Vini Tenuta Cavalier Pepe – Nuove annate


Vini Tenuta Cavalier Pepe

Vini Tenuta Cavalier Pepe

di Enrico Malgi

Milena Pepe, proprietaria della Tenuta Cavalier Pepe di Luogosano  nel corso degli ultimi anni si è rivelata una grande produttrice vitivinicola, dopo avere ereditato dal padre l’azienda di famiglia che l’ha “costretta” a tornare in Irpinia. La proprietà è composta da sessanta ettari vitati, sette ettari di uliveti e più un avviato ristorante. Col contributo dell’enologo Gennaro Reale Milena riesce a produrre circa una ventina di etichette, alcune delle quali di assoluto valore qualitativo.

Controetichette vini Tenuta Cavalier Pepe

Controetichette vini Tenuta Cavalier Pepe

Grancare Greco di Tufo Docg 2017. Maturazione del vino parte in acciaio e parte in legno e poi sosta in vetro per sei mesi. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo in enoteca di circa 18,00 euro.

Colore giallo paglierino vispo e carico nel bicchiere, screziato appena da riverberi verdolini. L’impatto olfattivo fa da apripista a profumi fruttati di albicocca, pesca, mela, pera e pompelmo in modo particolare. Spunti odorosi floreali di caprifoglio e di gelsomino, amalgamati poi insieme a sussurri vegetali di buona sostanza. Pervasive le folate speziate di zenzero, cannella e chiodi di garofano. Palato scattante, dinamico, corroborante, vitale, agrumato e strutturato. Pungente l’acidità come lama di coltello. Timbro elegante, seducente, sapido e stimolante, che anticipa un finale tonico, fine, elegante ed intenso. Vino molto serbevole. Su un piatto di spaghetti alle vongole e mozzarella di bufala.

Brancato Fiano di Avellino Docg 2017. Il Brancato Fiano segue fedelmente la via tracciata dal Grancare Greco in tutto e per tutto, fermentando e maturando in acciaio e legno piccolo, prima di essere elevato in boccia per sei mesi. Questo Fiano ha poi lo stesso tenore alcolico di tredici gradi ed identico prezzo finale di 18.00 euro. In più, come si può notare, entrambe le bottiglie escono sul mercato a distanza di oltre due anni dalla vendemmia, come ormai fanno quasi tutte le aziende irpine con i loro bianchi di punta.

Colore giallo paglierino. Al naso ananas, pera, mela, albicocca, mandarino, nocciole e mandorle, poi note di acacia, tiglio, camomilla, muschio e citronella. Cadenze affumicate, sulfuree ed idrocarburiche. Rimandi mentolati e balsamici. Attacco in bocca di un sorso ricco, gioioso, sapido, minerale, strutturato, scorrevole ed elegante. La tattilità riesce a cogliere il giusto equilibrio tra frutto e legno che così si integrano a vicenda. Palato imponente per freschezza, centralità ed ampiezza. Chiusura persistente ed edonistica. Vino che migliorerà per molti anni ancora prima di raggiungere lo zenit. Su tutta la cucina di mare.

Santo Stefano Irpinia Campi Taurasini Doc 2015. Aglianico in purezza. Affinamento in barriques di rovere francese per un anno e poi il vino transita in vasche di cemento per due anni, prima di essere elevato in bottiglia per altri sei mesi. Alcolicità che arriva a quattordici gradi. Prezzo in enoteca intorno ai 20,00 euro.

Esaltante il bel colore rosso rubino concentrato e luminoso. Gradevoli suadenze fruttate di amarena, susina, mirtilli e ribes. Elegiache poi le odorose e variegate sussistenze speziate, floreali e vegetali, che come tessere vanno a completare il  mosaico olfattivo, insieme con afflati balsamici, tostati, tabaccosi e liquiriziosi. Sorso  morbido e vellutato e che tiene sotto controllo una trama tannica superba sì, ma già avviata sulla via della perfetta evoluzione. La percezione palatale è contrassegnata da un armonico equilibrio che affastella tutte le componenti gustative. Retroaroma profondo e lungo. Abbinamento pluralistico.

Opera Mia Taurasi Docg 2014. Ovviamente soltanto Aglianico, lavorato in barriques di rovere francese per un anno ed in vasche di cemento per due anni. Affinamento in vetro ancora per un anno. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo in enoteca all’incirca di 30,00 euro.

Veste cromatica segnata da un colore rosso rubino pieno e vivido. Spettro aromatico ricco di un generoso ed incantevole pot pourri, fatto di tante frazionate e nitide profumazioni. La parte del leone è appannaggio della componente fruttata, insieme con quella speziata: prugna, mora selvatica, pepe nero, zenzero e noce moscata in special modo. Da non sottovalutare sbuffi di violetta, carrube, balsamo, corteccia di eucalipto, erbe officinali, incenso e tabacco essiccato, guizzi sapidi, minerali, cenerini e tostati. In bocca fa il suo ingresso un sorso genuino, secco, potente, esuberante e tagliente. Calibrata la trama tannica, già in parte smussata da un modulato uso del legno piccolo. Silhouette espressiva, austera, composita ed imponente. Nel complesso si tratta di un vino ancora in piena fase di spinta, ma che già dimostra tutto il suo enorme potenziale. Da aspettare ancora per dieci anni e rotti. Sulla terragna cucina irpina.

La Loggia del Cavaliere Taurasi Riserva Docg 2013. Aglianico al 100% allevato a circa 500 metri di altezza e quindi soggetto ad ottime escursioni termiche. Vendemmia effettuata ad inizio di novembre. La maturazione del vino avviene per complessivi cinque anni, attraverso barriques di rovere francese, vasche d’acciaio e vetro. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo della bottiglia in enoteca intorno ai 40,00 per questo cru aziendale di grande rilevanza, come ho potuto constatare, e di cui si producono poche migliaia di pezzi.

Il bicchiere è tinto da un colore rosso granato concentrato e luminoso. Lo sfaccettato corredo aromatico si propone con estrema determinazione al naso, dispiegando voluttuosamente un caleidoscopico bouquet. Nel variegato crogiolo si possono così aspirare eterei rimandi odorosi di frutta della pianta e del sottobosco, sospiri floreali di rosso vestiti e tratti di spezie orientali di buona costumanza. In appresso risaltano anche echi di zolfo, funghi, goudron, grafite, ginepro, caffè torrefatto e cioccolato fondente. L’approccio del sorso in bocca è di quelli che non si possono dimenticare, perché lascia sicuramente il segno. Profonde le irradianti vibrazioni, che determinano una tensione palatale calda, centrata, dinamica, armonica, rotonda, maestosa ed opulenta. Niente o quasi astringenza. Freschezza piena. La chiusura è voluminosa ed accattivante da vero fuoriclasse. Longevità tutta da scoprire, di questo vino caratteriale, tridimensionale, profondamente territoriale e che rivendica a buon diritto una personalità molto originale. Agnello al forno e formaggi bene stagionati.

In conclusione si è trattato dell’ennesima ed ottima degustazione di vini che confermano in pieno la loro validità costante negli anni. L’accoppiata Milena Pepe-Gennaro Reale funziona a meraviglia. Alé!

Sede a Luogosano (Av) – Via Pietà, 17
Tel. 0827 73766 – Cell. 349 31772480
[email protected]www.tenutacavalierpepe.it
Enologo: Gennaro Reale
Ettari vitati: 60 – Bottiglie prodotte: 350.000
Vitigni: Aglianico, Sangiovese, Merlot, Fiano, Greco, Falanghina e Coda di Volpe.

 

3 Commenti

  1. Mi apettavo anche un bel colpo di coda (di volpe)sempre tra le migliori dell’areale.Pazienza.Vuol dire che ci rifaremo al prossimo giro.Tanto siamo sicuri che il nostro Magi pardon Malgi non si tirerà certo indietro per così poco.PS Milena oltre che brava e bella è anche simpatica e travolgente:una vera forza della natura.Ad maiora da FM

  2. Caro Francesco evidentemente la Coda di Volpe Bianco di Bellona non era disponibile, altrimenti Milena, sempre così carina e disponibile, me l’avrebbe fatta assaggiare, perché è sicuramente una delle migliori espressioni del territorio irpino. Ma gli altri vini che ho degustato non sono da meno come sai.

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