Verticale Falanghina CRUna DeLago 2012-2004 La Sibilla


Cruna DeLago La Sibilla

E’ la vigna che circonda la cantina, ha circa mezzo secolo ed è tutta a piede franco. Della serie: fossimo in Francia sarebbero solo magnum da cento euro. In una bella domenica ottobrina, nella pausa tra la vendemmia e quella del falanghina, abbiamo fatto questa bellissima cavalcata che è anche la storia della Sibilla: da Maurizio De Simone a Vincenzo Di Meo passando per Roberto Cipresso.
La conferma delle potenzialità di allungo della Falanghina anche in questo areale.

Cruna Delago 2012 La Sibilla

CRUna DeLago  2012
Bella nota di pesca e di albicocca mature al naso. Seguono note verdi di macchia mediterranea. Al palato l’ingresso non fa nessuna concessione alla dolcezza, prevale subito l’acidità che detta la beva con dei rimandi fruttati molto piacevoli sino alla chiusura lunga e molto intensa. La bocca ricorda i toni salati marini e l’amaro della scorza di arancio. Molto complessa e intrigante anche grazie ad una piccolissima percentuale di macerato (siamo sul 3 per cento). Cammina verso una bella evoluzione ed è ancora alla ricerca dell’equilibrio prossimo a venire.
Voto 90

CRUna DeLago  2011
Il naso è meno intenso e volge ancora all’agrumato giallo, limone e cedro. In bocca la materia è decisamente più sottile della precedente, quasi scarna. Sicché la beva è sostenuta sorattutto dall’acidità e dalla sensazione di amaro che allungano il vino oltre i lati della lingua sfioranto il palato e chiudendo abbastanza rapidamente. Il segnale di un’annata decisamente minore, qui come altrove, ma risolta con molta perizia di Vincenzo, alla sua seconda vendemmia da solo, e in grado di avere una buona utilità soprattutto sui crudi di pesce.
Voto 89

CRUna DeLago  2009
Un naso molto complesso e affascinante, di pesca sciroppata, zafferano, note di arancia. Sicuramente evoluto. Il contrappasso in bocca è una beva con minore mordente, in cui l’acidità è quasi rientrata mentre il frutto appare notevolmente diluito rispetto alle aspettative. La sorpresa è costituita anche da una sensazione di dolcezza proprio nel finale che prevale sulla nota amara caratteristica delle prime due annate. L’ultima vendemmia di Roberto Cipresso.
Voto 89

CRUna DeLago 2008
La prima impressione olfattiva è quella della pastiera napoletana con i fiori di arancio. Segue più marcato l’agrumato. Dopo una decina di minuti prendono piede invece note tostate, a volte fumé che allungano i sentori e li rendono molto complessi. Siamo davvero lontani da ogni semplificazione della Falanghina. Ci sono anche cenni, piacevoli, di idrocarburi. C’è una completa corrispondenza tra il naso e la bocca: qui entra ben sostenuto dalla freschezza, ritornano le note di pasticceria ma però subito bilanciata dalla sapidità e dalla nota amara che ritorna prepotente bnel finale come nelle prime due annate degustate . Vino di grande carattere, da conservare ancora a lungo.
Voto 91

CRUna DeLago 2007
Annata difficile, come ricorderete. Però il vino segue un percorso didattico. Il colore, anzitutto, diventa giallo paglierino carico. Il naso è una esplosione, piuttosto monocorde, di frutta matura, sciroppata talvolta: pesca, albicocca. Il giallo è comunque il colore che viene più rimandato sia al naso che al palato. In bocca appare un po’ pesante, viene per la prima volta meno la freschezza ed è più difficile da bere. Manca, a sorpresa, anche un po’ la concentrazione.
Voto 87

CRUna DeLago 2006
La prima vendemmia di Roberto Cipresso che ha ben interpretato la falanghina puntando sulle note floreali e fruttate senza lasciare spazio né alla morbidezza e nè alla dolcezza. Il naso è un agrumato evoluto, note salmastre e iodiato molto piacevoli,  torna l’idrocarburo. In bocca ha un ottimo equilibrio con l’acidità che sostiene la beva con un piglio deciso.Al palato è sapida, piena, lunga. Una bellissima bottiglia che promette una lunga evoluzione.
Voto 90

CRUna DeLago 2004
L’ultima vendemmia gestita da Maurizio De Simone che mise un 10% in barrique nuove. Il naso è segnato da questa scelta: è sicuramente piacevole, ma prevalgono note balsamiche e di spezie dolci. Segue ancora l’agrumato. In bocca è ben sostenuto da una freschezza che risolve i problemi di appesantimento, decisamente inutile.
Voto 88/100