Quando Eugenio Montale presentava i libri di cucina


di Leo Ciomei

Non so come facciano gli altri ma io purtroppo non so più dove mettere i libri che compro, dovrò prima o poi convertirmi agli e-book ma cerco sempre di rimandare.  Ecchisenefrega, direte voi ! E avete pure ragione. Con questo caldo torrido sto qui a parlare di libri quando potrei scrivere di gelati, granite e champagne ghiacciato.

Era solo per introdurre il miracoloso ritrovamento di questo invito fra le pagine di un vecchio libro di mio padre mentre cercavo di sistemare la libreria strapiena.

Mi piacerebbe scrivere che mi era caduta una pregiata edizione del 1828 de “Le Cuisinier parisien” di Marie-Antoine Carême e aprendosi era saltato fuori questo cartoncino ma in verità stavo solo sfogliando una vecchia Guida Michelin del 1968 e lì l’ho trovato con funzione di segnalibro.

Non è niente di particolare, piccole cose, qui non frequentiamo la crème de la crème degli chef italiani; al massimo dividiamo qualche bottiglia con Fabrizio Scarpato e Lello Tornatore, mica come i grandi reporter del uèb che vengono invitati a casa dai grandi cuochi…

Ma è ugualmente interessante per verificare quanto è cambiato il mondo gastronomico da cinquant’anni fa ad oggi.

Innanzi tutto rileggiamo bene il contenuto di questo scarno invito:

Sabato 21 novembre (1964) alle ore 18.00 alla LIBRERIA EINAUDI via Manzoni 40 (Galleria Manzoni – a Milano, ça va sans dire) in occasione dell’uscita del volume: LA CUCINA DI FALSTAFF di Vincenzo Buonassisi premio Angelo Berti 1964 edito dalle Edizioni Milano Nuova    causerie gastronomica presieduta da Eugenio Montale. Presenterà il volume Aldo Spinelli.  La S.V. È cordialmente invitata.

Aver omesso la città è rappresentativo del clima di quegli anni: siamo negli anni del boom e Milano è la vera capitale economica e pure il salotto letterario, quindi era chiaro a tutti che QUELLA presentazione poteva essere solo lì, nel cuore della Milano che conta.

A qualcuno poi i nomi non diranno niente ma…


Uno dei numerosi libri di Vincenzo Buonassisi

Vincenzo Buonassisi
è stato fino alla sua morte (nel 2004) un importante giornalista e gastronomo sia in Rai che sulla carta stampata (Corriere della Sera) ed ha scritto molti libri di cucina (ne ho alcuni pure io).

Angelo Berti era uno chef mantovano (scomparso all’inizio di quell’anno) molto conosciuto in quei tempi (fine “50, inizio “60), aveva aperto proprio a Revere, la sua piccola cittadina sul Po, un ristorante chiamato La Taverna degli Artisti (esiste ancora come trattoria) dove, forse per primo in Italia, serviva molte piccole porzioni per far provare l’intero menù, un degustazione d’antan. Era famoso per le sue conoscenze di cucina rinascimentale e dei Gonzaga in particolare, a cui aveva dedicato un importante banchetto a Mantova durante una mostra sul Mantegna. Quell’anno gli era stato subito intitolato un premio letterario/gastronomico, in seguito curato dall’Accademia della Cucina Italiana.

Di Aldo Spinelli purtroppo non possiedo notizie. Probabilmente era un redattore Einaudi o un critico letterario del tempo.

Il libro La cucina di Falstaff

Quello che salta agli occhi però è il nome dell’animatore della chiacchierata letteraria (causerie, termine francese desueto da noi): Eugenio Montale.  Eh sì, proprio lui, il grande poeta di Ossi di seppia, già anziano e molto famoso in quegli anni anche se vincerà il Premio Nobel per la Letteratura solo 11 anni dopo, nel 1975.

Inutile dire che la Libreria Einaudi in Galleria Manzoni non esiste più da parecchi anni e che del libro “La cucina di Falstaff” se ne sono perse le tracce (fuori catalogo da anni ma se ne trovano copie sul web a prezzi alti).

Da notare anche la grafica minimal del cartoncino d’invito. Nemmeno una decorazione, un ghirigoro, un disegnino…guardate la differenza con questo di un paio d’anni fa.

Un invito dei nostri giorni

Ma oggi per la presentazione di un libro di cucina, pur di grande autore (un Buonassisi dei nostri giorni ? mah !) una casa editrice importante riuscirebbe a convincere, che so, il nostro Umberto Eco o il grande poeta russo Evtušenko a fare da moderatore ?   Mi sa proprio di no, dovremmo accontentarci di qualche cabarettista in disarmo o di un tuttologo da salotto televisivo.   O tempora, o mores!

 

 

 

 

2 Commenti

  1. …”al massimo dividiamo qualche bottiglia con Fabrizio Scarpato e Lello Tornatore”… e ti pare poco??? ;-)))))))

  2. Questa volta la pellaccia toscana del Leo lascia trasparire un sottile, lieve sentimento di tenerezza. E’ bello leggere questo post, una ventata d’aria fresca. Se poi si fantasticasse di condividere quella bottiglia sotto una pergola delle Cinque Terre, io, te, Lello e chi volesse esserci, magari pensando a Montale che proprio a Monterosso aveva casa, beh allora si potrebbe tirare un sospiro di sollievo, a pieni polmoni.

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