Vini Colli di Castelfranci – Nuove annate


5/8/2022 2.6 MILA LETTURE
Vini Colli di Castelfranci
Vini Colli di Castelfranci

di Enrico Malgi

Un esempio di buona conduzione vitivinicola ci viene fornito dall’azienda irpina Colli di Castelfranci, i cui proprietari appartengono alle famiglie Colucci e Gregorio che si sono associati nel 2002 sfruttando così le grandi potenzialità che esprime il vocato territorio irpino attraverso l’impiego di vitigni autoctoni di grande spessore.

Come capita ormai da qualche anno, anche stavolta ho potuto assaggiare otto bottiglie di nuove annate.

Controetichette vini Colli di Castelfranci
Controetichette vini Colli di Castelfranci

Iris Falanghina Irpinia Doc 2021. Soltanto Falanghina allevata a 650 metri di altezza. Uva raccolta a fine settembre. Maturazione in acciaio per quattro mesi ed affinamento in vetro per un mese. Tasso alcolico di dodici gradi. Prezzo finale di 12,00 euro.

Nel bicchiere traspare un limpido colore giallo paglierino, appena venato di lampi verdolini. Il composito bouquet si esalta nel proporre al naso i suoi spiccati ed eterogenei profumi, attraverso sospirose essenze di fiori bianchi prima di tutto, seguite da percezioni olfattive di mela, pera, banana, ananas, erbe aromatiche e/o da spunti speziati e balsamici. In bocca penetra in sorso massimamente rinfrescante, giustamente sapido e gioiosamente carezzevole, oltre che raffinato ed elegante nel suo sicuro incedere. Gusto morbido e succoso. Il finale appaga totalmente le papille. Da consumare su un risotto allo zafferano e latticini freschi.

Grotte Greco di Tufo Docg 2021. Greco in purezza coltivato a 650 metri di altezza. Vendemmia effettuata ad inizio di ottobre. Affinamento per quattro mesi in acciaio ed elevazione in boccia per un mese. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.

Colore giallo paglierino lucente. Significativo lo spettro aromatico, che elargisce con nonchalance coinvolgenti e molteplici nuances di pesca gialla, albicocca, susina gialla, gelsomino, macchia mediterranea e zenzero. Bocca ampia ed accogliente, che riceve un sorso teso, trascinante, sapido, glicerico, sulfureo, soave e cristallino. Percezione tattile potente, fruttata, ficcante, ariosa, scattante, reattiva e dinamica. Silhouette elegante, affascinante e sontuosa. Darà il meglio di sé tra qualche anno, come succede sempre a questo vino maratoneta. Chiusura su toni molto gradevoli e compiacenti. Da provare sulla classica cucina di mare naturalmente, ma va bene anche su qualche preparazione di terra senza pomodoro.

Vallicelli Greco di Tufo Riserva Docg 2020. Greco al 100%. Uve raccolte a metà ottobre. Maturazione in acciaio per nove mesi ed elevazione in boccia per tre mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 20,00 euro.

Splendente di giallo consistente il colore che occhieggia nel bicchiere. Timbro olfattivo costellato da gioiose effusioni di pera, pesca, mela cotogna, pompelmo, frutto della passione, caprifoglio, gelsomino e/o frammenti speziati. In bocca penetra un sorso goloso, avvincente, raffinato, armonico e tagliente di acidità. Il Greco di Tufo sa sviluppare percezioni palatali toniche, strutturate, potenti e lievemente tanniche quasi quanto un rosso. Appeal seducente, sensuale e vibrante. Allungo finale decisamente persistente. Perfetto su un piatto di vermicelli a vongole e carne bianca.

Pendino Fiano di Avellino Docg 2021. Soltanto Fiano lavorato in acciaio per quattro mesi e poi sosta per un mese in bottiglia. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo finale di 14,00 euro.

Veste cromatica segnata da un sontuoso colore giallo paglierino. Crogiolo debordante di un pot pourri di gradevoli profumi che esaltano soprattutto la vocata predisposizione varietale di questo vitigno, che ha nel sentore di nocciola il suo punto di riferimento, insieme a sospiri fruttati di mela e di banana. Al naso si percepiscono anche voluttuose essenze di fiori di tiglio e di acacia e classiche suadenze vegetali di muschio, di eucalipto e di citronella. Captazioni deliberatamente sulfuree. In bocca entra un sorso bello fresco e morbido, fruttato ed elegante, gioioso e solido e sublimato poi da una tattilità seducente ed energica. Parliamone da qui a qualche anno. Scatto finale godibilissimo. Da associare a tanta roba di mare ovviamente, ma anche di terra. Fate voi.

Paladino Fiano di Avellino Riserva Docg 2020. Fiano al 100% allevato a Lapio, vendemmiato a metà ottobre, lavorato in acciaio per nove mesi e poi affinato in boccia per tre mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 20,00 euro.

Ottima l’iniziativa di attribuire l’appellativo “Riserva” sia al Greco di Tufo e sia al Fiano di Avellino avvenuta nel mese di ottobre 2020 da parte del Ministero delle Politiche Agricole, che prevede un invecchiamento minimo di almeno un anno. Questo vuol dire che si riconosce ufficialmente la grande capacità di serbevolezza a lunga scadenza di questi due ottimi bianchi irpini.

Alla vista si appalesa un colore giallo paglierino ben delineato. Al naso salgono prepotenti e goliardici profumi di pesca, pera, mandarino, ananas, ginestra, biancospino ed erbe aromatiche. Briciole speziate. E’ in bocca tuttavia che il vino marca la differenza, sfoderando un sorso sopraffino, comunicativo, denso, fibroso, vibrante, succoso, reattivo, sapido, acido, teso e sferzante. Tensione gustativa aggraziata, intrigante, ritmata, elegante e quasi carnosa. Elevata ovviamente la potenzialità di lunga conservazione. Affondo finale persistente ed edonistico. Vino da consumare su piatti di mare naturalmente, ma senza disdegnare preparazioni più consistenti, oppure da centellinare da solo.

Rosié Rosato Irpinia Doc 2021. Soltanto Aglianico allevato a seicento metri di altezza. Maturazione del vino in acciaio per quattro mesi e poi elevazione in boccia per un mese. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.

Nel bicchiere si scorge un brillante colore ramato. Bouquet decisamente sospiroso, che si approccia al naso elargendo conturbanti credenziali di tanta buona frutta fresca della pianta e del sottobosco, unitamente ad umori di petali di rosa e di spezie orientali. Sulla lingua impatta un sorso scorrevole, carezzevole, deliziosamente rinfrescante, slanciato, fruttato, arrotondato, morbido, suadente, stuzzicante, ben tratteggiato e sontuosamente ricamato. Disegno gustativo ottimamente elaborato, leggiadro, ammaliante e voluttuoso. Retroaroma impagabile. Da abbinare ad una bella di zuppa di pesce e pizza margherita.

Vadantico Aglianico Irpinia Doc 2019. Aglianico in purezza coltivato a seicento metri di altezza e vendemmiato a metà ottobre. Maturazione in parte in acciaio per un anno e mezzo ed un’altra viene affinata in barriques di terzo passaggio. Elevazione in vetro per sei mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 14,00 euro.

Coreografica l’ottima livrea segnata com’è da un fulgido colore rosso rubino carico e lucente. Dall’aromatico caleidoscopio si espandono a dismisura goliardici e complessi profumi di amarena, sottobosco, carruba, violetta, rosa, macchia mediterranea, spezie a go go e svolazzi terziari. Timbro terroso. Sospiri empireumatici. Sorso decisamente consistente, ottimamente strutturato, secco, corposo, materico, infiltrante e ben calibrato. Buona la spalla acida, che contribuisce ad elevare la freschezza. Cesellata per benino la trama tannica. Percezione tattile sensuale, accattivante, armonica e balsamica. Siamo ancora all’inizio del percorso. Chiusura affascinante. Da spendere su un piatto di pasta al sugo e tagliata di carne arrosto.

Alta Valle Taurasi Docg 2017. Ovviamente Aglianico in purezza allevato proprio a Castelfranci sui settecento metri di altezza. Vendemmia tra fine ottobre ed inizio novembre. Il vino sosta per trenta giorni in legno grande per la macerazione. Malolattica in barriques di primo e secondo passaggio, dove poi il vino sosta per un anno prima di passare in tonneaux per altri due anni. Affinamento in bottiglia per sei mesi. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 27,00 euro.

Bicchiere tinto da un colore rosso rubino vivo che vira già verso il granato. Sintomatico ed esemplare l’ottimo bouquet, da quale si sprigionano rimarchevoli e pluralistiche nuances che rimembrano in successione la ciliegia, la prugna, il ribes, i mirtilli, le more, la violetta, il pepe nero, la noce moscata, i chiodi di garofano, l’anice e lo zenzero. In appresso risaltano canoniche percezioni terziarie di incenso, tabacco, liquirizia, grafite, china, cioccolato fondente e caffè. Sottofondo fumé. In bocca penetra un sorso caldo, profondo, voluminoso, teso, centrato, etereo, esuberante, austero, equilibrato, croccante e vibrante. Tannini bene evoluti. Perfettamente dosato il legno. Espansione palatale balsamica, fine e rotonda. Serbevolezza ad oltranza. Fraseggio finale imperioso ed altamente soddisfacente. Con che lo abbiniamo? Trovandoci in Irpinia penso che l’ideale sia un agnello al forno e pecorino laticauda.

Una grande batteria di vini territoriali che mi hanno letteralmente conquistato. Non avevo dubbi in proposito, perché non è la prima volta che li assaggio e, quindi, conosco bene la loro eccellenza. Una perfetta sinfonia, frutto di un areale straordinario che sa esprimere questa preziosità ad altissimo livello.

 

Società Agricola Colli di Castelfranci

Via Braudano – Castelfranci (Av)

Tel. 0827 72392 – Cell. 339 3690975

[email protected]  –  www.collidicastelfranci.com

Titolare: Gerardo Colucci – Enologo: Sabino Colucci

Ettari vitati: 20 – Bottiglie prodotte: 150.000

Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.

 

15 ottobre 202o

Vini Colli di Castelfranci
Vini Colli di Castelfranci

di Enrico Malgi

A Castelfranci, piccolo borgo collinare dell’Alta Irpinia, la coltivazione della vite è predominante. Il comune  è inserito nella Docg Taurasi e si fregia anche della Doc Irpinia Falanghina, Greco e Fiano, oltre a quella dei Campi Taurasini. Qui opera l’azienda Colli di Castelfranci di proprietà delle famiglie Colucci e Gregorio, che produce una bella scorta di bottiglie, tutte di grande valore e connotate da prezzi davvero convenienti.

Ben undici le etichette in commercio, di cui sette (tre bianchi, tre rossi ed un rosato) sono state oggetto della mia recente degustazione.

Iris Irpinia Falanghina Doc 2019. Solo Falanghina lavorata per quattro mesi in acciaio e poi affinata in vetro. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale intorno ai 12,00 euro. Bottiglie prodotte n. 15.000.

Il colore che risalta nel bicchiere è quello classico di un vino bianco giovane: giallo paglierino lucente e screziato di verde, ma con la promessa di durare ancora molto nel tempo come tutti gli eccellenti vini bianchi campani. Contrasto olfattivo che non si discosta molto dal canonico registro varietale e territoriale di un bianco che è il più diffuso in Campania. Al naso  profumi floreali prima ancora che quelli fruttati, com’è costumanza della Falanghina allevata nelle aree interne e collinari: ginestra e fiori di limone in modo particolare. E poi sentori balsamici, mentolati e leggermente agrumati. Sottofondo speziato. In bocca esordisce un sorso suadente, citrino e goloso. Palato fresco, sontuoso, carezzevole e dinamico. Migliorerà col tempo. Da abbinare ad un piatto di spaghetti ai frutti di mare e carne bianca.

Grotte Greco di Tufo Docg 2019. Greco in purezza coltivato a Montefusco e Santa Paolina, lavorato sempre in acciaio e vetro per alcuni mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale orientativo di 12,00 euro. Bottiglie prodotte circa 40.000.

Qui il colore vira decisamente verso un giallo paglierino più carico. Bouquet intensamente costellato da incipienti nuances di pesca gialla, albicocca, nocciola, ginestra e salvia e interessato anche da rigurgiti di sulfurea mineralità. Zenzero e cannella come markers speziati. Sulla lingua plana un sorso pulito, sapido, fresco, avvolgente e penetrante. La bocca ringrazia, mettendosi a completa disposizione prima di arrivare alla fine della corsa completamente soddisfatta. Vino che darà il meglio di sé tra qualche anno. Da provare su un piatto di vermicelli alle vongole e latticini.

Pendino Fiano di Avellino Docg 2019. Fiano al 100% lavorato per quattro mesi in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale intorno ai 12,00 euro. Bottiglie prodotte 40.000.

Bene il Fiano è sempre il Fiano, se poi, come in questo caso, la vigna è collocata in un territorio privilegiato come quello di Lapio in contrada Arianiello, allora si tratta certamente del meglio del meglio.

Colore giallo limpido e splendente. Il crogiolo di profumi esce fuori da uno scrigno raro e ricco di muliebre beltà. Al naso salgono sublimate essenze di pera, mela, pera, clementina, gelsomino, biancospino, tiglio, camomilla e zafferano. Sospiri speziati. Approccio tattile elegante, vibrante, seducente, acido e morbido. Palato denso, fibroso, succoso, reattivo, aggraziato e comunicativo. Fraseggio finale affascinante, solido e persistente. Vino maratoneta, che da qui a dieci anni si troverà nel suo pieno splendore. Da consumare su una bella mozzarella pestana.

Controetichette Vini Colli di Castelfranci
Controetichette Vini Colli di Castelfranci

Rosié Rosato Irpinia Doc 2019. Aglianico al 100%. Quattro mesi in acciaio. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro. Bottiglie prodotte n. 3.000 circa.

Colore rosa ramato e lucente. L’esplicito bouquet sprigiona al naso voluminosi profumi di tanta buona frutta, soprattutto quella del sottobosco, insieme a rimembranze di amarena, agrumi, melagrana, chinotto, violetta e macchia mediterranea. L’incipit gustativo raffinato e  fresco. Sorso scorrevole, gentile, sobrio, ssuccoso, gradevole, equilibrato ed intensamente fruttato. Da spendere su una parmigiana di melanzane e zuppa di pesce.

Vadantico Campi Taurasini Irpinia Doc 2015. Aglianico in purezza. Solo acciaio e vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 12,00 euro. Bottiglie prodotte circa 40.000.

Rosso rubino vivo e luccicante. Lo spettro olfattivo denota subito un’ottima composizione profumata di frutta fresca e golosa, come la ciliegia, la prugna, il ribes ed il mirtillo in grande spolvero. In appresso gradevoli essenze floreali, vegetali e speziate. In bocca fa il suo ingresso un sorso sostanzioso, materico e bello spinto di freschezza. Beva morbida, equilibrata, armonica e profonda, che alletta voluttuosamente le papille gustative. Tannini superbi e ancora giovani. Chiusura su toni evoluti e bene articolati. Ne avrà ancora per alcuni anni. Da preferire su carne arrosto e formaggio stagionato.

Alta Valle Taurasi Docg 2013. Aglianico al 100%. Uve allevate a settecento metri di altezza. Affinamento in botti di rovere per tre anni. Elevazione in boccia per un anno. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale  intorno ai 20,00 euro. Bottiglie prodotte circa 10.000.

Colore rosso rubino luminoso. La componente fruttata prende subito il sopravvento, attraverso note di amarena, mora, ribes e mirtilli. Richiami di violetta, geranio, garofano, pepe nero, zenzero e noce moscata. Calibrati gli sbuffi di balsamo, carruba, eucalipto, incenso, china, tabacco e goudron. Sorso asciutto, carnoso, corposo, materico, opulento, esuberante ed austero. Generosità palatale ricca di un’evoluta tattilità che si manifesta in giochi profondi, tesi, sapidi, armoniosi e bene equilibrati. Tannini che stupiscono per la loro piena integralità. Legno ben modulato. Retroaroma rotondo, lungo e seducente. Diamoci appuntamento tra una decina d’anni. Da consumare su un cosciotto d’agnello e pecorino laticauda.

Alta Valle Taurasi Riserva Docg 2011. Solo Aglianico selezionato e con bassa resa. Lunga macerazione sulle bucce. Affinamento per tre anni in botti di rovere, un anno in acciaio e poi elevazione in bottiglia per un anno. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 40,00 euro. Bottiglie prodotte circa 3.000.

Rosso granato il vivido colore nel bicchiere. Bouquet molto espansivo, che accende il focus su ampie e variegate captazioni. E così dal crogiolo il naso aspira intense nuances di frutta del sottobosco e della pianta, intrecciata ad essenze di rosa appassita ed a sentori speziati. Sottofondo fumé. Pronunciati poi gli sbuffi balsamici, mentolati, liquiriziosi, cioccolatosi, minerali e terrosi. Attacco caldo e tonico. Ma non solo potenza e corposità, perché il vino esibisce  morbidezza, freschezza e soprattutto un’inusitata placidità di un tannino remissivo, affievolito e perfino elegante che accarezza le gengive. Anche qui il legno si è bene integrato e non prevarica. Serbevolezza a lunga scadenza. Finale persistentemente edonistico. Su cacciagione e formaggi stagionati.

Bene, è giusto sottolineare che la batteria dei vini assaggiati di Colli di Castelfranci si è dimostrata di grande rilevanza, con i rossi che mi hanno impressionato maggiormente. Solitamente preferisco più i bianchi, che pur nell’occasione ho trovato eccellenti ed in piena sintonia con la produzione aziendale, ma i tre rossi mi hanno davvero conquistato. Evidentemente il motivo risiede nel fatto che i rossi hanno già raggiunto la  loro maturità, mentre i bianchi sono ancora all’inizio del loro percorso.

Sede a Castelfranci (Av) – Contrada Braudiano
Tel e Fax 0827 72392
[email protected]www.collidicastelfranci.com
Enologo: Sabino Colucci
Ettari vitati di proprietà: 25, più conferitori
Bottiglie prodotte: 150.000
Vitigni: Aglianico, Fiano, Greco e Falanghina.