Le Grazie, il sogno di Bernardino Cera tra Montecorice, vino e accoglienza
di Ornella Buzzone
C’è un punto sopra Montecorice, in provincia di Salerno, dove lo sguardo si perde tra filari di vite e ulivi secolari, dove il silenzio della collina si mescola al profumo del mare. Da una parte si scorge Punta Licosa, dall’altra l’orizzonte si apre sulla baia di Acciaroli. È qui che prende vita Le Grazie, azienda agricola e agri-residence che racconta il Cilento attraverso la memoria, la fatica e la passione di una famiglia.
La storia personale di chi oggi guida l’azienda è parte integrante del racconto. Bernardino Cera, quarantuno anni, nato a Novara, conserva i ricordi vividi delle estati passate a Montecorice: la messa in onore della Madonna delle Grazie celebrata in collina, la strada sterrata che portava alla chiesetta, la piccola pozza d’acqua che da bambino cercava come un tesoro, i fuochi d’artificio che illuminavano il cielo. Quella spensieratezza è diventata la spinta a tornare, a lasciare una carriera sicura al Nord e a dedicarsi alla terra di famiglia. Così, da una scelta coraggiosa, è nato un progetto che unisce produzione e ospitalità, radici e futuro.
Le Grazie si estende su circa ventotto ettari, con tre ettari vitati. Nei filari convivono varietà autoctone e internazionali: 6.000 piante di Fiano, 600 di Falanghina, 2.600 di Aglianico, 600 di Angiolina, 600 di Piedirosso e 1.000 di Sirah. L’Angiolina merita una menzione a parte: è un’antica vigna locale ancora poco conosciuta, oggetto di studi all’Università di Portici per definirne l’origine genetica; da queste piante nasce un vino che racconta l’enigma e la ricchezza del territorio.
La produzione è iniziata con l’olio extravergine, proseguita con i fichi bianchi del Cilento e, dal 2018, ampliata con il vino, che oggi rappresenta il cuore dell’azienda. Ma qui il vino non è solo prodotto: è parola, memoria e dedizione. Sedersi davanti a una bottiglia significa emozionarsi, confrontarsi, condividere: ogni nome è una scelta intima, un legame con una storia famigliare.
Vincenzì, 100% Fiano, è la prima etichetta nata. Dedicata al prozio paterno partito a fine Ottocento per cercare fortuna in Brasile, è un tributo alle radici su cui poggiano le vigne. Paglierino luminoso, al naso si apre su toni di pesca e frutta esotica, con note balsamiche di menta e sfumature minerali e tabaccate. Al palato è caldo e vellutato, sostenuto da una bella acidità e da una sapidità che rendono la beva equilibrata e persistente; la corrispondenza naso-bocca è netta e lascia una scia minerale e balsamica che invita al secondo sorso.
Colli Montecoricesi Bianco IGP è invece un inno alla terra. Quei colli che lo hanno visto correre da bambino, tra feste popolari e panorami mozzafiato, sono gli stessi che lo hanno spinto a tornare a casa, a Montecorice. Questo vino, nato dall’unione di Fiano e Falanghina, racchiude l’essenza minerale e luminosa di un territorio che lo ha fatto innamorare. È un bianco che riflette la freschezza del Cilento: giallo paglierino brillante, profuma di fiori e frutti bianchi. In bocca conquista con le sue spiccate note minerali e un sorso agile e pulito. Con i suoi 12,5% di alcol, è il vino perfetto per accompagnare piatti di mare e per trasmettere in calice la vitalità della collina che guarda il Tirreno.
Il Sarto, Aglianico Cilento IGP, è un vino di corpo e carattere dedicato al nonno materno, un uomo il cui mestiere era confezionare abiti su misura. L’Aglianico delle colline di Le Grazie si presenta di un rosso rubino vivo; al naso esprime sentori di piccoli frutti rossi come ciliegia e prugna, note floreali di violetta e accenti speziati di pepe nero con una lieve vena vegetale. Al palato i tannini sono eleganti e ben integrati, la struttura è solida e la persistenza notevole; è un vino pensato per il cibo di terra: carni alla brace, formaggi stagionati e primi robusti come una pasta e patate con provola affumicata.
Don Ciccio prende il nome dal nonno paterno e nasce principalmente dall’Angiolina, quell’uva che ancora conserva un alone di mistero e che rappresenta la voglia di ricerca dell’azienda. È un vino che unisce la profondità della memoria familiare con la curiosità della sperimentazione viticola: rappresenta la volontà di valorizzare ceppi locali e di portare alla luce antiche identità ampelografiche.
Ripè Rosa è lo spumante in rosa dell’azienda, un metodo Charmat lungo ottenuto per lo più da Sirah al 90% con una quota di Fiano al 10%. Il nome nasce dal richiamo delle riperosse di Montecorice, quella costa a strapiombo sul mare che si tinge di colori spettacolari, e dal Monte Rosa che Bernardino ammirava nella sua infanzia a Novara; due paesaggi lontani che si incontrano in un calice. Nel bicchiere si presenta di un rosa brillante con perlage fine; al naso è fragrante e floreale, con note agrumate; al gusto è fresco, leggermente minerale e aromatico, perfetto per brindisi, occasioni conviviali e abbinamenti con pesce e carni bianche.
Ogni bottiglia delle Grazie è dunque una mappa di sentieri interiori: i nomi sono omaggi, i profili organolettici sono la traduzione in gusto di un territorio e di una storia. Bernardino non ha inteso il vino come semplice prodotto commerciale ma come mezzo di comunicazione: un modo per raccontare la gente, i paesaggi, le stagioni delle sue colline.
Accogliere è la naturale estensione di questa filosofia. L’agri-residence Le Grazie è nato per far vivere il luogo più che per semplicemente ospitare; quattro appartamenti, ciascuno pensato con cura e con richiami alla natura che li circonda, accolgono gli ospiti in ambienti caldi, sobri ed eleganti, dove il profumo del legno e della pietra accompagna il riposo. La piscina panoramica è un punto di contemplazione: specchio d’acqua che riflette il cielo, solarium e vista sui vigneti, luogo di rifugio nelle giornate estive e di quiete nelle stagioni più fresche.
Al mattino la colazione diventa un rito corale: prodotti dell’azienda — olio, conserve, frutta, talvolta una bottiglia da condividere — raccontano all’ospite la terra che lo ospita.
L’agri-residence è aperto tutto l’anno e nasce per chi ama il turismo lento, per chi desidera staccare dalla fretta e ritrovare ritmi più umani. In pochi minuti si raggiunge il mare, ma qui si resta perché la quiete, la bellezza dei tramonti e il respiro della macchia mediterranea hanno qualcosa di terapeutico. È un luogo pensato per chi cerca autenticità: per coppie in cerca di relax, per piccoli gruppi che vogliono esplorare i borghi, per appassionati di enogastronomia che desiderano capire come il vino nasce dalla terra e dall’uomo.
Le Grazie è quindi molto più di una cantina e molto più di una struttura ricettiva. È l’esito di scelte che partono dal cuore: il ritorno alla terra, la cura quotidiana della vigna, l’attenzione al paesaggio e l’accoglienza come valore. È la testimonianza che i ricordi d’infanzia possono diventare progetto concreto, che la memoria famigliare può farsi prodotto e ospitalità, e che ogni bottiglia può raccontare, in modo semplice e profondo, un pezzo di vita.
Se si chiude gli occhi davanti a un calice di Vincenzì o di Colli Montecoricesi, o si assiste al lento mutare del cielo dalla piscina dell’agri-residence, si percepisce la stessa emozione che animò il bambino che giocava tra gli ulivi: la sensazione di essere a casa, la bellezza di ciò che è autentico e il desiderio di condividerlo. Le Grazie è questo: un invito a fermarsi, ad ascoltare e a riscoprire il piacere delle cose semplici, raccontate con cura e ascoltate con il cuore.
Azienda Agricola Le Grazie
Via S. Antonio 22, Montecorice (SA) 84060
https://shop.aziendalegrazie.it/it
Scheda del 15 maggio 2022

Vini azienda Le Grazie
di Enrico Malgi
Nel Cilento insistono eccellenti condizioni pedoclimatiche per produrre vini di assoluta qualità, come hanno ampiamente dimostrato nel corso degli ultimi trent’anni le aziende locali. Ad esse per fortuna si stanno aggiungendo sempre più giovani preparati ed intraprendenti, che si dedicano con forte motivazione ed orgoglio alla viticoltura territoriale perché, come afferma giustamente un viticoltore di Agropoli tornato a casa dopo una lunga esperienza formativa in giro per l’Italia, “Ciliento, è nu paccio chi nun crere int’a sta terra”.

Tra i filari dell’azienda Le Grazie
E proprio in questo ci ha creduto veramente il giovane Bernardino Cera che lavorava in uno studio di commercialista a Novara, dove è nato da genitori cilentani, e non pensava minimante di tornare al suo paesello ed invece all’improvviso è scattata la scintilla che gli ha fatto cambiare idea.

Bernardino Cera
Detto fatto, nel 2013 lascia tutto e torna a Montecorice e fonda l’azienda agricola Le Grazie, che prende il nome da una chiesetta di famiglia che si trova sulle colline del paese in località Madonna delle Grazie.

Vigna azienda Le Grazie
Dapprima inizia ad interessarsi di ulivi e di fichi della proprietà di famiglia e poi dopo si dedica alla viticoltura biologica, impiantando nel 2018 una vigna di tre ettari che già nel 2020 e 2021 ha dato i suoi frutti con la confezione di tre etichette, due bianche ed una rossa, con la collaborazione dell’enologo Alessandro Leoni.

Controetichette azienda Le Grazie
Vincenzì Fiano Campania Igt 2021. Soltanto Fiano maturato in acciaio per sette mesi. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 11,00 euro.

Vincenzi 2021 Le Grazie Montecorice
Colore giallo paglierino non troppo carico ma striato di lampi verde clorofilla. Bouquet espansivo e godurioso, dal quale emergono molteplici note olfattive di pesca bianca, mela, pera, clementina, biancospino, ginestra e tracce vegetali e minerali che inebriano le narici. In bocca entra un sorso bello fresco e sospiroso, fruttato ed aggraziato, delicato e cristallino, arioso e sapido, suadente e succoso. Appeal seducente, goloso ed accattivante, che prelude ad un fraseggio finale morbido, felpato ed elegante. Vino che migliorerà sicuramente nei prossimi anni. Da abbinare su frittura di pesce e mozzarella di Paestum.
Bianco Colli Montecoricesi Campania Igt 2021. Blend di Fiano al 70% e saldo di Falanghina. Affinamento per sette mesi in acciaio. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 8,50 euro.

Colli Montecoricesi 2021 Campania igt
Alla vista si presenta un sontuoso colore giallo paglierino abbastanza carico. Corredo aromatico ottimamente modulato e veicolato poi da ricche impronte olfattive di mela verde, mandarino, banana, ananas, zagara, gelsomino e macchia mediterranea. Solidi dl spunti speziati di ottima fattura. Sentori balsamici. Impatto del sorso sulla lingua tagliente, fine, glicerico, polposo, armonico, reattivo, scattante e stuzzicante. Coté ben ritmato, dinamico, vezzoso ed affascinante. Un bianco sicuramente tonico ed avviluppante. Chiusura appagante e persistente. Da abbinare ad un piatto di tortellini asciutti o carne bianca.
Il Sarto Aglianico Campania Igt 2020. Aglianico in purezza affinato in acciaio per un anno. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 11,00 euro.
Splendida la livrea rosso violacea che risalta nel bicchiere. Incidenza olfattiva di ottima presa laddove il naso si erge a privilegiato protagonista, perché destinatario di un corollario di intense e sontuose nuances sotto forma di ciliegia, prugna, mirtilli, cassis, more, carruba, violetta ed erbe aromatiche. Schegge speziate in sottofondo. In bocca penetra un sorso asciutto, costumato, fiero, morbido, infiltrante e terroso. Acidità evoluta. Tannini affusolati. Timbrica sapida. La percezione tattile esplora una pregnanza gustativa fluida, bene equilibrata, arrotondata, espressiva, lineare, raffinata e senza esibizione di forza. Retroaroma edonistico. Perfetto su un piatto di pasta al ragù e formaggio grana.
In definitiva si tratta di vini in itinere ancora molto giovani e quindi avranno bisogno di tempo per perfezionarsi. Basta considerare poi che la vendemmia è frutto di un’imberbe vigna che esprimerà il meglio di sé solo tra alcuni anni. Comunque siamo sulla strada giusta. I prezzi delle bottiglie poi sono molto vantaggiosi.
Società Agricola Semplice Le Grazie
Via S. Antonio, 22 – Montecorice (Sa)
Cell. 339 8884189
[email protected] – www.aziendalegrazie.it
Enologo: Alessandro Leoni
Ettari vitati: 3 – Vitigni: Aglianico, Fiano e Falanghina.










Grazie per la news cui posso solo aggiungere un paio di considerazioni e cioè la certezza che Alessandro Leoni saprà guidare l’azienda a traguardi notevoli e che il terroir vergine ed inesplorato,se ben lavorato,di sicuro contribuirà a dare vini di grande qualità FM
Si caro Francesco, il Cilento ultimamente fa rima con fermento, nel senso che c’è grande interesse da parte di giovani di cimentarsi nella viticoltura locale con ottimi risultati. Speriamo bene per il futuro.