Soda caustica nel latte per la mozzarella, cinque arresti in tre caseifici tra Caserta e Napoli. Le intercettazioni


Le intercettazioni sulle mozzarelle contraffate

Le intercettazioni sulle mozzarelle contraffatte

Un mantra periodico che opprime le persone perbene. Ancora una volta una inchiesta mette a nudo alcuni sistemi molto disinvolti per produrre di più senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze sulla salute e sul brand del prodotto e del territorio.
Secondo le accuse è stata usata soda caustica nel latte, poi utilizzato per produrre mozzarella di bufala per mascherarne l’acidificazione o l’invecchiamento. Latte proveniente da allevamenti con bufale malate di tubercolosi, poi trasformato in mozzarella che spesso veniva esportata all’estero.

Una truffa scoperta dalla Guardia di Finanza, che vede coinvolti allevatori, produttori e addetti alla commercializzazione nelle province di Caserta e Napoli.
Agli arresti domiciliari sono finite cinque persone: Salvatore e Luca Bellopede di Marcianise, amministratori dell’azienda casearia Bellopede & Golino di Marcianise; Vincenzo e Antonio Croce, amministratori della Casearia Sorrentino di Santa Maria La Carità; e Gennaro Falconiero, amministratore del Caseificio San Maurizio di Frattaminore. I tre caseifici coinvolti, due del napoletano e uno casertano, sono stati sequestrati dalle fiamme gialle.

E’, invece, scattato il divieto di esercitare per sei mesi l’attività imprenditoriale per cinque persone: gli allevatori Marcellino, Cecilia e Carmine Crispino, Anna Altieri e per il procacciatore d’affari belga Antony Ciervo.

Da brivido le intercettazioni

“Un’altra volta con la puzza di bruciato dentro..l’hai mischiato il latte non è quello là”.

“Eh, il latte di una settimana – risponde il venditore – tenevo ancora il latte di una settimana neh Salvatò”. “Antò – riprende l’acquirente – ha fatto la monnezza sopra, il siero è quagliato nel giro di un quarto d’ora si è quagliato subito, ho riscaldato un pò di latte e si quagliato. Quando lo mastichi, ti fa quella cosa di bruciato alla gola. A me queste cose qua non le posso fare. Tu è inutile che mi racconti fesserie…mi fai mettere il latte insieme a quell’altro. Io avevo altri venti quintali da là…mi ha ubriacato anche quell’altro…”.

“Non bisogna gettare discredito su un intero settore produttivo in cui si fanno numerosi ed efficaci controlli” ha sottolineato la Troncone. “Le indagini – ha proseguito il magistrato – si sono avvalse dell’importante collaborazione proprio di quei soggetti istituzionali deputati ai controlli, come l’Asl e gli Ispettori del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Proprio una nota dell’Asl Napoli 2, che riferiva di partite di mozzarella

“Non bisogna gettare discredito su un intero settore produttivo in cui si fanno numerosi ed efficaci controlli” ha sottolineato la Troncone. “Le indagini – ha proseguito il magistrato – si sono avvalse dell’importante collaborazione proprio di quei soggetti istituzionali deputati ai controlli, come l’Asl e gli Ispettori del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Proprio una nota dell’Asl Napoli 2, che riferiva di partite di mozzarella dop in cui il latte di bufala era stato mischiato con quello di mucca, ha dato il via all’inchiesta”.

Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caserta Andrea Mercatili ha spiegato che “dalle indagini emerge la circostanza che l’adulterazione del latte con l’aggiunta di additivi o l’uso di latte che non è di bufala è prassi abitudinaria nonostante i controlli siano intensi”.

 

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10 Commenti

  1. “dalle indagini emerge la circostanza che l’adulterazione del latte con l’aggiunta di additivi o l’uso di latte che non è di bufala è prassi abitudinaria nonostante i controlli siano intensi”.
    (Il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caserta Andrea Mercatili)

    Questo molti consumatori lo pensano da anni.

    Perché sono così frequenti gli scandali nelle mozzarelle di bufala?

    A che servono gli “ESPERTI” se non aiutano a capire il fenomeno?

  2. La domanda principale a questo punto è: dove comprare per essere sicuri? Bella domanda da un milione di euro.

  3. Farsi del male,capacità tutta meridionale.Il proliferare di allevamenti di bufale,ci sono persino in Vald’Aosta!,Prolifererà sempre più,quasi giustamente.Basteranno “LE STRADE DELLA MOZZARELLA”per recuperare credibilità?Ai posteri.

  4. Buonasera , mio Padre Artigiano per oltre 40 Anni, sono nato si può dire in Bottega ed il suo insegnamento è stato semplice .Onesta, rettitudine, Intelligenza, dialogo con i Clienti ,lavoro ottimale ,pazienza ed altro. Oggi siamo arrivisti non tutti per fortuna. Cordiali Saluti Antonio

  5. Purtroppo uno dei marchi interessati è nel menù della gettonata e ottima pizzeria di S.Giorgio a Cremano, danno doppio, questi farabutti avvelenano la nostra salute e la nostra fiducia….

  6. che la ben nota e famosa pizzeria di S. Giorgio a Cremano, non faccio nome per non arrecarle ulteriore danno, corra subito ai ripari…

  7. Non ci servono le Strade della Mozzarella per recuperare credibilità. Servono controlli, che come dimostra l’indagine della Guardia di Finanza non vengono fatti accuratamente. Caseificio in questione tra l’altro è recidivo….
    Quest’episodio smentisce le vostre classiche sui migliori caseifici dove acquistare la mozzarella ….

  8. Ormai sono anni che non consumo piu’ mozzarelle campane, ne mozzarelle in generale.
    Un allevamento di bufale nelle Langhe e diventato il nostro punto di riferimento.
    C’era chi trasformava in oro tutto cio’ che toccava, noi campani abbiamo il potere di trasformare in munnezza il nostro oro.

  9. Mi sono trovato nelle Langhe per un evento e precisamente a Saluzzo, e posso assicurarti che quella mozzarella non è paragonabile a quella prodotta in Campania. Generalizzare è pratica di chi spara nel mucchio. In quell’evento portai la mozzarella con latte di bufala e chi l’assaggiò affermò che non cerano paragoni con quella delle Langhe.
    L’errore di cercare di esportare tradizioni e prodotti tipici, come la mozzarella, la pizza o qualsiasi prodotto vi porterà l’autoconvinzione che la lana è meglio della seta….

  10. Mangiare una pizza ad Aosta fatta come Dio comanda, non penso che sia meno buona di quella fatta in Campania.
    E non sempre il ” piu’ buono ” è sinonimo di piu’ sano.
    Il vero problema è che la gente perde fiducia e si gira verso prodotti alternativi. Un mio caro amico che ha vari negozi di prodotti tipici italiani in Svizzera mi dice, le vendite di mozzarella campana sono crollate, ma sono aumentate le vendite di prodotti pugliesi come la burrata.
    Caro Pasquale capisco il tuo sfogo ma, pensi che non mi manca la leggerezza con cui mangiavamo la mozzarellona negli anni ’80 ? Purtroppo oggi bisogna fare i conti con questi personaggi che screditano tutto il settore.
    Durante l’ultima emergenza rifiuti a Napoli mi trovavo in Valtellina, eravamo in una pizzeria di amici e la tv mostrava le immagini dello scempio. Da un tavolo poco lontano dal nostro un cliente commenta…e che ci fanno con tutta quella spazzatura ? il suo vicino gli risponde…beh ci faranno la mozzarella.
    Come pensi che mi sia sentito in quel momento ?

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