Tre giorni nel Cilento interno, appunti di viaggio


di Gaspare Pellecchia

Dire “Cilento” è dire tutto e dire niente. Eh sì. Sono stato in questi giorni a Piaggine per ascoltare lo splendido concerto in piazza tenuto dal mitico Richard Galliano: ne ho quindi approfittato per conoscere (e farvi conoscere) una tra le più nascoste e affascinanti aree interne del Cilento; vi spiego qui perché. Ho soggiornato presso l’agriturismo “Le Grazie” nella vicina Piaggine (ove dormirà anche Galliano, ma questo l’ho scoperto dopo): mia una buona camera con vista sulla vallata, buono il cibo offerto (ma… questo è il trucco: su prenotazione la signora Giovanna realizzerà per voi sia dei ravioli di ricotta che i tipici, prelibati fusilli) e devo dire veramente ottimo il vino (una Barbera, forse in purezza, ben affinata a legno) caldo e penetrante compagno di fresche cene sul patio dell’agriturismo. Poi, di notte, è stato suggestivo riscoprire il cielo fittamente stellato, disturbati solo dal fruscio del vento. Il giorno seguente visita al paese, carino (solita cosa: chiedete in giro per le chiavi della chiesetta…).

Quindi con l’auto a cercare olio (e che olio fanno a Piaggine!): finito? Allora vino! Sì è zona di Barbera (il Bios di Ianniello) ma perché no, anche di Aglianicone (in purezza all’azienda Rizzo): lungo la strada incontrerete i silos della Cantina di Castel San Lorenzo; ci ricordano che “questo” Cilento è anche viticoltura di numeri e non solo di qualità. Comunque sia tutti i vigneti in zona sono fortunati: sorgono su colline assolate e terreni calcarei. Le strade così attraversano boschi incantevoli, teste biondissime (tedeschi? olandesi?) cavalcano biciclette ogni giorno tra Roscigno Vecchia, Sacco (con Corleto e Bellosguardo), Piaggine, Laurino (qui vi aspetta anche una bella mostra d’arte contemporanea), Valle dell’Angelo (che ospita una comunità primitiva a Pruno), e giù (ehm, su) fino al Monte Cervati (a quota 1899). Escursionisti attraversano tutto l’anno sentieri e sorgenti, creste di monti, valli, fonti e ruderi di una bellezza che  vi dico essere disarmante.
La cesura: il fiume, il Calore; ecco andrebbero studiate le differenze dei vini tra le due sponde, così come insegnano i francesi. Dall’altro lato troviamo un’altra cultura. Se chiedete indicazioni stradali dei paesi al di qua del fiume Calore, quelli dei paesi al di là vi risponderanno stupiti, incerti sulle strade, quasi, forse, incupiti per il vostro ardire! Una manciata di chilometri sono avvertiti (in questo Cilento così antico) quasi come separazioni insormontabili, per non dire etniche. Sull’altro versante invece un Cilento più prossimo alla città (Salerno), al caos (ma per fortuna sempre lontano da autostrade e ferrovie): l’asse Campora-Felitto-Castel San Lorenzo-Roccadaspide. E’ zona di eccellenti fusilli (a breve la sagra): sottili, profumano di grano, consistenti, conditi con ragù di carne (il pezzo di vitellone locale non era stracotto, eppure non ho usato il coltello! ecco, era incredibile la marezzatura della carne). Ah, dimenticavo, i pani di tipo rustico, cotti a legna, qui è tradizione, accompagnati da formaggette di capra (che spesso incontrerete in giro, sulle stradine…). A Felitto, in località Remolino, a quattro passi dal centro, scendete giù al fiume. Lì fatevi il bagno, freddo freddo, sulla spiaggetta ciottolosa, quindi l’escursione lungo il sentiero (in alternativa i cordiali ragazzi del posto vi accompagneranno con un piccolo pattìno su per la gola calcarea). Infine chiuderete la mattinata con un pranzo al vicino ristorante omonimo (Remolino: 0828.945360, prenotate fusilli e ragù per secondo). Fatevi sempre servire, nei vari ristoranti e trattorie, la frutta, e anche la verdura, “del posto” (i terreni e l’escursione termica primaverile qui conferiscono sapori eccelsi). La mini-vacanza cilentana (chissà se tre giorni vi basteranno) potrebbe chiudersi, prima del ritorno alla civiltà (forse sarebbe il caso di dire all’inciviltà), passando per il caseificio “La perla del Mediterraneo”, nei pressi dell’imbocco sulla strada statale, che a sua volta vi condurrà allo svincolo autostradale di Battipaglia: per me è stato così e ne conservo un bel ricordo bianco e profumato in cucina (fuori dal frigo, eh!). Vi ho incuriosito?