Paola De Conciliis: Cilento storie di vini e uomini lontani dalla politica


Panorama da Bosco frazione di S.Giovanni a Piro

Panorama da Bosco frazione di S.Giovanni a Piro

di Antonio Prinzo

Il Cilento. Poche persone attraversano questa terra in autunno, pochi turisti e qualche esploratore che non si accontenta di storie già conosciute, ma vuole scoprire un territorio per molti aspetti unico. Qui c’è il più grande
parco nazionale del nostro paese, che tra mille difficoltà protegge questa terra dalla voracità degli speculatori.

Come in tutto il Sud le infrastrutture sono carenti e spesso assenti, basti pensare allo stato delle strade interne, agli ospedali che chiudono e vengono ridimensionati.

Ma donne e uomini hanno sfidato le difficoltà e gli ostacoli creando un piccolo mondo di vignaioli, un’ ideale e mai realizzata strada del vino che percorre il Cilento da nord a sud. E’ anche il carattere di questa terra e dei suoi abitanti che non sviluppa una vera e propria rete, un consorzio o un associazione di produttori. Ma questa è una diversità che per molti versi rende intrigante questo territorio, invita alla scoperta, fuori dalle mappe e del tutto conosciuto.

Il Cilento da un’antica carta del ‘500

Il Cilento da un’antica carta del ‘500

Qui si coltivano e si producono soprattutto aglianico e fiano, uve che la fanno da padrone in tutta la Campania, crescono in un terreno argilloso e calcareo che non ha tracce vulcaniche, come invece in buona parte della regione. Ne escono vini meno minerali ma con più frutta, grande acidità e che respirano di mare e lo restituiscono nel bicchiere.

Vigne Azienda Agricola San Giovanni — Castellabate

Vigne Azienda Agricola San Giovanni — Castellabate

Alcune bottiglie di questa produzione si attestano in molte guide ai massimi livelli. La produzione complessiva supera di poco il milione di bottiglie, piccola cosa rispetto ai grandi numeri che si registrano altrove, ma grande cosa se si pensa che una buona metà prende la strada dell’alta ristorazionesoprattutto estera. E’ più facile trovare un Naima (vino di alta gamma della Viticoltori De Conciliis) sulle grandi tavole di New York o Tokio che non a Milano, Roma o Napoli.

Intervistiamo Paola de Conciliis che insieme al fratello Bruno, guida la Viticoltori de Conciliis capostipite della viticoltura cilentana.

Quali sono le radici della Vostra azienda?

L’azienda è nata come un sogno, per creare una base solida e restare nel Cilento, creare qualcosa di bello che rendesse felici noi e le altre persone. Il vino, che amiamo, è il miglior veicolo per questo e per comunicare il nostro territorio nel mondo. Non posso dimenticare mio padre Alessandro che gettò le basi di tutto questo, ancorando le nostre vite a questa terra.

Questo sogno si è realizzato?

I sogni sono sempre più grandi della realtà ma siamo a buon punto e nonostante le difficoltà lottiamo con tutte le nostre forze per affermarlo. Ogni giorno è fatto di rose e spine, ogni giorno guardo le mie vigne e sorrido ma poi mi chiedo come sarebbe più facile se ci fosse più luce sui nostri problemi e maggiore consapevolezza da parte di chi ci dovrebbe rappresentare.

La politica?

Si! Guarda al momento, non si gira indietro e non pensa al futuro. E’ come se fosse persa, senza ideali. Ti ascolta, ti parla, ma poi va per una strada che non è la nostra. Abbiano rinunciato, e non solo noi, a sperare in un progetto per il territorio, a un’idea del domani.

Ma ci siete voi, le altre aziende, gli uomini che qui vivono con consapevolezza. Non basta?

Deve bastare, lo facciamo bastare. Tante aziende sono coinvolte insieme a noi in una agricoltura sostenibile, noi siamo certificati biologici e la nostra ambizione è giungere a una nostra idea di biodinamico. Proteggere la natura non è solo poesia è anche produrre meglio, con qualità per chi lavora e chi consuma. E’ una scommessa che produrrà ricchezza, noi ci crediamo.

La vostra cantina accoglie visitatori?

Arrivano eccome che arrivano. Gruppi organizzati o semplici turisti e viaggiatori. E’ un momento importante perchè attorno al vino è cresciuto sempre di più un turismo enogastronomico che mischia la cultura del territorio e la cultura del cibo.

Cosa gli lasciate?

Non lo so di preciso, spero il segno del nostro lavoro e della nostra passione. Attorno al vino si scioglie tutto, dopo il primo assaggio si comincia a chiacchierare e si potrebe non finire mai

Cosa vi lasciano?

Molto. La conferma che il nostro lavoro è importante, amicizie e la certezza che con loro viaggeranno anche le nostre convinzioni e l’amore per questa terra.

Ascoltiamo dalla voce di Paola De Conciliis le novità che arrivano dalla sperimentazione, la scoperta dell’origine dell’aglianico, la sostenibilità di un turismo consapevole e i limiti del governo di questo territorio:

Tante le suggestioni da questo piccolo viaggio. Ci tornerò per continuare a capire cosa succede in questo Cilento che sulla cartina politica è Campania ma che in fondo resta luogo di lucani e greci, una terra che nel fiume Sele aveva un confine quasi invalicabile.

 

6 Commenti

  1. Sappiamo del suo scetticismo(onestamente fino ad ora fondato)sull’Aglianicone,ma un accenno a questo vitigno di nicchia accasato solo nel Cilento avrebbe ,se non altro,dato fiducia a quella decina ,e tra loro in prima fila i De Conciliis,di intrepidi vitIcoltori che che con questo si stanno cimentando.Con simpatia FM.

  2. Era il lontano 1999 partecipai al concorso come maitre l’hotel, Arma di Taggia presentai e esegui un filetto di bue su crosta di patate con carciofi,flamble al cognac,ci abbiano un naima che avevo portato dal cilento,vinsii il primo premio.sono di Matonti e sono residente in francia ma lavoro a Montecarlo,altre volte sono andato da de concilis per acquistare ed assaggiare in famiglia o con amici i suoi vini,bravi buon lavoro,a presto per un assaggio,saluti da un cilentano espatriato

  3. Caro Antonio siamo compaesani, io vivo a Laureana, tu sei espatriato e io rimpatriato:-) Grazie per la tua testimonianza e salutami la Cote d’Azur

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