Ristorazione, nuove tendenze. Ora il conto lo stabilisce il cliente, succede Al Graspo



...una parte della sala interna de Al Graspo

di Antonella Petitti

La crisi si combatte anche con la creatività e con le novità. Chi sfida e cerca di mettersi sempre in gioco difficilmente resta al palo. E’ questo il caso di un ristoratore veneziano, titolare del ristorante “Al Graspo de Ua Restaurant Lounge”.

Ma facciamo un passetto indietro, in termini di tendenze nella ristorazione italiana.

Di recente ha spopolato e sta spopolando la formula AYCE (All you can eat), mangia quanto vuoi a poco, una sorta di pranzo a prezzo fisso e quantità variabili.

Non è più scandaloso nemmeno portarsi a casa ciò che non è stato consumato, dal primo al dolce grazie alla doggy bag, decisamente di tendenza in molte realtà dello Stivale del gusto.

E poi non in ultimo la scelta di portarsi a casa la bottiglia di vino consumata per metà, se non portare il proprio vino al ristorante. Insomma, in nome del risparmio economico e/o ecologico la ristorazione muta assieme alle mode ed alle richieste figlie di uno stile di vita che fluttua assieme agli eventi.

Ecco perché vi segnalo un’iniziativa promossa dal ristoratore Alessandro Mazzetto, che ha un ristorante a Venezia. Si tratta della formula: “Mangi bene e paghi il giusto”, nella pratica viene lasciato ai clienti il compito di fare il conto (bevande escluse).

Con cucina aperta fino a tarda notte e recentemente ampliato con una accogliente lounge, il ristorante di calle dei Bombaseri si sente forte della qualità dei suoi piatti e si rimette senza paura al giudizio dei clienti.

Un particolare dell'ingresso del ristorante a due passi dal Ponte di Rialto

Unica condizione? La prenotazione. Ma ecco come Mazzetto ci racconta questa scelta, senz’altro ardua: “Un’occasione per aprirsi al confronto e aver modo di soddisfare fin nel prezzo le aspettative di chi si accomoda in sala. E’ una sfida che lanciamo ai nostri ospiti. Sapendo che la qualità dei piatti è il punto di forza del Graspo De Ua, ci rimettiamo al loro giudizio. Dopo aver mangiato, e senza avere idea dei prezzi delle portate consumate perché forniti solo di menu senza prezzi, li invitiamo a dare “un voto e un prezzo” a quanto assaporato. Siamo certi che i clienti, dopo aver mangiato bene ed essere stati serviti bene, non si permetteranno di “maltrattare” il nostro lavoro sparando dei prezzi assurdi. L’iniziativa serve anche per avere un confronto diretto con i clienti, per ascoltare i loro consigli, le loro proposte. Certamente dai “commenti sul campo” riusciremo a trarre degli ottimi spunti per migliorare la nostra offerta, integrare i nostri menu….Staremo a vedere. Sono fiducioso e positivo”.

Se vi trovate da quelle parti, andate a provare. Attendiamo ansiosi e curiosi i commenti degli ospiti ed anche del ristoratore, ne usciranno entrambi soddisfatti? Ce lo auguriamo.

 

5 Commenti

  1. Iniziativa lodevole, se non altro perché smuove un po’ le acque. Tuttavia, non è il primo: già due anni fa l’amico Ezio (siciliano trapiantato a Bergamo) l’aveva inaugurata con il suo ristorante “Dorilio e i Capitones”.

  2. La venissero a fare giù da noi…….scommettiamo che dura due giorni?ho visto gente trovare caro un piatto di gnocchi a 4 euro…..

    1. Potrebbe essere caro un piatto di gnocchi a 4 euro, perchè no…..c’è gente che con materie prime scarse (gnocchi e sugo) ci ricarica il 100%.
      IL 70/80 % dei ristoratori la qualità NON sa cosa sia.

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