Ed ecco 24 numeri per capire il vino italiano al di là delle seghe mentali: il bilancio dell’Unione Italiana Vini


Ernesto Abbona

Ernesto Abbona

Presentati i numeri del settore vitivinicolo nazionale nell’8a edizione del Corriere Vinicolo

“Soddisfacenti, ma non vincenti. Definirei così i numeri del vino italiano di questo 2017, fotografati da ‘Vino in Cifre 2018’, l’annuario del Corriere Vinicolo, edito da Unione Italiana Vini in partnership con l’Osservatorio del Vino. I dati ci consegnano un anno complesso per il settore che ha ritrovato un’ottima spinta nel mercato interno, con la ripresa dei consumi confermata durante le festività natalizie, ma ha sofferto in competitività sul fronte export, dove siamo stati rallentati da un sistema burocratico e amministrativo che ha causato la nostra perdita di leadership in Usa. Il 2018 rappresenta quindi una nuova sfida, che siamo pronti ad accogliere per un nuovo salto di qualità del nostro comparto”.

Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, commenta i numeri del settore vitivinicolo nazionale, fotografati dai dati statistici elaborati dal Corriere Vinicolo nell’ottava edizione dell’annuario Vino in Cifre. Nelle 72 pagine di tabelle, grafici ed elaborazioni esclusive, viene presentata l’evoluzione del settore vitivinicolo a livello mondiale, europeo e italiano: dal potenziale produttivo ai consumi, dal commercio ai prezzi e, novità quest’anno, la sezione “Vino in Cifre Bio”, dedicata al segmento dei vini biologici.

“Se la scarsa produzione del 2017 sta facendo sentire i suoi effetti sul fronte prezzi, con ripercussioni potenzialmente negative sui mercati internazionali – aggiunge Paolo Castelletti, segretario generale UIV – il settore sta però assistendo ad un risveglio della fase produttiva, con richieste di nuovi impianti che stanno contribuendo a compensare l’erosione strutturale delle superfici. Infatti, pur con un sistema autorizzativo che ha mostrato diverse problematiche nei primi anni di applicazione, abbiamo finalmente un ‘vigneto Italia’ che si sta stabilizzando attorno ai 640.000 ettari. Un dato che ci fa ben sperare per il futuro, soprattutto se i correttivi che abbiamo richiesto al Ministero saranno implementati nel bando 2018, consentendo alle imprese di ottenere le superfici necessarie a realizzare i propri progetti”.

“La messa in sicurezza del potenziale in vigna va però difesa puntando su una migliore qualità delle nostre vendite – precisa Ernesto Abbona. Se possiamo, infatti, dirci soddisfatti delle prestazioni del comparto spumanti – a settembre in Gran Bretagna abbiamo per la prima volta superato i francesi anche in termini valoriali, a quota 179 milioni di sterline (+24%) – e delle prestazioni dei vini in bottiglia italiani in Cina e in Russia, c’è molto invece da fare per tornare ad essere leader in mercati strategici come gli Usa, dove stiamo patendo il ritorno dei vini francesi e il successo di quelli neozelandesi. E’ quindi importante – conclude il presidente Abbona – tornare ad investire come Sistema Paese sul vino italiano, avendo il supporto delle Istituzioni in una logica di sinergia, e a riflettere come filiera unita, attuando strategie di lungo termine che valorizzino tutti i soggetti coinvolti”.

 

Vino in Cifre 2018. Edito da Unione Italiana Vini in partnership con l’Osservatorio del Vino e in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, è liberamente scaricabile in formato PDF a questo link.

 

VINO IN CIFRE 2018. NUMERI IN PILLOLE

 

Il consumo di vino nel mondo: 281 milioni di ettolitri su un totale alcolici di 2,5 miliardi (11%)

Il primo Paese per consumi di rosso: La Cina (16 milioni di ettolitri)

Il primo Paese per consumi di bianco: Gli Usa (13 milioni di ettolitri)

Il primo Paese per consumi di spumanti: La Germania (3 milioni di ettolitri)

Primo esportatore a valore di spumanti: Francia (3,2 miliardi di dollari). Ma l’Italia è quella con i tassi di crescita più alti: +13%

Il primo fornitore di vino in bottiglia nell’UE: Il Cile (1,6 milioni di hl)

La regione più vitata in Italia. Sicilia: 99.000 ettari su un totale di 646.000

La regione che è cresciuta di più negli ultimi 15 anni. Veneto: 87.000 ettari (+13.200)

La superficie del vigneto biologico in Italia. 104.000 ettari, il 16% sul totale, di cui 39.000 in Sicilia

La varietà più prodotta nel 2017. Glera (19 milioni di barbatelle)

Numero di bottiglie di vino Dop prodotte nel 2016. 1,1 miliardi

La Dop più imbottigliata in assoluto. Prosecco Doc (410 milioni di bottiglie nel 2016)

Il peso delle prime 5 Dop sul totale imbottigliato a denominazione di origine. 44% (Prosecco Doc, Chianti, Montepulciano d’Abruzzo, Prosecco Superiore CV, Asti/Moscato)

Prime 5 destinazioni vini fermi bottiglia italiani. Usa, Germania, UK, Canada, Svizzera

Prime 5 destinazioni spumanti. UK, Usa, Germania, Svizzera, Francia

Prime 5 destinazioni frizzanti. Germania, Usa, Austria, Messico, UK

Prime 3 destinazioni vini bag-in-box. Svezia, Norvegia, UK

La quota valore del Prosecco sull’export Italia. 60% su totale spumanti, 13% su totale export Paese (dato settembre 2017, 550 milioni di euro)

Primo fornitore di vini in bottiglia e spumanti in Italia. Francia. Prezzo medio 21 euro/litro spumante, 4,90 vini in bottiglia

Primo fornitore di vino sfuso in Italia. Spagna. Prezzo medio 0,39 euro/litro

Il consumo pro capite di vino in Italia. 36 litri (31 la birra)

Quota dei consumatori di vino sul totale popolazione. 52% (28 milioni di persone)

Consumatori quotidiani. 13 milioni contro 15 di saltuari

Spesa annua in vino delle famiglie italiane. 4 miliardi di euro

2 Commenti

  1. Bisognerebbe però anche vedere il peso economico delle produzioni. Il dato sull’importazione in Italia di spumanti francesi, vale a dire Champagne, parla di 21 euro il litro. Il Prosecco non credo arrivi a 3 euro il litro, tanto per fare un esempio. Ancora, di Chianti se ne fa una marea, ma a prezzi molto bassi. Di Barolo forse un decimo, ma credo che alla fine il peso economico sia molto simile.

  2. Io abito in una zona dove il vino si fa per passione,riferimentato in bottiglia,con tappi a corona,a prezzi onesti,senza tanti blasoni,o profumi e sapori di cuoio,e idiozie varie,in vigna un po’ di solfato quando serve e nessun diserbo,qualche furbone lo chiama bio per farlo pagare di piu,sono vini poco conosciuti all’estero,ma per noi ottimi,se la doc più venduta e il prosecco,vuol dire che forse noi di vino ne capiamo poco,ma il prosecco io lo lascio volentieri agli inglesi o ai tedeschi.Ormai si pensa solo ai numeri ,battere i francesi!!signor Abbona la qualità?io in giro nei vini ne vedo poca

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