Radici 2009, qualche idea di bilancio


Abbiamo chiesto a Pasquale Porcelli, patròn con Nicola Campanile ed Enzo Scivetti della bella manifestazione di Monopoli ,un intervento di bilancio.
Ecco a voi

Pasquale Porcelli

di Pasquale Porcelli

L’evento: crescita assicurata

Non è certo mancata l’allegria in questa edizione di Radici come potrete leggere su Vino al vino dell’amico Ziliani,.Cosa rara di questi tempi non si è nemmeno fatta polemica e neanche parlato male di qualcuno. Tutto si è svolto in un clima rilassato, senza prendersi troppo sul serio, con molta autoironia e con una interminabile e continua serie di battute degne di zelig, anzi meglio. E’ stato forse tutto questo che ha predisposto le giurie, sia quella dei cosiddetti appassionati, tra cui non mancavano personaggi di “lungo sorso” che quella dei giornalisti, ad una sessione di assaggi molto serena e ragionata. 174 i vini assaggiati in due giorni, divisi per categorie a partire dai bianchi (Bombino, Fiano e Minutolo), Rosati ed in fine Nero di Troia, Negroamaro Primitivo ed Aglianico del Vulture.
So che non sta bene parlare delle manifestazioni che si contribuiscono ad organizzare, ma cedo all’invito di Luciano, perché è un’occasione per fare alcune concise considerazioni.
L’evento, dicono, si avvia a diventare uno degli avvenimenti più importanti della regione. La scelta di allargare la giuria tecnica a giornalisti internazionali e di farli incontrare con realtà produttive di eccellenza con un wine tour mirato, ha rafforzato ancora maggiormente la spinta verso i mercati esteri. La Guida double face che riporterà giudizi e descrizioni dei vini delle due giurie anche in inglese e il cui progetto sarà presentata il 28 giugno al Fancy Food di New York assieme ai vini di questa edizione, è in questo senso una logica conseguenza, uno sbocco quasi naturale.
I vini: Primitivo in pole
La Puglia cresce qualitativamente in tutti comparti compreso quello dei vini bianchi dove soffre limiti oggettivi dovuti al clima ed alla morfologia dei suoi terreni. Questo però non impedisce di avere prodotti di buona fattura, con una certa caratterizzazione E’ il caso del rinato Fiano e meglio ancora del Minutolo, ancora alla ricerca di una sua autonoma fisionomia, al momento schiacciato
dalla rassomiglianza con altri vitigni aromatici di cui è probabile parente.
I rosati 2008, hanno una caratterizzazione decisa, un varietale più evidente un frutto più marcato. Non sempre le cose filano lisce, ma almeno si avverte una inversione di tendenza. Complessivamente una buona rappresentazione di uno vino sempre più di moda all’estero.
Sul terreno dei rossi, il gioco si fa più interessante.
Il nero di Troia segna ancora il passo e deve decidere cosa vuole fare da grande, anche se non mancano spunti interessanti e vini di tutto rispetto. Ha ragione chi sostiene che non è un solista? Vedremo!.Al momento i consumatori sembrano gradirlo molto e non è poco di questi tempi.
Il Negroamaro conferma la sua versatilità con vini di grande valore capace di reggere confronti importanti, sia nelle versioni giovani che in quelle delle riserve, ribadendo il suo straordinario momento di popolarità. Mancano le punte di assoluta eccellenza a cui questo vitigno ci aveva in passato abituato.
Belle sorprese anche dall’Aglianico del Vulture che mostra la consueta potenza con buone realizzazioni anche se, come da più parti sottolineato, un alleggerimento nell’uso dei legni in particolare della barrique darebbe a questo eccezionale vitigno una ben diversa caratura.
Ma se il Prmitivo di Manduria e del Salentino confermano il loro stato di grazia, con vini di grande struttura giocati soprattutto sulla potenza del frutto, la vera rivelazione di Radici 2009 sono i Primitivi di Gioia del Colle, che hanno dimostrato una finezza ed una eleganza di assoluto livello internazionale, tanto da attirare le attenzioni di tutti giurati sulle enormi potenzialità di questo territorio ancora poco noto. I risultati d’altronde parlano chiaro i Primitivi di Gioia conquistano i primi tre posti assoluti.