccontare di un passato povero di soldi ma ricco di inventiva e di ingegno. E nelle prime riunioni della Confraternita degli Amici delle Alici ha avuto un ruolo fondamentale nel trasmettere questo prodotto a Slow Food tramite Vito Puglia e Sergio Galzigna. Era un’epoca in cui l’entusiasmo era alle stelle e la riscoperta del proprio patrimonio gastronomico dopo lo tsunami di prodotti industriali degli anni ’60 e ’70 iniziava a manifestare i suoi guasti profondi nelle allergie e nelle intolleranze delle nuove generazioni cresciute con conservanti, coloranti, grassi idrogenati all’epoca completamente fuori controllo.
Costantino era anche una maschera teatrale: ti guardava e se dicevi una cazzata sorrideva e ti correggeva con iperbole e riferimenti dotti.
Mi auguro che Cetara abbia la capacità di ricordarlo in modo adeguato ricambiando così quello che lui, in maniera assolutamente disinteressate, ha saputo dare alla comunità
Hai descritto in maniera sintetica, ma altamente comprensibile, a chi lo ha conosciuto, l’essenza di una persona, ed una personalità, per certi versi, unica ed irripetibile. Complimenti ! In certe occasioni, l’ovvietà e le frasi di circostanza, la fanno da padrone, ma tu sei riuscito a stare fuori da questi clichè.
“Costantino era anche una maschera teatrale: ti guardava e se dicevi una cazzata sorrideva e ti correggeva con iperbole e riferimenti dotti.”