Trofeo Caputo a Napoli: 500 pizzaioli in gara da oltre 100 paesi
Da oggi a giovedì i riflettori si accendono sulla più antica manifestazione dedicata alla pizza: il Trofeo Caputo, partito la bellezza di 22 anni fa, quando ancora nessuno prestava attenzione a questo alimento, considerato il parente povero della gastronomia. Da allora il Mulino Caputo ha accompagnato il successo dello stile napoletano in tutto il mondo e portato a Napoli il Gotha internazionale dei suoi protagonisti. «Vincere questo torneo – spiega Antimo Caputo, amministratore delegato del mulino – ha sempre cambiato la vita perchè esige preparazione ed essere esaminati da una giuria qualificata». Non a caso aumentano, di anno in anno, le adesioni al Campionato Mondiale del Pizzaiuolo – Caputo Cup organizzato in collaborazione con l’Associazione Pizzajuoli Napoletani presieduta da Gianluca Pirro che è subentrato al compianto Sergio Miccu.
«Questa competizione ci vede impegnati tutto l’anno e rappresenta l’unico Campionato che può definirsi davvero mondiale, perché le sue tappe toccano tutti i continenti», ricorda Antimo Caputo. Quest’anno, in occasione della 22° edizione, gli sfidanti, dopo aver superato le selezioni preliminari, nei rispettivi Paesi d’origine, arriveranno a Napoli, per portare a casa il titolo iridato. E sempre più la competizione attrae giovani pizzaioli che puntano all’aspetto artigianale della preparazione dei loro impasti.
L’appuntamento è fissato dal 3 al 5 giugno, presso il Padiglione 1 della Mostra d’Oltremare, dove oltre 500 Maestri pizzaiuoli, provenienti da più di 100 nazioni in Europa, Asia e America, animeranno le 12 categorie di gara.
«La Caputo Cup rinnova la sfida di portare, in giro per il mondo, il buon cibo italiano. La pizza, che a Napoli vede la sua nascita e la sua evoluzione. Nel corso degli anni ha assunto tanti stili, contenuti, tendenze, e tutto ciò rende la nostra città la capitale indiscussa della pizza – dichiara Antimo Caputo – I giovani sono quelli che osano e sperimentano di più, proponendo, per esempio, cornicioni spinti, croccanti, ma la pizza tradizionale mantiene alta la sua rinomanza. La pizza è come Napoli, ha tanti colori, tante consistenze, è inclusiva e non si ferma mai».
L’edizione 2025, organizzata, come di consueto, dall’APN (Associazione Pizzaiuoli Napoletani) introduce una nuova sezione, quella dell’abbinamento “Pizza e Vino” coordinata dalla giornalista sommelier Antonella Amodio, autrice del primo libro italiano dedicato a questo argomento.
Le categorie sono sono:
Pizza Napoletana STG Trofeo Caputo;
Pizza Contemporanea;
Pizza Americana;
Pizza Classica;
Pizza di “Stagione”;
Pizza in teglia;
Pizza Pinsa/Metro/pala;
Pizza senza glutine;
Pizza juniores
Pizza fritta
Pizze acrobatiche (Pizza più larga, Velocità, Stile libero);
Pizza e vino in abbinamento.
Tra le nazioni che prenderanno parte al Campionato mondiale, ci sono Giappone, Corea, Taiwan, Thailandia, Cina, Svizzera, Nuova Zelanda, Germania, Austria, Bulgaria, Macedonia, Polonia, Montenegro, Ungheria, Danimarca, Francia,
Serbia, Croazia, Romania, Slovenia, Inghilterra, Brasile, Messico, Stati Unti, Argentina e Cile.
L’Associazione Pizzaiuoli Napoletani è nata nel 1998 a Napoli per tutelare e promuovere nel mondo l’antica Arte del Pizzaiuolo Napoletano e, con essa, l’insieme dei gesti, delle procedure, degli ingredienti che rispondono alla tradizione e alla cultura partenopea. Infatti la professione di Pizzaiuolo era considerata poco rilevante per le strutture di ristorazione, ma è riuscita a far diventare il mestiere del Pizzaiuolo cultura gastronomica. L’idea di candidare la pizza all’Unesco fu proprio di Sergio Miccu.