La grande annata del Primitivo di Manduria: il bilancio di Novella Pastorelli, presidente del Consorzio


Novella Pastorelli

Novella Pastorelli, presidente del Consorzio del Primitivo di Manduria

di Pasquale Carlo

Terminata la vendemmia 2022 per il Primitivo di Manduria: ottimo grado zuccherino, ottima qualità e grande ricchezza di profumi e colori. Questa l’analisi del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria a raccolta terminata. Iniezione di fiducia, dunque, per un Consorzio che raggruppa più di sessanta aziende e oltre 1.800.000 soci viticoltori, con vigne nell’areale di riferimento composto da diciotto realtà comunali, sparse tra le province di Taranto e Brindisi. Il 2021 si è chiuso con un bilancio molto positivo per il Consorzio: le aziende hanno prodotto 2 milioni di litri in più rispetto al 2020 (passando da 21 a 23 milioni), che equivalgono a 2 milioni di bottiglie in più di vario formato, con un fatturato cresciuto di 12 milioni di euro rispetto al 2020, arrivando a toccare la cifra di 195 milioni di euro.
Dal gennaio di quest’anno alla guida del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria c’è Novella Pastorelli. Prima donna alla guida dell’ente dalla sua fondazione. La sua nomina è stata frutto di una scelta unanime e condivisa da parte di tutti i consiglieri di amministrazione, che ha chiamato ad affiancarla due vice presidenti, Roberto Erario e Francesco Delle Grottaglie.
Tracciando il bilancio della raccolta, la presidente Pastorelli evidenzia che quella che si è appena conclusa è stata una vendemmia iniziata in linea con le attese. La raccolta dei grappoli ha preso il via nell’ultima settimana di agosto, portando in cantina dapprima le uve primitivo delle vigne dislocate nelle zone costiere e proseguendo con quelle delle campagne dell’entroterra.
La presidente dell’ente di tutela evidenzia che in termini quantitativi si è registrata una riduzione della produzione nell’ordine del 25- 30% rispetto alla vendemmia precedente. Ma è stata una raccolta dalla qualità ottima. Approfondendo l’analisi, specifica: «In termini di tenori zuccherini si sono superati i 21 gradi Babo, in linea con la piena espressione delle caratteristiche varietali del primitivo». Ma, soprattutto, ci si trova di fronte ad una vendemmia che ha permesso di portare in cantina «uve ricche di colori e profumi, dovuti alla concentrazione fenolica e antocianinica». Tutto questo grazie ad una situazione anomala climatica che, però, si è tradotta in un fattore particolarmente positivo. «Grazie all’assenza di piogge fra giugno e luglio – sottolinea Pastrorelli – e quindi allo stress idrico prolungato che, nel caso della naturale diminuzione della resa registrata per il nostro Primitivo di Manduria, ha portato alla piena maturazione di uve sane ed esenti da problemi fitosanitari».
Questa vendemmia eccellente sprona a lavorare per centrare ulteriori affermazioni per un vino già segnato da un notevole successo. Quando parliamo di Primitivo di Manduria parliamo, infatti, di una denominazione che nell’ultimo decennio ha fatto registrare una notevole crescita sia in termini di volume che in termini di valore. In questo successo, un contributo molto importante è rappresentato dalla voce dell’export. Motivo per cui tra i principali punti dell’agenda del Consorzio c’è da tempo l’impegno di contrastare condotte illecite, intervenendo con azioni legali in ogni parte del mondo al fine di contrastare opere di contraffazione ed emulazioni . Il Consorzio di Tutela, infatti, si è più volte attivato per bloccare moltissimi marchi ingannevoli (sia figurativi che denominativi).
A dare manforte a questo impegno è giunto, nel luglio scorso, anche il decreto con cui il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha confermato al Consorzio le funzioni di promozione, valorizzazione, vigilanza, tutela, informazione del consumatore e cura generale degli interessi relativi alla Docg Primitivo di Manduria dolce naturale ed alla Doc Primitivo di Manduria.
Tante sfide sul campo, a partire da quella più immediata, che vede le aziende alle prese con uno scenario di mercato particolarmente difficile, influenzato anche da una serie di eventi esterni al mondo del vino, vale a dire la crisi pandemica legata al Covid-19 e la guerra in Ucraina. Fattori che contribuiscono a rendere ancora più difficile per le aziende affrontare i disagi legati all’aumento dei costi in tutta la fase di produzione e la forte impennata di quello per la fornitura energetica.