Birra di Franconia? Spiegata e gustata all’Ottavo Nano di Atripalda


Ottavonano. Gianluca Polini e Alfonso Strianese ad inizio serata.

Ottavonano. Gianluca Polini e Alfonso Strianese ad inizio serata.

di Andrea Docimo

Una serata fredda ed umida da riscaldare con qualche birra, dei buoni amici con i quali discuterne ed un bell’evento cui presenziare con piacere.
Sono questi gli elementi che hanno contraddistinto la serata conviviale del 25 novembre 2015, organizzata da Gianluca Polini (publican de “L’Ottavonano” di Atripalda assieme a Yuri Di Rito) e dedicata al vivace panorama brassicolo della Franconia, regione che si estende nella parte settentrionale della Baviera.
Ospite d’onore della serata sarebbe dovuto essere Manuele Colonna, publican del “Ma Che Siete Venuti A Fa” di Roma (il quale avrebbe dovuto peraltro presentare il proprio libro dedicato alla regione tedesca) e purtroppo assente a causa di problemi personali.
E’ proprio in momenti come questi, però, che il buon capitano, quando non riesce ad essere in campo, sa lasciare spazio ad un giovane che scalpita.
Ecco dunque che all’ evento ha presenziato Alfonso Strianese, suo collaboratore fidato.

Ottavonano. Da sinistra Alfonso Strianese, Andrea Docimo e Gianluca Polini.

Ottavonano. Da sinistra Alfonso Strianese, Andrea Docimo e Gianluca Polini.

Presentato ad inizio serata dal publican “resident” Polini, Strianese è stato abile a passare velocemente in rassegna i tratti distintivi della Franconia e dei suoi stili di brassaggio, snocciolando anche qualche simpatico aneddoto relativo alle usanze tipiche della regione (es. quello di bussare sui tavoli in segno di saluto o quello di battere il boccale sugli stessi alla fine del brindisi).
La parola è poi passata a Gianluca Polini, il quale ha voluto porre un accento sull’importante ruolo rivestito in Italia da Manuele Colonna, perfetto interprete della moderna figura del publican. Secondo Polini, il publican ideale ha l’onere di fare da filtro (assaggiando e sperimentando in prima persona) tra l’offerta brassicola dei birrifici e gli avventori.
Questi ultimi, dopo un lavoro certosino a monte, si vedranno presentare al tavolo una carta di etichette ragionata fino all’ultimo dettaglio. E qui mi sbilancio: a tale compito lui, così come Colonna, assolve decisamente bene.
Si è così passati alle birre (presenti sei etichette), degustabili con varie formule: 6 assaggi da 20 cl al prezzo di 17€ o 3 assaggi, sempre da 20 cl, al costo di 9€.
In abbinamento, un menù ad hoc pensato per la serata ad 11€: tortano, riso venere con crema di noci e carciofi, maialino alle castagne e muffin al limone. Inoltre, aggiungendo soli 2€, era possibile acquistare il libro di Colonna, edito da Publigiovane Editore, il cui titolo “BIRRA IN FRANCONIA: Diario di viaggio alla riscoperta della tradizione brassicola francone” ne rivela il taglio esperienziale e descrittivo.
Soffermiamoci adesso sulle birre proposte.

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MONCHSAMBACHER (Export)

Ottavonano. La Export Monchsambacher.

Ottavonano. La Export Monchsambacher.

– Birra dal colore dorato (caratteristica che la accomuna alla maggior parte delle altre proposte), schiuma fine a maglie strette, poco persistente. Al naso toni agrumati e di acacia, mentre al palato carbonatazione avvolgente, sentori mielati, floreali e speziati.

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HUMMEL (Kellerbier)

Ottavonano. La Hummel (Kellerbier).

Ottavonano. La Hummel (Kellerbier).

– Birra aurea dal naso speziato, luppolato, che ricorda l’uva bianca. Scarica di corpo, scorre leggera, beverina, con una asprezza che ancora rimanda all’uva, con un retrogusto a valle leggermente amarognolo. Lasciata riscaldare, emergono le note di miele e nocciola.

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KNOBLACH (Lager)

Ottavonano. La Knoblach (Lager).

Ottavonano. La Knoblach (Lager).

– Anche qui un oro velato a livello cromatico, cappello di schiuma mediamente persistente. Profumi erbacei e dovuti ai luppoli. Buona la carbonatazione, entra e prosegue leggermente amara e termina con un tono mielato.

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WILL (Land)

Ottavonano. La Land Will.

Ottavonano. La Land Will.

– Colore ambrato, schiuma poco persistente. Al naso note erbacee, leggermente tostate e frutti rossi. Al palato è un’alternanza di toffee, miele ed orzo. Birra leggera e dolce, con un amaro leggero a fare da contrappeso. Carbonatazione accentuata.

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MEINEL-BRAU (Doppelbock)

Ottavonano. La Meinel-Brau (Doppelbock).

Ottavonano. La Meinel-Brau (Doppelbock).

– Birra oro pallido caratterizzata da una schiuma corposa e persistente. Al naso erbacea, si percepiscono i toni amarognolo e metallico che si paleseranno, evidenti, all’assaggio. Liquorosa.

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GAENSTALLER F.X.G. (Dark Smoked Marzen)

Ottavonano. La F.X.G. di Gaenstaller.

Ottavonano. La F.X.G. di Gaenstaller.

– Perfetto esempio di Rauchbier, la Franz-Xaver-Gaenstaller è risultata essere (anche a causa delle mie inclinazioni personali) la mia preferita tra le birre provate. Schiuma compatta e persistente, al naso un tripudio di affumicato che inebriava: a qualcuno ricordava la provola affumicata, ad altri (come me) il bacon … Al palato il gioco continuava, armonizzato da una base dolciastra, tuttavia non stucchevole. Bella.

Per quanto riguarda il menù proposto, il locale aveva già avuto modo di conquistare il mio palato in altre occasioni, ed anche stavolta ha rispettato le aspettative.

Ottavonano. Il tortano appetizer.

Ottavonano. Il tortano appetizer.

Buono il tortano iniziale con soli cicoli di maiale, perfetto appetizer per calmare i nostri appetiti.

Ottavonano. Riso venere con crema di noci e carciofi.

Ottavonano. Riso venere con crema di noci e carciofi.

Cremoso e saporito il risotto con crema di noci e carciofi.

Ottavonano. Il maialino alle castagne.

Ottavonano. Il maialino alle castagne.

Gustoso il maialino, sposato alle castagne, la cui cerimonia nuziale è stata una delle funzioni più belle alle quali io abbia mai assistito.

Ottavonano. Muffin al limone.

Ottavonano. Muffin al limone.

Perfettibile il muffin al limone e l’abbinamento alla F.X.G., ma la qualità della cena è stata comunque ben al di sopra della media.
Una serata davvero piacevole, e molto “amusing” è stato il momento in cui Strianese, coadiuvato da Polini, si è cimentato nella “apertura” di una delle botticelle (che pure hanno avuto l’onere di contenere le prime cinque birre esaminate) mediante martello, seguendo l’antica pratica della mescita “a cascata”.

Ottavonano. Alfonso Strianese e Gianluca Polini alle prese con botticella e martello.

Ottavonano. Alfonso Strianese e Gianluca Polini alle prese con botticella e martello.

Intermezzo bello e, devo dire, davvero divertente. Si è riso e si è scherzato in abbondanza, ma soprattutto si è bevuto (e mangiato) tanto e bene.
La speranza è quella di vedere, in un futuro prossimo, Colonna presente al locale, così da poter scambiare qualche chiacchiera sul suo libro, che sto leggendo e reputo molto coinvolgente.
Cosa occorre dire più in questi casi? …
“Prost!”

2 Commenti

  1. Mescita “a cascata”? E cos’è?
    Forse forse volevi dire “a caduta”…

  2. Gentile Angelo Jarrett, hai ragione :) Un errore sfuggitomi durante la revisione. La mescita è “a caduta” e non “a cascata”, in quanto sfrutta la gravità al posto dell’anidride carbonica usuale. Ti ringrazio della segnalazione.

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