Sei vegano? Mica muori per lo strutto! Una serata da dimenticare da Concettina ai Tre Santi di Ciro Oliva


Pacchianella - senza alici ma con strutto - di Concettina ai Tre Santi

Pacchianella – senza alici ma con strutto – di Concettina ai Tre Santi

Riportiamo questa testimonianza molto arrabbiata. Non siamo vegani ma rispettiamo le loro scelte e crediamo che adeguarsi alle abitudini del mercato sia l’arma vincente per chi fa ristorazione. Delle due l’una: o Salvatore Pope Velotti è stato preso in giro (ma noi abbiamo verificato che quella pizza in teglia viene cotta proprio con lo strutto) o veramente gli hanno fatto mangiare lo strutto. In entrambi i casi la cosa ci lascia perplessi.

di Salvatore Pope Velotti

Mai, da quando ho deciso di intraprendere la scelta vegana, mi è capitato di essere trattato come è accaduto l’altra sera alla Pizzeria da Concettina ai Tre Santi.

A cena con la mia compagna, in un orario anche molto anticipato rispetto alle nostre abitudini, tanto che non c’è stata attesa e siamo stati fatti accomodare subito, senza le file chilometriche per cui la pizzeria è diventata famosa; a prendere la comanda viene il padre di Ciro Oliva, il giovane pizzaiolo simbolo della rinascita di questo locale e persino, per i più audaci, di quel pezzo di quartiere. Essendo praticamente la pizzeria che ho sotto casa, andandoci spesso o prendendola d’asporto o con consegna a domicilio, volevo provare qualcosa di diverso dalla solita Marinara e così gli faccio domande su alcune portate che sembravano vegan friendly o facilmente veganizzabili: lui capisce la situazione e mi chiede se sono vegano.
“Bene!” penso tra me e me.

“Sì, lo sono!” gli rispondo.

Per prudenza ed eliminare equivoci elenco comunque tutto ciò che non posso mangiare e, quindi, avendo entrambi certezza di cosa stessimo parlando, mi orienta verso la Pacchianella, una pizza in ruoto con pomodoro, aglio, olive e capperi da cui avrebbe fatto sottrarre le alici.

Si rivolge alla mia compagna e le chiede se anche lei fosse vegana e al suo no esclama un “Aaaaah, meno male!”.

Sono abituato a battute di questo genere, in qualsiasi tipo di locale; tanto più se mi trovo in una pizzeria che, per tipologia, non è certo obbligata a brillare per formalità del servizio.

La pizza arriva ed è quella in foto, unta all’inverosimile.

Durante la cena per due volte il signor Oliva passa al tavolo chiedendomi (si rivolgeva solo a me) se la pizza mi piacesse. Chiedeva proprio se mi piacesse, non se tutto stesse andando bene. La seconda mi ha dato una pacca sulla spalla. Sempre consapevole di trovarmi in una pizzeria e conoscendo l’espansività smodata di taluni napoletani, lascio correre.

Quando ci viene portato il conto, il signor Oliva si presenta al tavolo e, rivolgendosi ancora a me e solo a me e ignorando chi mi accompagnava, mi chiede, ancora: “T’è piaciuta ‘a pizza?”.

Poiché tra le cose che mi hanno insegnato della critica gastronomica è che non bisogna mai dire che va tutto bene se non va tutto bene, faccio osservare che era buona ma che c’era troppo olio; poiché mi hanno anche insegnato che bisogna sempre argomentare le critiche, aggiungo che comprendendo la necessità di renderla golosa e croccante…

Qui il signor Oliva sorride beffardo, mi interrompe e afferma che è altro dall’olio a renderla croccante.

In pratica il signor Oliva ha volutamente suggerito e servito una pizza con strutto ad un cliente che gli aveva fatto presenti precise esigenze e, alla fine, lo prende anche in giro.

Alle mie rimostranze per l’accaduto risponde dicendo: “E che ti succede? Mica muori!”, alludendo chiaramente ad allergie o problemi seri come la celiachia.
Il signor Oliva, evidentemente, ignora che più delle oggettive limitazioni fisiche sono le scelte etiche a determinare la società.

La dimostrazione che non si sia trattato di un errore o di ignoranza è rinforzata dal fatto che non ha scontato la pizza dallo scontrino, come potete vedere dalla foto allegata e dalla copia della transazione avvenuta con carta; persino nelle bettole più disperate se commettono un errore rimediano almeno sul conto ed è quindi impossibile che tutto ciò avvenga in una pizzeria che ambisce alle tre stelle e mezzo Michelin (per citare Eddie Bunker): quindi, al danno si aggiunge la beffa.

Scontrino Concettina ai tre santi

Scontrino Concettina ai tre santi

Che dire: il signor Oliva si diverte a sfottere i clienti ed io ho mangiato del grasso animale dopo anni.

Sicuramente non morirò e a alla fine non sono arrabbiato perché, in fondo, chi si trova n paraviso pe’ scagno non è consapevole del ruolo sociale e di categoria che ricopre.

P.S. riparliamone quando si chiederà nuovamente una stella Michelin per le pizzerie e ripensiamo al servizio medio che queste offrono.

 

54 Commenti

  1. è una vergogna….;
    bisogna stare alla larga da questi locali…anche se rinominati
    il servizio è pari allo zero e la pizza niente di che…(prezzi esagerati…!!!)

  2. Il cliente avrebbe dovuto alzarsi e andare via senza pagare, dicendo “Per 26,50 euro che ti succede? Mica muori!”

    1. Ho esattamente fatto così quando mi è capitato che mi servissero della carne a un aperitivo avendo detto chiaramente che non ne mangiavo. È successo a Brescia

  3. due sabati fa ci fecero entrare all’una di notte perché il nostro tavolo era occupato da una troupe Rai. Tutta questa è colpa tua Pignataro, per colpa tua questi pizzaioli sono fuori di testa pensano solo a tv e social e dimenticano i clienti che portiamo i soldi. Mai più

  4. Per esempio, già iniziare a boicottare la parte marcia della cosiddetta “napoletanità”, non portandogli i NOSTRI soldi, sarebbe un passo…

  5. Speriamo che nei menù compaiano sempre più spesso le pagine con il menù vegan, o che le portate Vegan siano segnalate. Come avviene nei ristoranti seri all’estero da qualche anno ormai.

  6. Ma scusa se sei vegano vai a mangiare l’erba con le capre non andare in pizzeria!
    Se sono socialmente contrario al calcio non vado alla stadio a chiedere che la partita si interrompa, le prese in giro come quella che hai subito sono inevitabili. Ti sta bene

    1. Sto morendo! Fare un articolo su questa cretinata è la prova del fatto che ormai chiunque può fare il cacchio che vuole. Come io mi sono letta questo pezzo credendo fosse una notizia rilevante, e non la lamentela dello stesso protagonista che s’è pure improvvisato critico, anche tu ti sei sopportato l’atteggiamento spocchioso del pizzaiolo.
      Lui pessimo e sono d’accordo , tu potevi semplicemente parlarne fuori casa, al bar, agli amici, ai parenti. Invece no. Al pc. Bah.

  7. molti si sono montati la testa ma in giro ci sono onesti e bravi pizzaioli che fanno il loro lavoro senza avere la pubblicità che ricevono quelli famosi e credetemi la loro pizza non è inferiore ed è più economica

    1. L’esempio che lei porta può andar bene ma è sbagliata l’interpretazione: se vado a vedere una partita di calcio mi aspetto che non si usino le mani per passare la palla; quello è rugby.
      Per sua informazione non solo la Marinara (ben più antica della Margherita) è vegan ma lo sono anche molte pizze in carta in varie pizzerie.
      In questo caso si parla di servizio e accoglienza non di cosa c’è in menù.

    2. Non sono vegana ma vegetariana. Aldilà di questo lo trovo di una maleducazione unica verso il cliente…è ignoranza come servire maiale a un musulmano non per errore ma per mancanza di rispetto verso le scelte altrui, cosa gravissima se si tratta di un ristoratore. A differenza di qualcuno, penso che sia stata giusta la segnalazione, non solo al bar o con gli amici. Se un ristoratore fa il bullo se ne assume la responsabilità e va ridimensionato. Per ora a me non è mai capitato…anzi, molto sinceramente i PROFESSIONISTI mi hanno sempre indirizzata su scelte in linea con le mie esigenze. Questa è la differenza tra un professionista (rispettoso della sua stessa professione che è un’arte) e uno che, semplicemente, fa buone pizze. In un mercato concorrenziale, io premio la professionalità.

  8. Il gestore non si e’ comportato bene. Ma l’intolleranza dei vegani non lascia spazio nemmeno ad eccezioni che all’atto pratico non cambierebbero la condotta morale di un vegano. L’ estremismo alimentare non va bene che si chiami vegano, vegetariano o altro nome non importa.

  9. Premessa, non sono vegano. Essere vegano è una scelta come tante che si fanno e, pertanto, va rispettata, ma per un principio da applicare ad ogni scelta che riguarda solo il singolo e non invade l’ambito di altre persone.Se non la si vuole rispettare come in questo caso, visto che fuori c’è la fila, meglio dirlo. D’altra parte si consideri che piatti vegani vengono consumati ogni giorno, basta considerare i semplici spaghetti al pomodoro o le paste con i legumi. Il benessere e la popolarità improvvisa di cui godono i pizzaioli napoletano li porta a considerarsi molto spesso come “maestri di pensiero” e di qui arroganza e scostumatezza tipici di chi è “salito” troppo in fretta…Una cosa tuttavia mi ha sorpreso e cioè come mai il cliente non si sia reso conto che la pizza era condita con la sugna e non con l’olio, perchè il sapore è proprio diverso e,accorgendosene, avrebbe dato sicuramente una lezione a quel saccente pizzaiolo.

    1. Mi scusi, ma in questo caso che c’entra la presunta intolleranza dei vegani? Ero a cena in un posto dove vado spesso e dove ordino anche a domicilio, ho fatto presente le mie esigenze, sono stato consigliato e indirizzato su quella pizza: dove sarebbe la mia intolleranza?
      Il suo discorso è uguale a quelli razzisti, per cui se un immigrato commette un reato allora tutti gli immigrati sono colpevoli: lei davvero voleva esprimere questo concetto o vuole rettificarlo?

      1. La pizza era talmente coperta di olio EVO che persino il topino faticava a emergere.
        Credo che lo usino solo per ungere la teglia e, forse, spennellando il cornicione, non nell’impasto.
        Resta però un Pincio valido sempre: andando a mangiare al ristorante, ci si affida allo chef e al ristoratore. Ora immagini la scena all’inverso, del cliente vegano che sospetta di ogni portata che gli viene servita: non se ne esce più!
        Di questo si parla in questo pezzo: di fiducia e di accoglienza.

        1. Per intolleranza dei vegani intendo la non capacita’ di sopportare eccezzioni(una tantum) nemmeno per una volta. Gente estremista

  10. E vabbe’ significa che vi mangerete una marinara della pace vi stringerete la mano e ognuno fara’ tesoro dell esperienza fatta.

  11. Meno male, ora so dove andare a mangiare una buona pizza quando passo da quelle parti, personalmente boicotto ogni ristorante che publicizza piatti vegani, perche’ e’ chiaro che non sanno cucinare!!!

  12. Certo che quella pizza fa rabbrividire. Sembra un biscotto. 8 euro poi? Esagerato a mio avviso. So asciut for ‘e capa!

  13. come ammette il cliente stesso, sulla pizza non è stato usato strutto ma olio evo .. il problema non sussiste . .Pignataro dove stai con la testa ?

  14. A una recensione interessante è seguito un dibattito pieno di commenti
    che lasciano ben sperare: nel senso che c’è ancora chi usa in modo indipendente il proprio pensiero critico.
    Condivido, quindi, la critica al ristoratore contenuta nella recensione.
    E sono d’accordo anche con
    i commenti che
    1) collegano lo scorretto comportamento alla pompatura mediatica che questa pizzeria ha ricevuto
    2) invitano a scegliere altre pizzerie a Napoli, dove si può mangiare un’ottima pizza
    a) senza fare la fila e
    B) senza fretta
    c) spendendo meno
    __
    __
    Poichè la pizza doveva essere vegana è comprensibile che il dibattito abbia toccato anche questo argomento, sviluppando delle riflessioni
    collaterali e anche indipendenti dall’argomento centrale.
    Vorrei, quindi, esprimere un’opinione.
    1 Ribadisco che condivido le argomentazioni della recensione e, in generale, penso che ognuno sia libero di mangiare quello che vuole.
    2 Ma dico:
    il veganismo è diventato una MODA gastronomica:
    le motivazioni etiche che mi hanno fatto guardare con simpatia i vegani riguardano, ora, una piccola percentuale.
    Una MODA travolgente che, in pochi anni, ha cambiato il volto della ristorazione e dei negozi dove si acquistano alimenti. È stato, chiaramente, il Marketing ha cavalcare l’onda.
    3 Aggiungo un pensiero:
    Questa MODA non soltanto non ha più le grandi motivazioni etiche del passato ma…
    È una MODA, per alcuni versi, IMMORALE.
    (Lo spiegherò in un dibattito che dia spazio all’argomento del veganismo)
    PS
    Vorrei ribadire che le considerazioni sul veganismo, l’etica vegana, la moda gastronomica vegana e la sua immortalità non c’entrano con la recensione e con chi l’ha scritta che ha avuto il merito di raccontare ciò che è successo in una pizzeria “mediatica” di Napoli.
    PPS
    A Napoli va fatta una Grande Opera di Sgonfiatura di alcune Pizzerie IperMediatiche, alcune Pseudo-Leggende Metropolitane, per far emergere il Vero Merito che a Napoli c’è.
    Ci vuole un po’ di Coraggio.
    Abbiamo iniziato con questa recensione?

  15. Che schifo… d’altra parte da una persona così tanto ignorante non ci si può aspettare educazione.
    Le file chilometriche dureranno poco, il tempo di capire con chi hanno a che fare.

    1. Sono d’accordo, ottimo commento. Condivido pienamente che il veganesimo e’ una moda ed aggiungo anche per gente fanatica che segue a tutti i costi un regime alimentare estremista reso ancora più famoso dalle campagne promozionali di marketing. Inoltre discorso etico morale a parte, ammesso che fosse vero, discutibile ma accettabile, bisogna ricordare che l’alimentazione umana e’ stata sempre nella storia dell’ uomo oggetto di scienza: la scienza dell’alimentazione appunto, basata nel corso degli anni su migliaia di studi, sperimentazioni e prove scientifiche di cui la letteratura medica e’ fin troppo piena. E non c’e’ nessuna evidenza scientifica ad oggi, ma solo ipotesi basate su testimonianze personali soggettive, che l’alimentazione vegana sia la panacea di tutti i Mali, come sperano di far credere alle persone meno informate. Anzi, di Mali c’e’ ne sono eccome: il primo la fissazione di testa che mangiare per una volta sola un po’ di mascarpone si sia uccisa una persona. Il secondo, le carenze nutrizionali dell’alimentazione vegan, causate dalla mancata assunzione degli aminoacidi essenziali ( ammesso che questa gente sa cosa sono) presenti solo nell’ alimentazione onnivora, nonche’ altre sostanze importanti che solo un’ alimentazione varia ed equilibrata puo’ fornire. Che poi molti sono dei marziani, riescono a vivere lo stesso mangiando come le capre( e magari spendendo soldi per integratori alimentari) stando sottopeso di non so quanti chili, stando in una campana di vetro dove quello fa male, quell’altro non si può fare, quel locale non va bene, questo e’ tutto un’altra storia.

  16. Salve!
    Quella dello strutto non è una scelta solo per la pizza, lo mettono nelle focacce e nel pane.
    Se ad oggi vuoi mangiare come un vegano esiste un unica via: fatti pane e pizza in casa con ingredienti freschi.
    E dimentica ristoranti e pizzerie, soprattutto se sei in meridione o se lo sono i ristoratori: loro si divertono a prendervi in giro, non capiscono e non capiranno mai la vostra scelta: sono cresciuti dalla generazione che ha subito la guerra e negli anni 50 mangiare carne era un simbolo di benessere da sbattete in faccia al prossimo.
    Se siete vegani imparate da Grazia Cacciola la via dell’autoproduzione ed evitate di sostituire ciò a cui rinunciate con dei surrogat industriali: se non vuoi mangiare burro, usa olio o non usarlo affetto.
    Se non vuoi usare la panna fanne a meno e basta.
    Ed evitate roba importata dall’estero, non vi serve.
    Volete fare i pionieri di una nuova generazione alimentare etica e sostenibile? Fatevi l’orto in casa e imparate a conoscere erbe e ortaggi autoctoni.
    E per favore, evitate locali dove il loro cavallo di battaglia sono panificati e derivati di animali, ve le andate a cercare!

    1. Gia che ci siamo facciamo una cosa: andiamo a fare gli eremiti in qualche isola sperduta, con una foglia di fico davanti e una di dietro. E dopo magari vediamo se possiamo fare a meno di fare una vita normale come tutti.

  17. Mi è sfuggito il particolare che la sugna fosse nell’impasta, quindi la mia considerazione non vale

  18. io non sono vegano. ci sono alcune persone che diventano vegani per moda ma ci sono tante altre persone il cui l’organismo produce elevati livelli di colesterolo e trigliceridi a causa di una predisposizione genetica e questi diventano vegani per necessità e per questo vanno rispettati. la ristorazione è molto attenta a queste problematiche. ora mi chiedo se un cliente avesse fatto presente un rischio di allergia avrebbe rischiato di morire?

    1. Carissimo il colestetolo si combatte con uno stile di vita sano. i vegani fanno una scelta etica morale o come la maggiorparte, seguono le mode, confondendo nel primo caso la sana alimentazione con l’etica morale che sono 2 cose distinte. I veri stili di vita sani non si basano su estremismi e su diete basate su quello o questo alimento, ma su un modello alimentare vario ed equilibtato come la dieta mediterranea considerata al momento modello alimentare d’eccellenza patrimonio mondiale. dell’ unesco. Altro che vegani!!!

  19. Dio perdona, io no!
    Senza tanta dietrologia
    IO MI RISPETTO!!
    e grazie anche a critici improvvisati, ho file con tutti i ristoranti o pizzerie da evitare.
    Saluti

    1. Ti puoi “rispettare” lo stesso anche se fai uno sgarro ogni tanto. Quanto meno a livello di salute uno sgarro non cambia niente. poi a livello etico morale e’ un’ altro discorso che io non condivido lo stesso comunque. Mangiare solo verdura non e’ possibile cosi’ come non e’ possibile mangiare solo carne.

  20. Non conoscevo la pizzeria prima della sua comparsa in TV con Borghese e sinceramente vivo benissimo ignorando questo locale gestito da gente maleducata e piena di sé. Mi auguro che la gente si ravveda e che smetta di andare a rifocillare l’ego già smisurato di queste persone. Da me si dice “cafun’ ‘resagliuti”, nient’altro.

    1. @angelo faccio sommessamente notare che anche Salvatore Pope Velotti è napoletano. Il buono come il cattivo comportamento non sono beni geografici o, peggio ancora, etnici

  21. @ Angelo
    Il pensiero di Luciano Pignataro è confermato anche dal fatto che nel dibattito sono molti i commenti di “napoletani” che stigmatizzano il comportamento del ristoratore.
    Questo fa capire che i napoletani non sono una categoria generale, in cui ficcarci tutti e con quelle caratteristiche negative:
    i napoletani non sono Tutti così.
    Ma questo vale anche per altri italiani: milanesi, siciliani, genovesi, veneziani, romani ecc…
    Comunque, è anche vero che gli stereotipi, i pregiudizi esistono nella mente di molti, magari in forme diverse, e che uno degli sforzi per migliorare se stessi è quello di ridurli il più possibile
    __
    Nella recensione della famosa TRIPPERIA O’ RUSS di Napoli
    https://www.lucianopignataro.it/a/antica-tripperia-o-russ-napoli/154670/#comments

    in un commento ho espresso la mia opinione sull’argomento partendo dal GARBO che mi aveva colpito in quel semplice locale (e che la recensione mi fece ricordare).

    (dall’articolo O’ RUSS)
    “Sul servizio ognuno ha delle opinioni personali: non apprezziamo lo stesso “stile” in questa particolare attività umana.
    E non esiste, secondo me, uno STILE “napoletano” (vale anche per altre città)
    ma esistono tanti modi di essere napoletani(in questo caso nel servizio di ristorazione) in cui la cultura, l’ambiente e la storia vengono filtrate dalla PERSONALITA’ del singolo.

    Signori si nasce (o si diventa?).

    La SIGNORILITÀ, il GARBO lo si poteva vedere nei tratti di chi mi servì la “trippa alla napoletana” in questo “…locale storico… Sale e tavoli sono spartani …all’antica…”.
    (dall’articolo O’ RUSS)

  22. >Per prudenza ed eliminare equivoci elenco comunque tutto ciò che non posso mangiare

    *Tutto ciò che non voglio mangiare

    1. E che cambia? Questa non c’entro con la questione. Le scelte nella vita di tutti i giorni sono ciò che ci identificano e ci qualificano come esseri umani. Lei è un tifoso di una squadra per scelta o per allergia verso altre squadre? Quando sceglie un ristorante, vi entra e specifica di essere vegano o avere un’intolleranza o una preferenza, si aspetta che il ristoratore possa trattarla nel modo migliore, se è capace di assecondare la sua scelta (lei accorda fiducia al ristoratore compiendo la scelta del suo locale). Come giustamente detto dal signor Velotti, ognuno è libero di mangiare ciò che vuole per i suoi motivi; un ristoratore serio non serve proditoriamente un piatto non conforme ai gusti del cliente. Punto e basta.

  23. Una vergogna per la cucina e la gastronomia italiana.
    Si è pure divertito compiaciuto di aver fatto cibare un vegano di un prodotto animale, per dispetto, più che goliardia.
    Non c’è rispetto per i clienti in quel locale e non merita nessuna stella, nemmeno mezza.

  24. AVETE ESIGENZE PARTICOLARI NON DOVUTE A MALATTIE O INTOLLERANZE GRAVI MA SOLO DA MODE…STATE A CASA A COLTIVARE L’ODIO PER GLI ALTRI…TI HA PRESO IN GIRO..PAZIENZA…MA TUTTA STA TIRITERA PER 26 EURO MI SEMBRA TROPPO

  25. Poiché c’è un omonimo Luca, cambio in lucab per non creare confusione.
    Il ragionamento di Luca non lo condivido.

  26. Leggendo molti commenti mi pare si guardi il dito e non la luna.
    Premetto di non essere vegano e nemmeno vegetariano, ho un atteggiamento laico e onnivoro verso la vita.
    Il signore viene tacciato da molti come estremista, talebano, e invitato a restarsene a casa sua.
    Invece mi pare abbia garbatamente posto una questione molto seria sulla clamorosa mancanza di professionalità di un esercente.
    Non ha certo stigmatizzato il fatto che ci fossero in carta prodotti non vegani, ne si è augurato che questi sparissero.

  27. Mi fanno ribrezzo certi commenti: irrispettosi ed egoisti, non vi rendete nemmeno conto di un ristoratore che abusa della sua posizione e prende in giro un cliente.

    Vi meritate lo stesso trattamento, beceri esseri.

    E no, non sono vegana né vegetariana né condivido il pensiero vegano, non per questo penso sia giusto mancare di rispetto

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