Pranzo cilentano


Il fuoco scoppettea

Dalla materia all’antimateria si mangia tutto e in ogni modo, cappellato, stellato e forchettato. Ma quando il motore va a folle è bello ritrovare alcune cose semplici ed ecco allora un pranzo cilentano nella mia casetta di famiglia a Vallo della Lucania, nel cuore del Parco del Cilento, una delle poche rimaste in pietra circondate da palazzi di cemento. Ma è così dalla fine del ‘700 e tale resterà.

Certo, bisogna fare i conti con un traffico assordante che impedisce la conversazione…

Piccola mandria che passa davanti la mia finestra


la tavola

Ed ecco la tavola molto semplice, con i bicchieri adatti a un buon Piedirosso e il pane scuro tipico del Cilento con farine miste bianca e integrale.

L'antipasto

Si comincia con la mozzarella nella mortella (Re mortedda) e le ultime salcicce dell’anno.Due pomodori fanno sempre bene.

I fusilli cilentani lavorati a mano

Il piatto di portata principale sono i fusilli, ovviamente, preparati con un ragù non troppo lavorato a base di braciole e polpette di vitello

La zuppiera con i fusilli al ragù

La braciola

La braciola è parte del secondo, da notare la frittatina:-)

Un po' di salsicce finiscono alla brace in uno dei camini

Un po’ di pecorino crotonese prima del dolce

Il pecorino crotonese

E poi la crostata fatta con albiccocche organic

la crostata

Infine vi presento le arance i primi mandarini del mio giardino. Certo, sono pieni di semi, ma vi assicuro che sono strepitosi.

Visto? Un pranzo semplice semplice, essenziale sui prodotti e nelle tecniche di cucine. Ma su questi due elementi avremo modo di parlarne in modo più palloso.

42 Commenti

  1. Addò ‘nce sta ‘usto nu ‘ncè perdenza!
    Quindi mai sarà palloso parlare di buon gusto.
    E quanno sarrà mme ‘nviti a carne e maccarune!

  2. semplicità, origini, gusto antico queste sono le basi per riprenedre in mano il nostro futuro , niente guide, niente stelle:)

  3. lucià ma quando mi inviti a mangiare una braciola? visto che io sono un devoto oltre che del san marzano anche della braciola

    1. e mi sa che era esperta pure quella che ha preparato il ragù con la braciola. uno spettacolo!

  4. E’ quello che vado predicando da sempre : i prodotti, i prodotti e ancora i prodotti. Le tecniche di cucina sono quelle storiche delle nostre nonne, prima e delle nostre mamme poi. Il risultato è da pluristellati!!! Hai capito, caro frà Michele da Bargecchia? ;-)))

    1. Stavamo giusto rientrando dal vespro discutendo sommessamente su questo frastuono silenzioso che parole di per sè importanti come genuino, tradizione, semplicità, mamma e nonna , esercitano sulle nostre trombe di eustachio ormai avvezze al semplice sussurro: ebbene, io mi fermerei ai prodotti, quelli contano, il produrli, il cercarli, il trovarli, il conoscerli e condividerli , scambiarli con gioia e affetto. Lasciamo stare le mamme e le nonne, così come lasciamo al loro lavoro i cuochi contemporanei: non ci azzeccano una mappa con la gioia che il post ha voluto comunicare. Che è la gioia del ricordo, del ritrovarsi, del camminare sulla propria terra, scegliendo, cuocendo e mangiando. Cose vive, vere, invidiabili, per la dose di curiosità che suscitano nei cuori affranti. Ma che non sono contraltare né qualitativo, né culturale alla cucina contemporanea , che anzi, capiatelo fratelli, si fonda, se ben pensata, sui medesimi presupposti. Che son quelli che contano. Meditiamo. Vado, il priore ha suonato la campanella.

    2. caro lello, facile la vita. tu e qui quell’altro pigrone che ,se lo conosco bene, l’unica cosa che ha fatto è stata scattare due foto e vorticare le mandibole .la fate facile ,col culo degli altri. mamme ,mogli ,sorelle cugine e quant’altro.
      io quassu’ me la vedo da solo. scendo ,vado a litigate nei mercatini , discuto con i negozianti e mi tocca sorbire anche quel trombone di lorenzo viani per avere due triglie come dio comanda. e ho anche due bocche a otto zampe da sfamare .
      quindi quando posso gli stellati sono d’obbligo !

      certo ci vuole un palato raffinato , lello, per capire certe cose. non come il tuo ,foderato di amianto :-))

      1. E’ come sempre una questione di classe, carissimo frà Michele. Purtroppo il mio palato si è atrofizzato a furia di percepire la quotidiana dose di “raspatura” che le cotiche e le orecchie di maiale depilate non proprio alla perfezione, hanno determinato su di esso nel corso degli anni, tra queste impervie montagne dell’Irpinia. Al nord chi è cresciuto, invece, a morbidoso foie-gras ha potuto sviluppare delle sensibilità palatali uniche : questa la differenza fra me e te!!! Ora dimmi tu, non è anche questa una questione politica ?…Rivendichiamo, pertanto, pari opportunità…enogastronomiche per le zone interne del sud!!! ;-))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))

    1. Ciao Antonio…..come stai?………proprio l’altro giorno ripassando la lista soci della prima ora,ho trovato il tuo nome…….ti aspetto alla prossima serata. Slow :-D

  5. Carissimo Marco ,
    tutto bene !
    si ho letto la tua mail , se posso passo a salutarti
    ti saluto
    ps ieri sera è stato un trionfo dei vecchi sapori

    bhe la prossima volta ci andiamo insieme ……………

  6. la foto della piccola mandria scattata addirittura da: “abbascio san pantaleo”??? accidenti….!!!

    che belli quei fusilli…mi sembra di riconoscerne la fattura? giovanni?

    e quella braciola che in quella declinazione non la vedevo da tanto tempo…

    sapore di cilento…

      1. ma è proprio tuo l’articolo? nel senso che hai origini vallesi?
        quando mia madre non riesce a prepare lei i fusilli, giovanni è il mio “spacciatore” ufficiale!

          1. Ehi, voi due, ma la smettiamo con questo amarcord vallese?? a Malgi staranno fischiando le orecchie… :-)))
            Piuttosto, bella quella mozzarella nella mortella… il buon Enrico ricorderà ancora quella che fu costretto ad andarmi a prendere laggiù per il mio matrimonio… ma il ruolo glielo imponeva!!! :-D

      2. Volevo solo precisare che purtroppo da circa un anno Giovanni non ha più l’osteria a causa di una scarsa affluenza di pubblico ha preferito lasciarla ad altri.Per me che ci andavo ogni week end avendo la ragazza cilentana è stata una grande perdita,mangiavi bene e spendevi quasi nulla.Auguro comunque a Giovanni tanta fortuna perchè se la merita.

        1. a conclusione della bella “rimpatriata”, ne approfitto anche per salutare calorosamente il Sig. Malgi, conoscenza di vecchia data.

          1. ..ecco, siamo proprio all’appello dell’orgoglio cilentano -vallese, in particolare-e Malgi non poteva proprio mancare: proporrei una rimpatriata alla Chioccia d’Oro.. o preferite alla Fiera della Frecagnola?! :-D

  7. e figurati se tu non trovati la scusa per fare cucinella!!!

    si può fare, ma per entrambe le sagre bisogna aspettare la prossima estate.
    la chioccia d’oro, invece, è sempre li…

  8. Caro Enrico, grazie dei saluti che ricambio affettuosamente. Naturalmente sono completamente a disposizione per un’eventuale incontro alla Chioccia d’oro, oppure da Luciano Ferolla alle Macine. Abbracci.

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