Ristoranti aperti in Emilia Romagna per solidarietà: prova sul campo a Ferrara


Se c'è da dare una mano Massimo Bottura non si tira indietro

di Leo Ciomei

Premessa doverosa.

Fra le molte manifestazioni di solidarietà per le popolazioni rimaste senza casa e lavoro dal terremoto del mese scorso una lodevole iniziativa che ci riguarda è stata presa dall’Associazione Chef to Chef Emilia Romagna coadiuvata da altre sigle del settore come AIS, SlowFood, Le Soste e JRE, una raccolta fondi a favore dei ristoratori colpiti dal terremoto che si è svolta lunedì scorso.  L’idea del vulcanico Marcello Leoni, chiamata “Ristoranti aperti”, ha visto la partecipazione di numerosi (oserei dire, tutti i più famosi) chef della regione che si sono ritrovati negli ampi spazi del suo nuovo ristorante, in via Stalingrado a Bologna, edificio moderno chiamato la “Balena”.  Happening durante il giorno sin dalle 11.00 di mattina con tantissimi chef e poi grande cena in serata con, ai fornelli, i cinque ristoratori più colpiti dal sisma:  Pier Luigi Di Diego del Don Giovanni di Ferrara, Gianni D’Amato del Rigoletto di Reggiolo, Giovanna Guidetti de La Fefa di Finale Emilia, Alessandra Buriani di Buriani di Pieve di Cento e Alessio Malaguti de La Rosa 1908 di Sant’Agostino.  Alla cena hanno partecipato più di 100 persone provenienti da tutta Italia che hanno onorato la tavola e la cassa elargendo una somma simbolica di almeno 120 euro/commensale e contribuendo alla  beneficenza acquistando preziosi vini e prodotti gastronomici della regione, prodotti che continueranno ad essere venduti nei locali di Marcello (ristorante Leoni e Osteria di Porta Nuova).

Scorcio del castello Estense

Detto ciò io, che non sono potuto andare per impegni precedenti, ho omaggiato il territorio emiliano facendo un fine-settimana nella splendida Ferrara.  E a tutti quelli che magari si sentono di dare un segnale tangibile alle popolazioni colpite oltre al SMS da due euro “tacitacoscienza” consiglio di fare come me: una bella gitarella nel ferrarese !

La sala con gli ampi tavoli

Come ricorderete la prima scossa di terremoto arrivò proprio nella notte a Ferrara e dintorni e pur causando pochissimi danni in città i mass-media amplificarono molto la notizia col risultato che l’informazione arrivata agli italiani in quei giorni e continuata nelle settimane successive è stata quella di un terremoto che ha toccato tutta la zona da Modena a Ferrara, con senza-tetto e gravi problemi strutturali.

E i problemi ci sono stati, purtroppo, ma localizzati in qualche cittadina rasa quasi al suolo (Finale Emilia, Crevalcore, Mirandola, Pieve di Cento e quanti ne dimentico) e dove anche le attività ristorative hanno avute danni enormi, penso alla Fefa, a Buriani, al Rigoletto, chiusi. Per quanto ? non si sa.

A Ferrara invece le grane più grosse le hanno avute i musei, le chiese e i palazzi storici che però ad oggi sono quasi tutti riaperti, dopo i controlli alle mura.

Allora dove sta il problema ? L’impiccio sta che le prenotazioni alberghiere e dei ristoranti di Ferrara sono state cancellate.  In piena stagione turistica con il mio gruppo di 12 persone siamo riusciti a trovare un hotel centralissimo pochi giorni prima della partenza e a cenare, di sabato sera, in uno dei ristoranti più gettonati, tutto ciò a causa delle informazioni forse troppo allarmistiche della nostra tv.  Girando per il centro, a parte poche transenne per i cornicioni pericolanti, non sembra certo di essere in una città terremotata.  Capisco la paura ma la vita deve continuare e con essa le attività e, perchè no, lo svago.

Le grandi bottiglie in vendita

Ma veniamo al dunque, cioè ad un’ottima cena presso il ristorante Max di Piazza della Repubblica, pieno centro storico di Ferrara.

Qualche ponteggio nella torre più alta

Primo disclaimer: non sono obiettivo perchè Mark, cuoco e titolare, è un amico.

Secondo disclaimer: in occasione del nostro arrivo, su specifica richiesta, lo chef ci ha preparato un tipico banchetto ferrarese, lontano anni luce dai piatti che ha in carta: pesce e crostacei di freschezza inaudita.

Abbiamo iniziato con un antipasto che consisteva in un crostino con asparagi in crema di parmigiano e prosciutto croccante, piatto a cui la foto non rende giustizia..

Antipasto

Come primo piatto un grande classico del luogo: cappellacci di zucca con burro e salvia, a cui io e l’amico Matteo Zamorani Alzetta, noto gastronomo milanese a cui il Corrierone dovrebbe affidare la rubrica ViviMilano (altro che Visintin), abbiamo aggiunto abbondante dose di parmigiano per ovviare alla (giusta) dolcezza del ripieno.

Cappellacci di zucca

Abbiamo poi proseguito con il piatto forte della serata : salama da sugo di 18 mesi accompagnata da purè di patate (poco salato) e cotechino artigianale con crema  fritta.   Una vera goduria di cui abbiamo pure fatto il bis.

La salama da sugo nel suo splendore

 

Salama da sugo e cotechino

Tipici salumi ferraresi

A chiudere tenerina di cioccolato con crema e caramello (Offelleria Rizzati docet), dessert di cui una commensale ne ha divorati tre…   Poi altre tenerine insieme al caffè Lelli.

Tenerina di cioccolato sommersa dalla crema

Per il bere non avevamo grosse pretese e ci siamo affidati allo chef. Credo che i commensali siano rimasti soddisfatti.  So che la cantina del Max è comunque ben fornita, specialmente di vini bianchi.

Concludendo: la cena è stata ottima, riproveremo il locale per i numerosi piatti di pesce e, ripeto, visitate l’Emilia chè in questo momento, più che di commiserazione, hanno bisogno di turisti!

2 Commenti

  1. Pardon, le foto di Bottura e del locale di Marcello Leoni sono di Schicchi/Resto del Carlino ;-)

  2. Il Corriere e altre testate possono mandarmi proposte; ma con moderazione: lavorare non mi piace.

    Battute a parte il talento di Mark è riuscito a rendere piacevole mangiare salama da sugo e purè in una giornata canicolare; mi spiace solo di non essere stato abbastanza in forma da prendere la terza porzione.

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