Una cena in Montenegro


Il ponte pedonale di Moskovski (Moskovski Most) e sullo sfondo il ponte Millenijum (Millenijum Most) sul fiume Morača

di Enrico Botte

Podgorica, capitale della Repubblica del Montenegro. Sono qui per un viaggio di lavoro.
Perché non approfittare dell’unica serata a disposizione per saggiare la cucina del posto?
Piove, fa freddo e la lingua è un grosso limite, pochi parlano inglese e nessuno l’italiano.
Non ho guide gastronomiche del Montenegro (esistono?!) ed allora mi affido alla reception dell’albergo. Mi segnalano il ristorante Carine, non un ristorante “tipico”, ci tengono a precisarmi, ma vi si trova cucina buona e piatti della tradizione.

Siamo nell’entroterra, qui va molto la carne arrostita e il pesce, carpa e anguilla anzitutto; il Lago di Scutari (Skadarsko jezero) è vicinissimo ed è un bacino enorme, a metà tra il Montenegro e l’Albania, con una miriade di affluenti ricchi di pesce.

Ma facciamo prima quattro passi. Il tempo non invita ad uscire ma scopro che Podgorica è piena di caffè e localini, con tanta gente a chiacchierare e a riscaldarsi con una bevanda dolce o qualche liquore. Mi fermo al Corto Maltese caffè per un aperitivo. Molto carino e suggestivo. Propendo per una cioccolata calda, che non è esattamente un aperitivo ma assolve al compito di riscaldarmi dalle temperature esterne.

Corto Maltese Caffè

Nel frattempo mi ha raggiunto il mio collega e via, di corsa al Carine.

All’ingresso mi fermo un tantino perplesso. Sembra un ristorantone da turisti, ma all’interno mi avvolge subito un’atmosfera molto rassicurante. C’è anche la pizzeria, ma fortunatamente è ben separata dal ristorante.

Dopo il primo momento di imbarazzo per la lingua, mi mandano un cameriere che parla inglese. Mi fa scegliere dove sedere e mi porta il menù che fortunatamente è in tre lingue, anche italiano (e anche scritto correttamente).

Scartata una serie di pietanze palesemente “trasversali”, ordiniamo due antipasti e due secondi.

Stavamo per ordinare altro, ma il cameriere ci garantisce che a fatica avremmo finito quello ordinato. Un tantino perplessi, accettiamo il consiglio. Purtroppo le foto degli antipasti non rendono granché ma la sostanza era tutt’altro che sfocata!

Diljeni Krap (Carpa affumicata con bietola stufata)

La carpa, in particolare, era costituita da tranci di pesce essiccati e marinati in agrodolce, un tantino sapida, ma credo più a causa del processo di essiccazione che alla preparazione del piatto.

Supa od luka u kori od hljeba (zuppa di cipolle in crosta di pane)

Anche la zuppa è un tantino sapida ma per niente pesante, né per me né per il mio compagno di cena.

A questo punto, via con i secondi.

Crnogorski adrezak (Filetto alla Montenegro)

La sorpresa è stata il filetto alla montenegrina. Il cameriere ci aveva spiegato che si trattava di una bistecca arrotolata e farcita di un formaggio locale morbido e acidulo che si chiama Kajmak. Dalla descrizione ci è sembrata una variazione sulla braciola nostrana e invece ecco la sorpresa: si è presentato al tavolo con questo rotolo, avvolto in pastella e fritto. Ebbene si, fritto!

Stupore e meraviglia, ma quando lo abbiamo tagliato, una cascata di Kajmak ha invaso il piatto e i dubbi sono scomparsi.

Filetto alla Montenegro

Il fatto che fosse poggiato su un letto di purea di patate è solo accessorio.

Sicuramente un tantino pesante, ma veramente buono.

Ed infine un filetto con crema di tartufo nero. Cotto al punto giusto (cioè crudo) di un bello spessore, forse troppi grani di pepe, ma nel complesso buono.

Biftek u sosu od crnog tartufa (Filetto con crema di tartufo nero)

Per non sfigurare agli occhi del cameriere e per tenere alto il buon nome degli italiani a tavola, abbiamo finito tutto, anche il dolce, una semplice panna cotta e un parfait al caffè, presentati come si conviene.

Panna cotta

Parfait al caffè

Abbiamo bevuto: Vino rosso Vranac, di più non so dirvi, l’etichetta era incomprensibile.

Altri quattro passi al fresco per smaltire un tantino e poi a nanna, dopo aver passato una bella serata.

Dovrò tornare, per lavoro, in questo paese verde, selvaggio e decisamente freddo, almeno in questo periodo: mi toccherà continuare ad esplorarne anche la cucina.

Ristorante Carine Centar
Ul. Slodode 43, Podgorica
Crna Gora (Montenegro)
Lat.: 42.44, Long.: 19.26

16 Commenti

  1. scusa enrico ,ma come ci sei arrivato in montenegro ? non certo su una barchetta e poi su una carriola pilotate dal cognatino romualdo driver scotto, immagino :-)

    1. Che sintonia, scriviamo nello stesso momento :-D
      Come vedi, mi circondo sempre di persone che sanno trovare la strada ;-)

    2. caro giancarlo, con romualdo driver scotto ti assicuro che si arriva sempre lontano. non sempre alla meta designata, ma questo è un dettaglio.
      come avrai notato in fondo al testo ci sono le coordinate del ristorante dove ho cenato.
      diciamo che ho i miei mezzi alternativi quando il cognatino non c’è.

      1. Giancarlo avrà notato che hai georeferenziato il ristorante ma… è proprio del mio navigatore satellitare che lui non ha grande fiducia :-))

      2. Complimenti per l’articolo e soprattutto…….. per l’appetito!!!! Hai davvero fatto onore alla “fama” italica. L’unica perplessità è che dall’articolo traspare un’organizzazione turistica un pò agli albori se ho ben capito, eppure sono già un paio di anni che Montenegro è ben inserito nei nuovi circuiti turistici; forse è così solo nel versante costiero?

        1. No al contrario, l’offerta alberghiera è assolutamente notevole.

          Ho avuto modo di dormire in un paio di alberghi strutture e in città diverse. Sono stato ospitato in alberghi assolutamente belli, ben organizzati, puliti e con numerosi servizi “agratis”, a partire da internet che praticamente lo trovi ad ogni angolo della strada.

          La mia cena è stata un tantino approssimativa e poco organizzata per via della scarsa possibilità di pianificare i miei pasti. Mi sto organizzando a tal proposito e nel mio prossimo viaggio/soggiorno/lavoro, avrò più tempo per verificare meglio e il più possibile.

          Sembra che d’estate ci sia un gran movimento di stranieri, soprattutto sulla costa che vi assicuro, è stupenda. Anche l’entroterra, verde e montuoso non scherza proprio in fatto di bellezze.

  2. Finalmente un cilentano che non parla di Cilento e vini cilentani ma guarda addirittura oltre confini: complimenti!!

    1. Come vorrei parlare anche di Cilento, ma purtroppo da qualche anno lo frequento troppo poco.

      Comunque illustrissimi compaesani, che scrivono su questo sito, non mancano e soprattutto non si risparmiano nel celebrare le bellezze di questa terra.

  3. Eccomi qua Carlo a rispondere al mio omonimo, nonché ex allievo Enrico. Naturlamente, il mio intervento qui vale soltanto per congratularmi con tuo cognato, che ha confezionato un ottimo servizio. A proposito poi del vino Vranac, posso aggiungere qualcosa in proposito. Insieme al Kratosija, al Krstac e all’onnipresente Merlot è il vitigno a bacca rossa più coltivato in Montenegro ed è’ più conosciuto in loco col nome di Crnogorski Vranac. Viene coltivato soprattutto nei terrazzamenti vicino al lago di Scutari. Comunque, come Enrico avrà notato, il vino che se ne ricava è niente di eccezionale. Abbracci.

  4. Confermo, almeno per quello che ho bevuto.
    Prossimamente tornerò da quelle parti e per più tempo. Avrò certamente più possibilità di provare e scoprire cose nuove. Se mi sarà possibile, vi terrò aggiornati.

    Ricambio gli abbracci, a tutti.

  5. Lello, vedo che non sei molto convinto della mia disamina. Va beh! Pensa, comunque, che poco lontano dal Montenegro, e precisamente in territorio dalmato-croato, è sorto il vitigno Crljenak Kastelanski che è il “papà” del Primitivo e dello Zinfandel, come io so che che sai, va bene? Abbracci.

      1. la sapienza enologica di Enrico (Malgi, of course) è impressionante: complimenti!

  6. Mai come quella di Lello, ovviamente, con cui cerco di andare in pareggio senza riuscirci. Abbracci.

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