Vino e crisi del coronavirus: la parola ad Eduard Bernhart direttore del Consorzio Vini Alto Adige


Direttore Consorzio Vini Alto Adige Eduard Bernhart

Direttore Consorzio Vini Alto Adige Eduard Bernhart

di Adele Elisabetta Granieri

Intervista direttore Consorzio Vini Alto Adige Eduard Bernhart

Qual è la situazione delle vostre aziende? 

Teniamo conto innanzi tutto che la produzione vitivinicola dell’Alto Adige è una realtà microstrutturata e variegata, con quasi 5.000 aziende che occupano circa 10.000 addetti. Nel settore della vinificazione e della distribuzione il territorio è quindi popolato da piccole, se non piccolissime, realtà a gestione familiare. In questa prima fase i prodotti orientati al canale Horeca hanno subito sicuramente un rallentamento maggiore ma auspichiamo che la fine del lockdown riduca il GAP che si è generato.

 

Quanto conta il canale HoReCa per le vendite dei vostri vini? 

L’Horeca rappresenta per la maggior parte delle nostre aziende un canale fondamentale. Ad esso è destinato circa il 50% della produzione vitivinicola altoatesina. Teniamo conto inoltre che in Alto Adige l’enoturismo, settore intimamente connesso a tale canale di vendita, è un comparto per noi davvero importante.

 

Quanto conta l’export per il vostro comparto vitivinicolo?

Ad oggi l’export si attesta mediamente intorno al 25%. I vini dell’Alto Adige sono infatti ampiamenti apprezzati all’estero e negli ultimi anni si sono registrati numeri importanti a livello di esportazioni. Al fine di supportare il brand Südtirol Wein, il Consorzio svolge inoltre un importante lavoro di promozione all’estero. Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra, Paesi Bassi, Italia, ma anche Stati Uniti, Russia, Cina e Giappone sono solo alcuni dei Paesi in cui il Consorzio ha lavorato in questi anni al fine di far conoscere e diffondere la ricchezza enologica che sa offrire il territorio vitivinicolo altoatesino.

 

Come si stanno comportando i mercati esteri nei confronti dei vostri prodotti? 

È anche grazie all’intensa attività di promozione messa in campo in questi anni che i mercati esteri in questa difficile fase hanno tenuto, riconoscendo ai nostri prodotti un’unicità e una personalità inimitabile.

 

Quali sono le strategie che state mettendo in atto a sostegno delle aziende?

Ad oggi il nostro impegno principale, di concerto con gli altri attori del sistema, è quella di essere quanto più possibile responsive sul fronte delle fonti di finanziamento a supporto del settore. Stiamo lavorando per rimodulare le misure OCM vino e ci stiamo adoperando, per quanto concerne le nostre competenze, per facilitare gli investimenti che riguardano il comparto.

Per quanto concerne il mercato Italia abbiamo cercato di incentivare e promuovere il canale delle vendite delle nostre aziende inserendo sul sito del Consorzio Vini Alto Adige una nuova sezione dalla quale è possibile accedere direttamente ai siti delle cantine socie che dispongono dei servizi di online shop o di consegna a domicilio. Abbiamo e stiamo realizzando una serie di digital tasting coinvolgendo i giornalisti della stampa di settore e non solo allo scopo di raccontare l’andamento dell’annata 2019 e presentare i nostri vitigni. Anche dal punto di vista delle interazioni sui social network abbiamo cercato di mantenere un dialogo costante con il consumatore.

Non da ultimo abbiamo e stiamo cercando di porci in un atteggiamento di attento ascolto dei nostri soci ma anche di tutti gli altri stakeholder del sistema.

 

Rese ridotte, distillazione… quali misure prenderete per fronteggiare la crisi?

In queste settimane si è aperto un tavolo di discussione molto serrato volto a verificare i diversi fabbisogni dell’intera filiera e valutare le proposte più idonee da formulare. Non appena ci saranno i presupposti il Consorzio delibererà tutto quanto sarà opportuno mettere in campo al fine di offrire delle misure che possano essere di massimo supporto ai nostri soci.