Schöfferhofer Hefeweizen


di Fabio Cimmino

Di ritorno dalla Germania non potevo non essere, di nuovo, qui a parlarvi di birra ed in particolare quelle di frumento. Le weizen bavaresi sono una tipologia non molto diffusa qui in Italia che meriterebbe, invece, maggiore attenzione nell’offerta e nelle proposte dei locali e non solo di quelli prettamente dedicati. Sono, infatti, birre dalle gradazioni alcoliche solitamente basse e di estrema freschezza che si abbinano con facilità e grande versatilità ad ogni tipo di piatto e di cucina ma sono anche perfette da sole come rinfrescante aperitivo. Vengono prodotte sia nella versione chiara che scura (dunkel) quest’ultima più adatta al periodo invernale per chi ha voglia di sapori più decisi e robusti. Io, come già avrete immaginato, le ho provate entrambe alternandole ad una birra scura slovacca, la Krusovice, ad un buon bicchiere di riesling ed ai tipici schnaps (distillati di frutta fermentata) durante le tre serate trascorse al mitico Zum-Baeren http://www.zumbaeren.net/ (L’Orso). Siamo nel piccolo sobborgo di Hochst ad una manciata di minuti di metropolitana dal centro di Francoforte e qui si possono mangiare tutte le specialità della tradizione fatte a regola d’arte (vere prelibatezze checchè se ne dica o si pensi della cucina tedesca) dall’enorme stinco di maiale (schweinshaxe) stufato, neanche a dirlo, nella birra scura al “Bärenpfanne” un piatto servito direttamente dalla padella con vari tagli di carne di maiale in una crema di funghi champignon, cipolle e patate arrostite. Ma torniamo alle nostre birre di frumento. La Schöfferhofer è prodotta dalla Binding-Braueri che appartiene al colosso Oetker Group e pur non rappresentando di certo un riferimento per la tipologia la ritengo, comunque, un ottimo prodotto per approcciarsi a questo stile birrario. Se il termine “weizen” sta ad indicare le birre di frumento non meno importante è il prefisso “hefe” che sta ad indicare la presenza di lieviti in sospensione. Queste birre contengono, infatti, i lieviti di fermentazione che oltre a caratterizzarne il profilo aromatico ne segnano, inconfondibilemnte, l’aspetto nel bicchiere, solitamente, opaco. Meglio saperlo per non rimanere spiazzati. Al gusto la versione chiara profuma di banana, vaniglia, agrumi(limone), una dolce speziatura (derivata, penso, dal tipo di luppolo utilizzato) e pane (lieviti). Al palato ritornano, con molta coerenza sia l’aroma di banana (chewingum alla banana) che di pane (alle noci). Anche se non particolarmente corposa nè lunga nel finale si fa apprezzare per la grande freschezza e bevibilità. La versione dunkel è sicuramente più complessa: oltre alla classica nota di banana si spazia da aromi terrosi e tostati (di malto) a sentori di cioccolata (al latte). Al palato la carbonica è decisamente sopra le righe mentre il finale rimane sempre molto fresco e piacevole. Per chi ama bere al birra non solo d’estate.