Sol2Expo fuori da Vinitaly, la scommessa dell’EnteFiera Verona
L’olio d’oliva è usato dal 96 per cento degli italiani ma il nostro paese ormai è solo il sesto produttore per quantità ed è costretto ad importarne sempre più grandi quantità per soddisfare il proprio fabbisogno. Insomma l’olio come il grano: della triade caratteristica della Dieta Mediterranea siamno autosufficienti ed esportiamo solo il vino. I segnali di interesse verso l’olio d’oliva per l’alimentazione, la salute, la cosmesi, il paesaggio crescono sempre di più VeronaFiere ha deciso di puntare sul tema scorporando il Sol dal Vinitaly.
Così la settimana scorsa si è tenuta la prima edizione del Sol2Expo in modo autonomo impegnando i primi due padiglioni dell’Ente Fiera riempiti da circa 250 produttori e dalle strutture istituzioni di Toscana, Veneto, Sicilia, Puglia e Calabria. Tra le grandi regioni produttrici mancava la Campania che occupa stabilmente il quarto posto.
Una scelta obbligata perchè il Sol non avrebbe mai potuto crescere restando confinato in una tendostruttura nell’ambito del Vinitaly e l’obiettivo dell’Ente Fiera, ci dice il presidente Federico Bricolo, «è farlo diventare il punto di incrocio fra i vari mondi che ruotano sull’olio d’oliva, pasta, pizza, cosmetica, turismo, salute diventando un riferimento a livello europeo».
Con un posizionamento sempre più ancorato a «qualità», «salute» e «territorialità», l’olio dimostra una crescente voglia di protagonismo, soprattutto sul versante del gusto. È quanto è emerso dalla ricerca sul consumo realizzata dall’Osservatorio SOL2EXPO-Nomisma presentata nella giornata inaugurale. Secondo l’indagine, che ha coinvolto un campione rappresentativo di mille consumatori, gli italiani considerano l’olio EVO superiore rispetto ad altri tipi di oli per qualità (89%), rapporto qualità-prezzo (85%), gusto (85%) e benefici sulla salute (79%).
«Registriamo grande attenzione alla qualità e alle proprietà organolettiche – ha spiegato Evita Gandini, responsabile market insight di Nomisma –. Nel fuori casa, il 46% degli italiani fa sempre attenzione all’olio in tavola, il 37% vorrebbe poter scegliere l’olio dal menu, e 4 su 10 sarebbero interessati ad approfondire le caratteristiche dell’olio EVO partecipando a corsi di food o wine pairing. Si tratta di un interesse che si riflette anche sui canali di acquisto specializzati, con un 31% di consumatori già abituati all’acquisto in oleoteca o specialty store, e un 16% che effettua acquisti online su siti dedicati».
Il consumatore più assiduo (che lo acquista almeno una volta al mese) è un adulto over 45 con figli, risiede al Sud e ha uno stile di vita che combina attenzione alla sostenibilità, ricerca edonistica del piacere e una dimensione urbana e di legame con il territorio. La scelta del prodotto è infatti particolarmente influenzata dall’origine dell’olio che, insieme alla presenza di un marchio DOP/IGP, rappresenta il driver d’acquisto per oltre la metà degli acquirenti (54%). Sono poi quasi 8 su 10 gli italiani che hanno acquistato almeno una volta nell’ultimo anno un olio con Indicazione Geografica.
Nonostante sia un bene irrinunciabile per il 96% degli italiani, rileva l’Osservatorio SOL2EXPO-Nomisma, i consumatori dimostrano avere ampi margini di miglioramento sul fronte della conoscenza. Appena due italiani su dieci sanno che la produzione di olio d’oliva rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare, nozione che aumenterebbe la propensione all’acquisto nell’81% dei casi. Solo il 37% degli italiani è poi consapevole del valore di «superalimento naturale» che l’olio EVO incorpora, grazie alla sua ricchezza di antiossidanti, polifenoli, vitamine e minerali e circa un italiano su due si dichiara interessato ad approfondire. Non sono mancati inoltre gli approfondimenti su argomenti di attualità come «Imparare a leggere l’etichetta dell’olio per prevenire le frodi», tema particolarmente caldo in un periodo in cui i prezzi sugli scaffali dei supermercati variano da 5 a 12 euro e più. Sotto la lente, i segreti e i trucchi utilizzati per nascondere l’origine dell’olio in etichetta, ma anche come scoprire se l’olio extravergine di oliva italiano è fresco, dell’ultima campagna di produzione, oppure se è una miscela di oli di diverse annate.