Pastinaca di Capitagnano e cipolla di Bagno: arriva la tutela


Cipolla di Bagno – © Marco Del Comune

Cipolla di Bagno – © Marco Del Comune

di Marco Milano

Due nuovi Presìdi Slow Food in Abruzzo con la pastinaca di Capitignano e la cipolla di Bagno. L’associazione della chiocciola ha presentato ufficialmente a L’Aquila con un laboratorio di degustazione dedicato l’ingresso di due prodotti storici, che come sottolineato da Slow Food “hanno una ragion d’essere ancora più potente: le aree interne”. Un tubero e un bulbo che come spiegato dall’associazione in una nota provengono da “paesi e terre alte in cui la salvaguardia va ben oltre il prodotto in sé, rigenerando economie rurali minate dallo spopolamento e dalla conseguente perdita di biodiversità. Qui, recuperare le colture – hanno sottolineato da Slow Food – significa ripristinare terreni abbandonati ma anche restituire al futuro memorie contadine a rischio di totale dimenticanza”.

Il fondatore di Slow Food Carlo Petrini con l'economista Gaël Giraud

Il fondatore di Slow Food Carlo Petrini con l’economista Gaël Giraud

E sono queste le notizie che rappresentano come gli orti dei contadini e l’agricoltura locale, continuano ad essere, anche nel 2023, il fulcro del presente e del futuro, a tavola. Per quanto concerne la pastinaca di Capitignano, Slow Food ha spiegato che “c’è chi parla di archeologia orticola, sarebbe stato diffuso infatti in tutta Europa dai Romani, importandolo dalla Germania – continua Slow Food – A Capitignano, la pastinaca ha sviluppato nei secoli un ecotipo a sé, diverso dagli altri presenti sul mercato per il sapore dolce, il colore più tendente al giallo e la presenza di ramificazioni laterali”. E come spiegato da una giovane produttrice Noemi Commentucci “l’abbiamo fatta riassaggiare ai nostri compaesani perché tanti non ricordavano nemmeno che sapore avesse. Ma la memoria gustativa ha fatto la sua parte: molti di loro sono tornati bambini, richiamando gesti e sapori di famiglia”. Per quanto riguarda la cipolla di Bagno, invece, Slow Food, la descrive, come secondo Presìdio nella regione “dopo la cugina bianca piatta di Fara Filiorum Petri, nel Chietino.

Pastinaca di Capitignano – © Marco Del Comune

Pastinaca di Capitignano – © Marco Del Comune

Leggermente schiacciata, dalla buccia dorata – spiegano dall’associazione con la chiocciola – e la polpa compatta e bianca, quasi trasparente, la cipolla di Bagno ha un sapore dolcissimo tanto che un tempo veniva data ai bimbi come merenda, cotta sotto la brace, aperta e spolverata di zucchero”. E la produttrice Anna Ciccozzi interpellata dall’associazione nata per promuovere il diritto al piacere e a un cibo buono, pulito e giusto per tutti, ha spiegato che “la cipolla è da sempre una specialità rinomata nella zona: gli anziani produttori erano gelosi dei semi, li custodivano come un tesoro e li scambiavano solo tra di loro. Con il passare degli anni, insieme ai contadini più anziani stava scomparendo anche il prodotto. Oggi è importante tramandarlo con tutto il suo bagaglio di usi e memorie, perché sia ricchezza e opportunità per le nuove generazioni”. E a tavola per le due new entry si sta pensando per la cipolla a creme che “consentano di ovviare alla deperibilità del prodotto, più veloce rispetto ai bulbi convenzionali”, mentre per la pastinaca “sono già stati sperimentati i patè ottenuti dai fittoni, per ridurre al minimo lo spreco”. Il debutto dei due nuovi Presìdi è avvenuto l’altro giorno al palazzo dell’Emiciclo dell’Aquila, nell’ambito dell’apertura di “Cibaq – Cibi della tradizione aquilana”, la manifestazione dedicata a celebrare e promuovere la biodiversità dei Presìdi della provincia. Dopo la presentazione ufficiale c’è stato anche un laboratorio di degustazione a cura di Slow Food Abruzzo in collaborazione con l’Istituto Alberghiero “L. da Vinci” dell’Aquila.