Il Vicolo della Neve riapre a Salerno con una consulente eccezionale: Nonna Maria Caputo!


Antica Pizzeria Vicolo della Neve
Vicolo della Neve 24
Telefono: 089-7012684
Sempre aperto a pranzo e cena

Vicolo della Neve, i titolari Marco Laudato, Fiorenzo Benvenuto, Gerardo Ferrari

Di Carmen Autuori

Quando nel 2021 si ebbe notizia della chiusura dell’Antica Pizzeria Vicolo della Neve, locale simbolo della gastronomia salernitana che prende il nome dal vicolo dove una volta nei sotterranei era conservata la neve e mirabilmente rappresentato nei versi del poeta Alfonso Gatto, al grande dispiacere e, forse anche al senso di vuoto, si aggiunse il timore che nulla sarebbe stato più come prima e invece, grazie a tre bravi imprenditori, l’anima di questo luogo che è storia e memoria squisitamente salernitana continua a vivere.

Vicolo della Neve, l’insegna

Parliamo di Fiorenzo Benvenuto e Gerardo Ferrari già titolari di Umi, uno dei migliori ristoranti giapponesi in Italia secondo la guida 50 Top Italy, di una enoteca in via Masuccio Salernitano in pieno centro storico e di un ristorante in riva al mare, La Crestarella a Vietri, con loro anche il cuoco Marco Laudato. E poi c’è la signora Maria Caputo, la nonna di Gerardo, che trasferisce ogni giorno la sua sapienza antica ai ragazzi della brigata. Sono sue le ricette che da sempre sono state proposte al Vicolo della Neve come il peperone imbottito, la parmigiana all’uso salernitano ovvero con le melanzane prima passate nell’uovo e nella farina e poi fritte, la milza, la pasta e piselli con i tocchetti di patate a dare cremosità e poi un’antichissima zuppa di cipolle con l’uovo che una volta si usava preparare per le puerpere per favorire l’allattamento.

Vicolo della Neve, nonna Maria Caputo

Le sale conservano gli elementi più importanti di quelle originali come gli archi di pietra, parte di un dipinto del pittore Clemente Tafuri che rappresenta un pappagallo che, si dice, una volta appartenesse al locale e le fiamme dell’Inferno, un antico frigorifero, cucina a vista e ai muri alcune delle innumerevoli poesie di Alfonso Gatto, appassionato frequentatore dell’antica pizzeria dove amava intrattenersi con ospiti illustri come Eugenio Montale e Fabrizio De Andrè, ma anche con gente comune. Alla sua trattoria preferita il poeta ha dedicato una bellissima lirica, Il Vicolo della Neve.

Vicolo della Neve, l’antico frigorifero

Vicolo della Neve, gli archi in pietra

Vicolo della neve, la cucina a vista

Questo locale sospeso nel tempo non è solo un ristorante, ma anche un insieme di quadri di vita. Basta chiudere gli occhi ed immaginare la solitudine “dell’uomo triste che beve il suo vino appassito”, allungare lo sguardo sul vicolo e vedere il balcone dove una volta si affacciava “smargiassa” una delle tante donne di malaffare che abitavano nelle vicinanze, o ancora immaginare “l’odore di nassa” che inondava l’antica pizzeria che poi è quello del mare che s’intravede alla fine del vicolo: tutte figure che rimandano ad un tempo che fu e che continuano a vivere tra le mura di questo luogo iconico.

Vicolo della Neve, le poesie di Alfonso Gatto

<<Il locale vuole essere il filo rosso che, attraverso la cultura gastronomica più autentica, ci riporta alle nostre radici più profonde – ci racconta Fiorenzo Benvenuto – e lo facciamo mantenendo il genius loci di Vicolo della Neve che, da sempre, è stato luogo di ritrovo oltre che di ristoro. La nostra cucina è improntata alla tradizione più pura, sia di mare che di terra, all’ insegna della territorialità e della stagionalità ed anche della ritualità, mi riferisco ai piatti tipici delle feste comandate, e su questo nonna Maria – la vera anima della nostra cucina – non transige. Abbiamo una piccola carta dei vini, soprattutto dei Campi Flegrei, beneventani, vesuviani, cilentani, ma c’è la possibilità per i clienti di poter acquistare anche altre tipologie di loro gradimento presso la nostra enoteca e consumarli qui>>

Cosa si mangia al Vicolo della Neve

Tra gli antipasti protagonista resta il peperone imbottito, rigorosamente senza carne. Morbidissima farcitura a base di pane, uova, capperi ed i peperoni rigorosamente privati della pelle.

Vicolo della Neve, il peperone imbottito

Ad affiancarlo la parmigiana, compatta dove il pomodoro e il latticino sono in perfetto equilibrio, l’uno esalta l’altro.

Vicolo della Neve, parmigiana di melanzane

E poi le morbidissime polpette, attenzione non con il pane grattugiato ma con la mollica di pane raffermo, prima fritte e poi immerse in un voluttuoso sugo di pomodoro: il gusto è lo stesso da oltre un secolo. C’è anche la versione light che nonna Maria ci ha ‘spoilerato’: <<Preparo il sugo senza soffriggere la cipolla, nel frattempo realizzo le polpette e le passo, dopo averle infarinate, nell’uovo sbattuto che diventa così il collante, le immergo nel pomodoro e le lascio cuocere. Queste polpette sono molto adatte ai bambini e a chi vuole mantenersi leggero>>.

Vicolo della Neve, le polpette

Tra i primi, oltre alla pasta e piselli con le patate, immancabile la mitica pasta e fagioli ripassata al forno, oggi si chiama in doppia cottura una volta era uno straordinario piatto di recupero.

Vicolo della Neve, la pasta e fagioli ripassata

Tra i secondi la carne alla pizzaiola, il totano imbottito, le alici alla ‘piattella’, la frittura di paranza e tutto ciò che offre la stagione.

Le fiamme del forno a legna, mirabilmente rappresentate da Tafuri nel suo affresco, continuano a dorare il magnifico calzone di scarole e le pizze, come da tradizione, di stile salernitano.

Per dessert la Scazzetta di Pantaleone, le delizie al limone e la pastiera.

Vicolo della Neve

In conclusione, L’ Antica Pizzeria Vicolo della Neve resta la roccaforte di una sorta di mitologia tutta salernitana dove dei e dee sono i peperoni, la parmigiana, le alici appena pescate, la farina, il grano della pastiera e l’odore del forno perennemente acceso.

Antica Pizzeria Vicolo della Neve
Vicolo della Neve 24
Telefono: 089-7012684
Sempre aperto a pranzo e cena

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