Terre Cerase 2008 Campania igt


VILLA MATILDE
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Tani e Maria Ida Avallone

Rosato di mezz’ottobre? Si, in quest’inizio autunno, ancora vicino per clima e ricordi all’estate.
Avevo assaggiato Terre Cerase 2008 circa sei mesi fa e già allora mi aveva colpito per diversità e carattere. Un rosato da uve aglianico dell’areale Taburno (Foglianise e Torrecuso nel Beneventano) che mostra una trama fine e al contempo vigorosa e ben strutturata. Il colore è cerasuolo molto intenso, ancora sfavillante a 12 mesi dalla vendemmia. Il rosato di Villa Matilde è ormai un punto fermo della categoria, prodotto per la prima volta nel 1990 da viti di oltre quarant’anni a circa 400 metri sul livello del mare, mantiene da sempre caratteristiche di freschezza ed eleganza. Le movenze lente e regolari nel bicchiere mi annunciano una buona consistenza ( 13,5° alcool), il primo naso è intenso con un’ esplosione di rosa e fragola matura, seguita da note di ciliegia marasca, tipica dell’Aglianico, ribes e mora selvatica.
L’ingresso al palato è fresco e strategicamente ammorbidito da qualche mese di permanenza in bottiglia. Il vino rosato si ama o si odia, chi lo adora sostiene trattarsi di espressione tipica di uve e territori, vino jolly nell’abbinamento, di facile, ma non per questo, banale beva, dove il fattore umano con una corretta vinificazione che non alteri le caratteristiche varietali, gioca un ruolo fondamentale. Chi lo denigra sostiene trattarsi di vini subito stanchi e senza personalità. Noi ci schieriamo apertamente con il primo gruppo. I sentori olfattivi si replicano in bocca con perfetta corrispondenza, fondendosi piacevolmente in una lunga e varietale persistenza aromatica. Qui il vitigno è stato rispettato al 100%, nessuna forzatura, vendemmia a fine ottobre 2008, dopo un periodo di belle giornate calde di giorno e fresche di notte, ha seguito la classica tecnica di vinificazione del vino rosato, salvata dalle grinfie della normativa europea che avrebbe permesso la produzione con la “semplice aggiunta” di vino bianco a vino rosso!
Gli abbinamenti gastronomici sono tantissimi. Il primo, una magnifica pizza margherita napoletana dop, con tanto di pomodoro San Marzano, mozzarella di bufala e olio della penisola sorrentina del Maestro Pizzaiolo Enzo Coccia. Ottimo su aperitivi e fritturine, delizioso su pranzetti marinari da barca e in questa stagione, perfetto sulle zuppe di ortaggi e legumi, sul coniglio all’ischitana di Riccardo D’Ambra, sulla napoletanissima parmigiana di melanzane domenicale, ma anche su piatti più moderni come il crudo di pesce e crostacei di Alfonso Caputo della Taverna del Capitano, o, la “ creme brulèe di baccalà con fagioli cannellini e “pipi cruschi” di Francesco Sposìto a Taverna Estìa. La struttura dell’aglianico e la poliedricità degli abbinamenti ne fanno un vino adatto a ogni stagione, anche alla classica pizza di scarole con capperi, noci, pinoli e acciughe che al sud mangiamo a Natale.

Scheda di Giulia Cannada Bartoli

Sede a Cellole, Via Domitiana, 18, Km 4,700.
Tel. 0823 932088, fax 0823 932134.
[email protected],
www.villamatilde.it
Enologo: Fabio Gennarelli con la consulenza di Riccardo Cotarella.
Ettari: 90 di cui 62 vitati.
Bottiglie prodotte: 750.000.
Vitigni: aglianico, piedirosso, abbuoto, falanghina, coda di volpe, Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi docg nella Tenuta aziendale di Altavilla