Pietramara Fiano di Avellino Docg 2016 – Azienda Vitivinicola I Favati


Pietramara Fiano di Avellino Docg 2016 I Favati

Pietramara Fiano di Avellino Docg 2016 I Favati

di Enrico Malgi

Ebbene sì lo riconosco ho perpetrato due errori marchiani imperdonabili: ho stappato una bottiglia di Fiano di Avellino datata 2016 e per di più estratta freddissima dal frigorifero durante una giornata di neve. Faccio ammenda e riconosco il mio peccato. A mia parziale giustificazione, però, c’è da aggiungere che “sono stato costretto” ad aprire la bottiglia per pure ragioni professionali e che comunque prima di procedere alla degustazione ho atteso una mezz’oretta, sperando che il vino si scaldasse un po’. Ed in parte ci sono riuscito, mentre per il fatto che la bottiglia fosse così giovane non ho potuto porre rimedio, perché dovevo procedere alla valutazione organolettica del Pietramara Fiano di Avellino Docg 2016 dell’Azienda Vitivinicola I Favati di Cesinali, che la Guida Vini d’Italia 2018 del Gambero Rosso ha proclamato “Miglior Vino Bianco d’Italia”. E scusate se è poco!

Sedici gli ettari vitati in quel di Cesinali in Irpinia, appartenenti ai fratelli Piersabino e Giancarlo Favati, con la moglie Rosanna Petrozziello. In tutto questo ci mette lo zampino l’esperto enologo stabiese Vincenzo Mercurio, che come novello Re Mida possiede “il tocco d’oro”, perché ha la capacità di trasformare in metallo prezioso qualsiasi cosa maneggi, cioè il vino!

Ma veniamo al vino in questione. Allevamento del vitigno sulle colline di Atripalda a 450 metri s.l.m. su terreno calcareo-argilloso. Vinificazione a temperatura controllata in vasi vinari di acciaio. Lunga maturazione sulle fecce nobili, prima che il vino venga imbottigliato in primavera. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo in enoteca sotto i 15,00 euro. Praticamente un vero regalo!

Controetichetta Pietramara Fiano di Avellino Docg 2016 I Favati

Controetichetta Pietramara Fiano di Avellino Docg 2016 I Favati

Il colore nel bicchiere è giallo paglierino non troppo concentrato. Cristallina purezza del tratto aromatico, che rivela una nota nocciolata, associata poi profumi di pera e di agrumi. Essenze floreali di tiglio e di acacia. Rimandii vegetali di muschio, di menta e di felce, di mentolo e di noce moscata. L’impatto del sorso sulla lingua svela un profilo complesso, sublime, affascinante ed aristocratico, che si manifesta con una spinta acida, con morbidezza, con dinamicità, con eleganza, con sensualità e con raffinatezza. Polpa setosa. Disegno finale avvolgente e già persistente. Da valutare meglio tra qualche anno e fino ai tre lustri di longevità. Da preferire su piatti di pesce e/o latticini.

Sede a Cesinali (Av) – Piazza Di Donato, 41
Tel. 0825 666898
[email protected]www.cantineifavati.it
Enologo: Vincenzo Mercurio
Ettari vitati: 16 – Bottiglie prodotte: 100.000
Vitigni: aglianico, fiano e greco

 

2 Commenti

  1. Lacrime di coccodrillo:si commette un infanticidio e poi si fa finta di piangere.Non vorrei sbagliare ma credo sia l’annata considerata dal gambero rosso miglior bianco d’Italia.Infine spero che il nostro Mercurio alato continui a regalarci ottimi e profumati liquidi dorati lasciando da parte l’oro che non ha ne odore ne sapore.Con simpatia FM.

  2. Confermo e l’ho pure sottolineato nel servizio caro Francesco: questo millesimo è stato proprio proclamato miglior vino bianco d’Italia dalla Guida del Gambero Rosso 2018. Vincenzo Mercurio è bravo e dorato…

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