Paestum Wine Fest – Masterclass sui Vini Estremi della Campania


Paestum Wine Fest Bottiglie Vini Estremi Campani

Paestum Wine Fest Bottiglie Vini Estremi Campani

di Enrico Malgi

Ennesima Masterclass effettuata nell’ambito della recente manifestazione Paestum Wine Fest. Stavolta la degustazione ha riguardato nove Vini Estremi della Campania splendidamente condotta da Antonella Amodio e Daniele Cernilli.

Capri Bianco Doc 2019. Azienda Agricola Scala Fenicia. Blend di Greco, Falanghina e Biancolella.

Colore affastellato da una lucente impronta giallo paglierino carico. Bouquet estremamente stimolante, che subito si apre al naso diffondendo i suoi magnifici e molteplici profumi. In prima linea si ritrovano così deliziose fragranze fruttate di pesca bianca, albicocca, pera, mela, susina bianca, melone bianco, cedro e cadenze esotiche. Spunti di fiori bianchi e sospiri vegetali contribuiscono poi ad elevare l’ottimo tasso olfattivo, insieme a frammenti speziati. In bocca penetra un sorso fresco, elegante, suadente, delicato, ammaliante, agrumato, arioso, iodato, minerale e sapido. Vino prettamente mediterraneo costellato da una discreta serbevolezza e che chiude poi su note decisamente appaganti.

Morrone Bianco Terre del Volturno Igt 2018. Michele Alois. Soltanto Pallagrello Bianco.

Alla vista si appalesa un conturbante colore giallo paglierino non troppo carico. Spettro aromatico depositario di un pot pourri di ottime fragranze che recitano bene la loro parte, a cominciare da gioiose credenziali fruttate di pesca gialla, agrumi, melone cantalupo, nespola e mandorle. In seguito si rilevano poi coriandoli di biancospino, ginestra, timo, salvia, camomilla, anice e zenzero. Sorso teso, succoso, saporito, sapido, morbido, nitido, aggraziato, equilibrato, affidabile ed incisivo. Gusto delizioso, vivace, arrotondato, armonico, raffinato e ben calibrato. Può durare integro ancora per alcuni anni. Pervasivo lo scatto finale.

Paestum Wine Fest Degusrazione Vini Estremi della Campania

Paestum Wine Fest Degusrazione Vini Estremi della Campania

Vigna del Lume Ischia Biancolella Doc 2021. Cantine Antonio Mazzella. Biancolella in purezza.

Splendente e vivido il colore giallo paglierino che si staglia nel bicchiere. Naso subito allertato da rilevanti costumanze di mandarino, pesca, mela renetta, pera williams, fico, cedro candito, frutto della passione, ginestra, gelsomino, acacia e muschio, unitamente a respiri di pietra focaia e gioiose connotazioni speziate. In bocca entra un sorso palpitante di sapori e di umori così fresco, tenero, giovane, carezzevole, seducente. avviluppante, leggiadro, soave, salmastro, glicerico, pulito, asciutto, aggraziato e succoso. Resisterà ancora per alcuni anni al tempo che avanza. Retroaroma impagabile.

Erminia Fiano di Avellino Docg 2004. Azienda Di Meo. Fiano al 100%.

Veste cromatica segnata da un solare, brillante e dorato colore. Da impazzire il sontuoso bouquet, dal quale di sprigionano eterei profumi di nocciola, pesca bianca, mela golden, agrumi, nespola, melone cantalupo, tiglio, citronella e parvenze speziate. E poi ancora captazioni idrocarburiche e leggermente affumicate. Approccio palatale pieno, avvolgente, grasso, elegante, raffinato, teso, sferzante, tensitivo, reattivo, scattante, solido, maturo e compatto. Cotè vibrante, materico, balsamico e bene strutturato. Sembra di descrivere un vino rosso invece che un bianco prettamente territoriale, ma questa è proprio la sensazione che si prova assaggiando un Fiano di Avellino immortale. Il fraseggio finale è di quelli che ti tolgono il respiro talmente è spettacolare.

Antonella Amodio

Antonella Amodio

Nireo Campania Rosso Igp 2019. Abbazia di Crapolla. Soltanto Pinot Nero.

Si tratta di un Pinot Nero insolito per la Campania, allevato a trecento metri sul livello del mare a Vico Equense e prodotto in appena duemila bottiglie.

Come da prassi la livrea è costellata da un chiaro e trasparente colore rosso rubino. Crogiolo depositario in primis di un’ampia scorta fruttata che si materializza in un pot pourri deliziosamente profumato di marasca, melagrana, mirtilli, lampone, fragolina e, soprattutto, dell’inconfondibile aroma varietale di ribes. Pregevoli umori di fiori rossi e gradevoli afflati vegetali e speziati vanno poi a completare tutto il quadro olfattivo. La ricettiva bocca accoglie un sorso fresco, agile, piacevole, verticale, morbido, vellutato, armonico, rotondo e sapido. Tannini ammansiti. Appeal fine, elegante, seducente, balsamico e raffinato. Allungo finale decisamente edonistico.

Daniele Cernilli e Antonella Amodio

Daniele Cernilli e Antonella Amodio

Terra del Padre Piedirosso Campi Flegrei Dop 2017. Cantine del Mare. Piedirosso al 100%.

Così come la precedente bottiglia di Pinot Nero, anche il Piedirosso campano esibisce ortodossamente un colore rubino poco concentrato e luminoso. Il variegato bouquet evoca una moltitudine di solidali nuances, con in testa pregevoli essenze di drupe della pianta e del sottobosco, seguite da accattivanti note floreali di geranio e di viola ed intersecate poi a gioiose costumanze di macchia mediterranea. In appresso risaltano anche umori speziati, sulfurei, empireumatici, fumé e terziari di ottimo livello olfattivo. In bocca arriva un sorso scorrevole, immediato, insinuante, placido, tagliente di freschezza, salmastro, morbido, elegante e bene equilibrato. Buona la serbevolezza. Slancio finale lungo e leggermente amarognolo.

Daniele Cernilli

Daniele Cernilli

E’ Iss Tintore Prephilloxera Rosso Campania Igt 2016. Tenuta San Francesco. Tintore in purezza.

Vivo, lucente ed intenso il colore rosso rubino che risalata nel bicchiere. Al naso si approccia un affascinante ventaglio di fragranze di una nutrita scorta di tanta buona frutta fresca rossa e nera, che si fonde insieme con svolazzi di violetta e di macchia mediterranea. Prorompenti poi gli aromi speziati e terziari di pepe nero, chiodi di garofano, liquirizia, cioccolato fondente, tabacco, carruba, incenso e ginepro.  In bocca arriva un sorso pieno, materico, corposo, centrato, temprato, vibrante e strutturato. Umori terrosi. Trama tannica aristocratica, slanciata e vellutata. Vivace e cristallina la freschezza. Nobile allure di un vino tipicamente territoriale, scattante, morbido, fine, sapido, equilibrato, e perfino elegante. Longevità a lunga scadenza. Interminabile, persistente e sensuale la chiusura, segnata da un incedere mozartiano.

Taurasi Riserva Docg 2011. Michele Perillo. Solo Aglianico ovviamente. Bicchiere tinto da un fulgido colore granato. Profilo aromatico netto ed intrigante, che va a stuzzicare le narici attraverso percezioni olfattive di ciliegia, prugna, mirtilli, ribes, more, viola mammola, spezie orientali e sontuose connotazioni terziarie. Di primo acchito il sorso si palesa caldo, profondo, centrato, austero, opulento, avvolgente, materico, maestoso, potente, complesso, corposo e strutturato, ma anche fresco, sapido, lineare, equilibrato, irradiante, sensuale, balsamico, cenerino, dinamico e perfino elegante. Trama tannica pregevole, avviata com’è sulla strada della remissione. Longevità tutta ancora da scoprire. Retroaroma persistente ed epicureo.

Cripto Spumante Bianco Metodo Classico Extra Brut Millesimato 2019 Asprinio di Aversa Dop. I Borboni. Soltanto Asprinio.

Nel calice si scorge un radioso colore giallo dorato. Il cappello di spuma è spesso e compatto. Il calibrato perlage dispiega le sue numerose, fitte, durature ed ascensionali bollicine con molta ostentazione. Avvincenti, persistenti e molteplici i profumi che salgono al naso, affastellati da umori fruttati di pesca bianca, mela verde, melone bianco, pera spadona, mango, avocado, effluvi del sottobosco, glicine, zagara, erbe aromatiche, burro fuso e biscotti appena sfornati. Sorso effervescente, rinfrescante, secco, citrino, divertente, giocoso, vivace, pimpante e glicerico. Palato orgogliosamente fine, elegante, cremoso, delizioso, intrigante ed ottimamente articolato. Fraseggio finale appagante.

 

4 Commenti

  1. Nel 2012 presso l enoteca di un caro amico che purtroppo non c’è più in compagnia di Roberto di Meo e di altri amici assaggiai le annate 2000 dei Fiano dedicati alla sorella Erminia e alla Mamma Alessandra provando delle emozioni palatali indescrivibili concludemmo col suo Taurasi Riserva 2003 annata caldissima ma si sa per i vini a vendemmia tardiva quali l aglianico questo fattore può essere nel tempo anche un surplus.

  2. Si è vero gentile sig. Alfredo i vini della famiglia Di Meo rappresentano proprio il prototipo di questo servizio dedicato ai vini estremi della Campania, perché il Fiano il Greco e il Taurasi sono spinti fini all’estremo per valutare la loro evoluzione temporale senza limiti. Il risultato finale dà ragione alla condotta aziendale, in quanto si tratta di vini assolutamente longevi che sfidano il tempo con grande successo.

  3. Carissimo Enrico come si dice dalle nostre parti :”si ghiuto nparaviso pe scagno “.Vini che emozionano e selezionano.Mi spiego.Non per tutti perché non tutti sanno apprezzarli e non a caso in questo caso è sceso in campo il decano delle degustazioni che quando è in forma ti prende per mano e piano piano ti conduce all’estremo piacere del bere lento piacevole e intelligente.Forse perché non presente a Paestum ma Giardini Arimei dei fratelli Muratori che si produce ad Ischia a base di Biancolella Forastera ed altri vitigni autoctoni dai nomi simpaticissimi come Coglionara avrebbe fatto sicuramente la sua bella figura visto anche il mistero che lo circonda perché poco si sa se non che è ottenuto da uve surmature raccolte negli impegnativi terrazzamenti dell’isola recuperati anche grazie all’impegno dell’enologo aziendale Francesco Jacono anch’esso ischitano e che casualmente sto godendo sul dolce Pasquale per eccellenza non più solo campano ma ormai nazionale che è la pastiera di grano unitamente (questa invece solo Cilentana)a quella di riso che quando l’addenti inevitabilmente ci scappa un largo sorriso perché riporta indietro nel tempo quando le nostre mamme sfornavano decine di “ruoti”tra dolci come sopra e salati come la “pizzapiena “.Buon lunedì dell’Angelo a tutti e sopratutto buona scampagnata a chi ha la fortuna di partecipare allo svuota cantina e,mi permetto di aggiungere,svuota dispensa, organizzato come ogni anno dal nostro amato Gran Capo.FRANCESCO

  4. Caro Francesco, come al solito le tue riflessioni risultano sempre azzeccate e competenti. Certo gli organizzatori potevano prendere in esame altre bottiglie, ma credo comunque che quelle selezionate siano state davvero ottime. Buona Pasquetta.

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