Sciascinoso, il misterioso vitigno campano: gregario elegante dal profumo di piante officinali


Uva Sciascinoso

Uva Sciascinoso

di Antonella Amodio

È sopravvissuto alla fillossera, si è adattato e conformato a diversi territori della Campania, si fa chiamare con vari nomi, come “sanginoso”, “strascinuoso”, “olivella bastarda”, “foscopeloso”, e altri ancora, a seconda delle zone di coltura.

Universalmente porta il nome di uva sciascinoso: ha bacca rossa, ama terreni vulcanici, così come quelli di matrice sabbiosa e a tratti argillosi, predilige la collina ed il mare, ama meno le alture.

Ha grappolo spargolo e allungato.

Germoglia prima di tutti gli altri vitigni e quindi patisce brinate primaverili ed abbassamenti di temperatura; in compenso si fa perdonare con una buona produttività, con una calibrata dotazione zuccherina, una buona acidità, profumi riconoscibili e abbastanza complessi. Aggiunto (come vino cosiddetto da taglio) per dare eleganza e freschezza a vini grassi e strutturati, per anni non è stato vinificato in purezza.

La sua origine è incerta e fino al 1861 era molto presente e coltivato in Campania, tanto da essere menzionato da Giuseppe Di Rovasenda nel “Saggio di una ampelografia universale”. Spesso è stato associato al vitigno olivella nera, per via della somiglianza del grappolo, che ricorda appunto un’ oliva.

Si trova traccia dello sciascinoso anche nel Lazio e, a macchia di leopardo, in altri territori del sud Italia, mentre In Campania vede l’impiego in diverse DOC (Costa D’Amalfi, Penisola Sorrentina, Vesuvio, Sannio, Irpinia) e vini IGT.

Pompei è testimone della presenza di questo vitigno, viste le tracce presenti in più affreschi; la stessa Soprintendenza Archeologica di Pompei ne ha ripristinato la coltivazione, con un progetto che ebbe inizio negli anni ’90 del secolo scorso, quando conferì il mandato di ricerca all’Azienda Mastroberardino, con l’obiettivo di riportare in vita la viticoltura nell’antica città di Pompei.

Così si avviarono studi botanici e il rilevamento dei calchi delle radici delle viti. Nacque dunque il vino Villa dei Misteri, da uve piedirosso e sciascinoso, prodotto dalle viti coltivate dentro le Domus di Pompei, proprio là dove venivano allevate oltre duemila anni fa.

Una volta vinificato, lo sciascinoso esalta nell’immediato il corredo aromatico che richiama i frutti rossi, come i mirtilli e la prugna, e in seconda battuta – con il dovuto affinamento – la nota di erbe officinali, come l’eucalipto, la lavanda e la menta, molto suggestivi e affascinanti, svelando così la vera natura di questo vitigno.

Etichette di Sciascinoso

Etichette di Sciascinoso

Confesso che è difficile trovare cantine che lo vinifichino al 100%.

Vi segnalo i vini che conosco e che ho degustato, ottenuti sia in purezza che con aggiunta di altri vitigni, dove la percentuale dello sciascinosco è comunque rilevante.

Chiedo ai lettori di segnalarmi cortesemente eventuali altre cantine che lo producono.

I vini da Sciascinoso in purezza

Maliziuto Sciascinoso Sannio Doc Vinicola del Sannio € 16,00

Sciascinoso 100%. Dal colore rubino luminoso, questo sciascinoso sosta in acciaio e affina in bottiglia. Olfatto di frutta rossa: lampone e ribes, poi radici e genziana. Dall’assaggio emerge freschezza e morbidezza.

 

Caudio Irpinia Doc Sciascinoso Tenuta Vitagliano € 11,00

A San Martino Valle Caudina (AV), in Irpinia si produce questo vino con uve sciascinoso in purezza, che regala un colore rubino concentrato. Olfatto composto da toni di sottobosco, amarena e menta. Morbido al gusto, con tannini integrati e lunga persistenza.

 

Sciascì Sannio Sciascinoso DOC Capolino Perlingieri € 12,50

Sciascinoso 85%, Aglianico 15%. Acciaio e prima della messa in commercio rimane in bottiglia per 24 mesi. Al naso sono nitide le note di foglia di pomodoro, ciliegia, felce ed eucalipto. Morbido al sorso, equilibrato e piacevole.

 

Sciascinoso Azienda Vitivinicola Dedicato a Marianna  € 10,00

Sciascinoso 100%. È stata una delle prime cantine a puntare su questo vitigno che rischiava di scomparire. Dopo la sosta in acciaio e in bottiglia, sviluppa profumi di mirtilli, fragola, carciofo, menta e nuance balsamiche. Sorso fresco, salino e leggermente astringente in chiusura.

 

Civico 1 Sciascinoso Tenuta Fontana €14,00

Sciascinoso 100%. Il vino affina per 12 mesi in piccole botti di rovere francese. Rubino con unghia granato. Olfatto composto da frutta e fiori rossi, pepe nero, lavanda, liquirizia e nuance balsamico, mentre all’assaggio è morbido, equilibrato e di lunga persistenza.

 

Sciascinoso Terra dei Briganti € 24,00

Sciascinoso 100%. Acciaio per 12 mesi. Violaceo e con unghia rubino. Spettro aromatico di mirtilli, prugna e viola. Ingresso morbido al gusto, persistente, salino e con una chiusura lunga su nuance di sambuco.

 

Aurunco Roccamonfina Rosso Igt Masseria Di Sessa €10,00

Sciascinoso 100%. Acciaio. Il ventaglio olfattivo evidenzia i profumi di mirtilli e more, frutti di bosco e humus. In bocca è fresco, morbido e di buona struttura. Persistente e piacevole.

 

Costa d’Amalfi Tramonti Rosato Doc Apicella € 11,00

Sciascinoso 40% e piedirosso 60% allevati a piede franco. Criomacerazione per 12 ore. Fermentazione con lieviti selezionati a temperatura controllata per 15/20 gg. Rosa cerasuolo luminoso e note di melograno, fragola e viola. Al palato è fresco, salmastro e dotato di grande bevibilitá.

 

Ereo Rosato Vesuvio Dop Cantina Olivella € 15,00

Da uve a piede franco di piedirosso, guernaccia nera e sciascinoso in uguale quantità. Acciaio. Timbro olfattivo floreale, poi frutta rossa e nuance affumicata. Il sorso è snello, verticale e fresco, con evidente sapidità. Una nota di finocchietto selvatico chiude il lungo sorso.

6 Commenti

  1. Provati recentemente l’Aurunco della Masseria di Sessa e lo Sciascinoso di Terra dei Briganti, molto convincenti, ben vinificati

    1. Si. Ben fatti. Assaggiati di recente anche io e rispetto agli anni passati c’è molta più attenzione nell’evidenziare i precursori aromatici.

  2. Provato lo Sciascinoso Aurunco di Masseria di Sessa. Vino molto interessante, facile da bere e di grande versatilità negli abbinamenti.
    Consigliatissimo

    1. Concordo, tra i più buoni che ho assaggiato. Il vino segue il protocollo dell’enologo, molto bravo e di lunga esperienza, che rispetta le caratteristiche del vitigno. I risultati si vedono.

  3. I rossi campani recuperano alla grande le differenze rispetto ai rossi strutturati del centro e nord Italia. Questo vitigno su suoli paravulcanici di esprime alla grande. L’aurunco di Sessa ha Anche un ottimo rapporto qualità/prezzo.Sicuramente da assaggiare

    1. Questo vitigno è dimenticato dai tanti che si occupano di viticoltura, che invece vanno in cerca come i forsennati di vitigni da riscoprire e recuperare ( che va benissimo, per carità ). Lo sciascinoso merita molta più attenzione, va valorizzato perché è una ricchezza per la Campania avere un vitigno che produce vini eleganti e longevi, con quella tipicità unica.

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