Tenuta di Capezzana presenta le nuove annate dei suoi vini


Tenuta di Capezzana a Carmignano
Tel. 055 870 6005
www.capezzana.it

di Antonio Di Spirito

Tutto parte da una pergamena del 804, sotto il regno di Carlo Magno, ritrovata negli archivi di stato di Firenze, a tracciare la storia dell’azienda Capezzana e del vino di Carmignano: un contratto di affitto che documenta che a Capezzana venissero coltivati olivi e viti per la produzione dell’olio e del vino. In effetti la vite si coltivava già in epoca preromana. A metà del ‘500 Caterina de’ Medici, moglie del re di Francia, volle impiantare su queste colline le prime piante di “uva francesca”, termine tutt’ora in voga tra i vecchi viticoltori.

Pergamena

Pergamena

Nel 1716, con editto del Granduca Cosimo III de’ Medici, la zona di Carmignano viene annoverata come una delle 4 zone a vocazione viticola del Granducato di Toscana e per la prima volta, istituì, un legame ufficiale ed indissolubile tra un vino ed il suo territorio di produzione per per le zone più importanti del tempo: Chianti, Pomino/Rufina, Valdarno di Sopra e Carmignano.

A Capezzana una prima vera organizzazione aziendale di tipo agricolo fu adottata nel 1475; poi si sono avvicendati vari casati, fino al 1920, quando la famiglia Contini Bonacossi acquisto la proprietà e la ampliò con altre fattorie confinanti. Negli anni successivi iniziò un periodo di trasformazione epocale: si passò da 3 fattorie suddivise in più di 120 poderi a conduzione mezzadrile, ad un’unica e moderna azienda agricola, condotta da soli membri della famiglia, oggi alla quinta generazione a collaborare con la quarta. L’intera proprietà oggi conta 650 ettari, di cui settantotto vitati, centoquaranta dedicati alla coltivazione delle olive (produce un ottimo olio) ed il resto seminativo e boschivo.

Archivio Storico

Archivio Storico

Una vecchia passione di famiglia, il collezionismo, fa sì che oggi nelle cantine di Capezzana si possono trovare bottiglie, molto ben conservate, di annate storiche a partire dal 1925.

Dal 2008 si fanno vini biologici, ma la certificazione ufficiale parte solo dal 2015; ma dal 2013, non vengono utilizzati lieviti starter e le fermentazioni sono spontanee.

Passiamo all’assaggio delle nuove annate; bisogna ricordare che alcuni di essi sono dei campioni da botte, essendo stati imbottigliati da due giorni, proprio per l’occasione.

Trebbiano

Trebbiano

Trebbiano 2020 IGT

Sei mesi di elevage in legno, metà in barrique, dove svolge anche la fermentazione, l’altra metà in tonneaux; quindi, sei mesi in bottiglia. Non è molto caratterizzato al naso, ma non è un vino che si manifesta con immediatezza; ha profumi floreali e di frutta gialla; al palato, però, è fresco e morbido, asciutto e rotondo, agrumato e scorrevole; ha buona persistenza ed appalesa un’ottima gestione del legno.

Villa di Capazzana 2019

Villa di Capazzana 2019

 

Villa di Capezzana 2019 – Carmignano DOCG

Tipico taglio di Carmignano: 80% sangiovese, completato da cabernet sauvignon; affina per oltre un anno in tonneaux e, poi, in bottiglia per circa 12 mesi. Imbottigliato da soli due giorni, eppure manifesta già tutte le sue prerogative parallelamente alla necessità di un adeguato affinamento in bottiglia. Al naso offre profumi di ciliegie e prugne croccanti, accompagnate da una piacevole nota fumé; al palato è fruttato, asciutto e speziato; i tannini sono decisi, ma domati; l’acidità è presente in ogni momento del lungo sorso, sempre in armonia.

 

Villa di Capazzana 2012

Villa di Capazzana 2012

 

Villa di Capezzana 10 anni 2012 – Carmignano DOCG

Dal 2006 Capezzana ha varato un progetto: ogni anno vengono trattenute in cantina 3.000 bottiglie di questo vino e poste in commercio dopo dieci anni, per dimostrare l’evoluzione e la longevità di questo vino. Quest’anno tocca, quindi, all’annata 2012 affiancare l’annata 2019.

I profumi di ciliegia, prugna, lauro e mallo di noce sono vellutati. Al palato è morbido e fresco, i tannini sono finissimi e la presenza di una leggera speziatura tiene vivo il sorso durante la lunga chiusura.

 

Trefiano

Trefiano

 

Trefiano 2018 Carmignano Riserva DOCG

Questo vino è nato nel 1979 per volere di Vittorio Contini Bonacossi ed ha la seguente composizione: 80% Sangiovese, 10% Cabernet e 10% Canaiolo; le uve provengono dai vigneti intorno a villa Trefiano e maturano per almeno 18 mesi in tonneaux.

Un forte profumo di viola accompagna i profumi di ciliegia e qualche nota di carruba; profumi vellutati, soavi, ma ben decisi e definiti. Il sorso è fruttato e pieno, di gran corpo, ma agile, fresco e progressivo; certamente, la mancanza di affinamento in bottiglia fa sembrare la sua acidità ancora un po’ spigolosa, ma i tannini maturi e la speziatura accompagnano il lungo sorso in una chiusura appagante.

Ugo Contini Bonacossi

Ugo Contini Bonacossi

 

Ugo Contini Bonacossi 2016 IGT

Le uve, solo sangiovese, provengono da vigna Viticciana, tanto cara al conte Ugo. Matura per 18 mesi in barriques, metà nuova e metà usate, quindi 12 mesi in bottiglia.

Sovraffollamento di profumi floreali e fruttati: viola, ciclamino, giaggiolo, ciliegia e prugna. Il sorso è aristocratico e rigoroso, molto aderente al vitigno; fruttato e fresco, ha tannini decisi e maturi, l’acidità che ci si aspetta da un sangiovese; sorso speziato, lungo ed appagante.

 

Ghiaie della Furba

Ghiaie della Furba

 

Ghiaie della Furba 2018 IGT

Nato nel 1979 con uve provenienti da un vigneto ghiaioso alluvionale vicino al torrente Furba, nel 1992 la produzione è stata spostata sulla vigna Sant’Alessandro e la composizione dei vitigni è diventata 40% Cabernet Sauvignon, 25% Merlot e 35% Syrah. Al naso offre profumi di viola, piccoli frutti di bosco ed una nota di affumicatura; il sorso è freschissimo, vellutato, rotondo, ha tannini morbidi, ma ben decisi.

Appassimento Uve in Fruttaia

Appassimento Uve in Fruttaia

 

Vinsanto di Carmignano 2014 Riserva DOC

Ed a chiudere, il vinsanto; vino dalla tradizione secolare per l’azienda. Le uve, trebbiano e San Colombano, vengono messe ad appassire per 5 mesi su graticci di canne montati a castello in uno sterminato padiglione. Dopo la spremitura, il mosto viene messo a fermentare in caratelli di castagno, rovere e ciliegio per ben 7 anni.

Vinsantaia

Vinsantaia

I caratelli sono sistemati in un secondo padiglione al primo piano con soffitto inclinato sulle due direzioni e sotto tegole. I profumi che si respirano in questi due ambienti sono intensi e variegati. La leggera ossidazione espressa nell’olfattiva fa parte della tipicità del vino e del processo produttivo, ma non tale da coprire i profumi di albicocche ed arance candite, di cera e di datteri. Al palato è sontuoso, di gran corpo, rotondo, regala sapori di frutta candita, di frutta secca, qualche nota di caffè, ma la decisa acidità lo rende ancora più piacevole.

Tenuta di Capezzana a Carmignano
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