Pino Savoia, il nuovo General Manager di Cala Moresca e la sua visione dell’accoglienza nei Campi Flegrei con un nuovo modello di alta hotellerie


Roberto Laringe, Ciro Salatiello, Pino Savoia, Angelo Carannante

Roberto Laringe, Ciro Salatiello, Pino Savoia, Angelo Carannante

di Antonella Amodio

Avevo lasciato Pino Savoia al Cannavacciuolo Bistrot Torino con l’ultima intervista, rilasciata meno di un anno fa per 50 Top Italy, dove aveva conquistato il titolo di Maître dell’Anno 2021 come figura cardine dell’ospitalità e del servizio.

Cala Moresca

Cala Moresca

Lo ritrovo in uno dei luoghi più belli e struggenti al mondo: Cala Moresca, l’esclusivo resort situato a Bacoli, sul promontorio di Capo Miseno, nel cuore dei Campi Flegrei, con una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli.

Una struttura molto grande che conta camere, suite e ristoranti: Corallum e lo stellato Caracol, con l’ingresso di Pino Savoia (curriculum da capogiro) come General Manager del gruppo Laringe (specializzato nella ristorazione e nell’hospitality) vedrà una ristrutturazione quasi totale, iniziando dalle camere e apportando cambiamenti e restyling, in quasi tutti gli ambiti dell’accoglienza.

Una figura chiave quella di Pino Savoia, che ha competenze da vendere e che ha come obiettivo il rilancio dell’ospitalità dei Campi Flegrei con un progetto di alta hotellerie, capace di trasformare anche il ruolo del turista che entra in relazione con la natura, la cultura e la storia.

Pino Savoia - Cala Moresca

Pino Savoia – Cala Moresca

Pino, egoisticamente sono felice di ritrovarti in Campania, perché figure altamente professionali come te fanno solo bene ai territori. Ci racconti come mai hai rinunciato a Torino e alla collaborazione con lo stellato Cannavacciuolo Bistrot Torino?

Dopo tanti anni a girovagare, ho sentito la necessità di rientrare nella mia terra e portare con me la famiglia. Sono padre di due bambini piccoli e il desiderio di farli avvicinare alle mie origini è molto grande. Sono stato quattro anni al Cannavacciuolo Bistrot, dall’apertura alla conquista della stella Michelin, ho lasciato un pezzetto della mia vita lì. Qui ho trovato un upgrade molto interessante e stimolante sotto il profilo lavorativo, ed io sono un uomo che ama sfidarsi e misurarsi. Aggiungi poi che i Campi Flegrei sono quanto di più bello ci possa essere come territorio, e dunque c’è tanto da fare per portare il turismo di “qualità”, ed io mi impegno a farlo.

 

Quale è il tuo obiettivo per il prossimo periodo?

Mettere a frutto tutta la mia esperienza, maturata in questi anni con l’obiettivo di fare qualcosa di importante per questa terra meravigliosa, bella sotto tanti punti di vista, non solo paesaggistico, storico e archeologico. Mi impegno a portarla in auge, garantendo un’ospitalità al massimo dell’eccellenza, che possa fare da traino a tutto il comparto turistico. Oggi ci sono tanti professionisti che per anni hanno lavorato fuori, in ambito ristorativo e dell’accoglienza, e che stanno rientrando a casa portando maestranze non da poco. Confido in una massiccia presenza di professionismo, in modo da rendere insieme sempre più unico ed esclusivo questo luogo.

 

Sei stabilmente a Cala Moresca dal 1 Novembre, è ancora presto per parlare di cambiamenti. Ma qualcosa di diverso in atto già c’è ?

Assolutamente sì. Sto effettuando una vera rivoluzione copernicana, dal servizio alle prime colazioni, alle quali pongo grande attenzione perché sono il biglietto da visita del cliente che  valuterà in base a quelle anche di rimanere a cena nei nostri ristoranti. Abbiamo implementato, e in alcuni casi inserito, servizi per il comfort dei nostri ospiti. Da gennaio ci sarà la ristrutturazione delle camere. Tutto è in linea con un progetto di crescita del Cala Moresca che seguirò passo passo, garantendo al cliente una serie di attività esclusive e importanti.

 

Mi pare di capire che Cala Moresca sarà ancora più bella e di lusso nel prossimo futuro. È così ?

L’idea è di far arrivare qui persone da tutto il mondo ed offrire una vacanza all’insegna dell’autenticità e dell’esclusività, senza perdere di vista la sostenibilità e tutelando il patrimonio naturale di cui siamo custodi. È già bella di suo Cala Moresca ma la renderemo davvero speciale.

 

La proposta gastronomica del ristorante Corallum subirà anch’essa cambiamenti?

Da pochi mesi ha preso possesso dei fornelli del Corallum lo chef Ciro Salatiello che guarda caso è anche stato il maestro di Angelo Carannante, lo chef del Caracol, il nostro ristorante stellato. Tra di loro c’è molta complicità e sinergia.

Ritornando alla proposta gastronomica, ci sarà ancora più attenzione alla tipicità, conservando sempre l’impronta mediterranea. Mentre il lounge bar avrà un ruolo chiave in termini di intrattenimento, con una drink list di tutto rispetto che già adesso è in parte presente.

 

Prima di salutarci, ci dici che cosa hai portato via da Torino?

I miei figli! Sono nati lì. Scherzi a parte, Torino la porto nel cuore, è una città che mi ha dato modo di ampliare alcuni orizzonti lavorativi. Si dice che chi sa lavorare bene a Torino può lavorare in qualsiasi parte del mondo, questo perché è una città profondamente colta ma anche molto diffidente e difficile, molto esigente e complessa.

Il successo immediato del Cannavacciuolo Bistrot è stato un fatto importante e straordinario, che porto con me con tutti i riconoscimenti che ne sono derivati.

 

Bentornato in Campania Pino Savoia.