Vogliamo l’Aglianico Ogm?


 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ho saputo che stanno giungendo a termine numedrosi progetti per viti Ogm, tra cui il progetto Barbera Ogm della Fondazione Bussolera-Branca con l’Università di Pavia e Milano. All’interno di questa koiné “culturale” so che sta compiendosi anche un interesse “scientifico” per produrre cloni di Aglianico Ogm

i motivi di chi conduce tali sperimentazioni sono di natura economica, anche se vengono addotti motivi sanitari e culturali molto forti (e cioè che piante della tradizione, tramite la manipolazione genetica, sono rese molto più produttive e capaci diresistere praticamente a tutto, senza alcun bisogno di trattamenti).

Sta tornando il mito di una “razza” ariana, pura, immune da difetti, vigorosa e bella? Sì.

Ma io credo, piuttosto,che il difetto, e non la perfezione, faccia parte della vita: questa perfezione Ogm mi sa tanto della perfe zione della plastica.

 

Ps. Per il pomodoro San Marzano la Metapontum Agrobios, oltre ad altri enti pubblici, sperimenta l’Ogm già da oltre dieci anni… non sono chiacchiere, sono fatti di cui si deve iniziare a parlare, soprattutto contattando biologi e scienziati fuori dal coro, per sentire un’altra campana

 Gaspare Pellecchia

19 Commenti

  1. e poi un dato interessante, anche questo da me raccolto anni fa da un noto enologo: le piante di aglianico se virosate (cioè se attaccate da virus) producono mosti più interessanti, in quanto la minore produzione di zuccheri fa aumentarne la acidità… come dire? la natura se fa da se’, fa per tre!

  2. Forse vivo in un altro paese, ma mi sembra che l’unica campana che sento suonare è quella anti-ogm senza se e senza ma dall’ex-ministro Zaia, passando per Dissapore e finendo a Luciano Pignataro. Come in tanti altri settori delle attività umane(vedi medicina omeopatica e fecondazione assistita) prevale un atteggiamento anti e ascientifico che vede negli scienziati novelli Frankenstein pagati (purtroppo per noi senza arricchirci)dalle multinazionali cattive.
    Il tutto mentre vengono tranquillamente modificati i disciplinari per rendere lecito quello che viene già praticato illecitamente su larga scala(vedi brunellopoli) alla faccia della tipicità e del vitigno autoctono.

    1. Io sono assolutamente a favore della ricerca scientifica senza se e senza ma in tutti i campi, e, al tempo stesso, sono per l’assoluta trasparenza commerciale.
      La pappetta è ogm? Mettilo in etichetta, poi chi vuole la compra

      1. Trovo singolare questo ragionamento: nascondiamo le informazioni perché altrimenti si crea allarmismo e non si vende
        Posto che degli affari delle multinazionale mi importa molto poco, chi decide cosa e per chi? Siamo al Grande Fratello?
        Invece serve tanta informazione, in etichetta in primo luogo. Eccome se serve!
        Non scherziamo per favore, e non consideriamo la gente una massa di imbecilli che non sa decidere

        1. Evidentemente o non mi sono spiegato io o lei fa finta di non capire. In questo mondo perfetto io pago le tasse e vivo in uno stato che mi fornisce dei servizi. Per quanto le conoscenze di ogni singolo individuo siano ampie ci sono settori in cui demandiamo le nostre scelte ad altri che hanno maggiori conoscenze di noi: quando le va dal medico decide lui quale antibiotico somministrala nel caso abbia un infezione e non lei o io perchè decideremmo solo a simpatia dei nomi. Una cosa analoga dovrebbe essere fatta per gli OGM: un ente fatto di persone competenti e imparziali faccia le ricerche del caso e decida segli OGM facciano male o no dopodichè se fanno male vengano bnditi dal commercio ma in caso negativo perchè è necessario metterlo in etichetta?
          Molte delle varietà di vegetali che mangiamo oggi sono state selezionate attraverso l’uso di radiazioni ionizzanti ma tutti lo ignorano pensando che viviamo nel mondo del mulino bianco.
          E poi se mi consente un’ ultima riflessione, sono altri gli atteggiamenti che denotano un disprezzo verso il popolo bue come ad esempio creare tramite i mezzi di informazione allarmismi che si rivelano poi ingiustificati solo per un tornaconto economico.
          Credo non ci sia nulla di male, e sono in parte daccordo, nel dire che gli OGM per un prodotto come il vino siano tutto sommato inutili visto che neglli ultimi anni la produzione è quantitativamente sesa a vantaggio della qualità ma per piacere non diteci che mangiando un organismo ogm il nostro DNA possa essere modificato!!!

      2. E’ proprio questa sua visione specialistica, tipica degli ultimi vent’anni, che demanda ad altri scende di fondo alla base della crisi in cui ci troviamo.
        E il fallimento di questa visione è sotto i nostri occhi: l’uomp è alienato, l’individuo solo, pochi decidono e sia arricchiscono per tutti.
        Non è uno scienziato che mi deve dire se usare o meno gli ogm, si tratta di una scelta politica che dvee coinvolgere produttori e consumo.
        Mio padre era medico, figli odella cultura umanistica che ora è tanto disprezzata da questa Italia dei ragionieri, anche di una branca allora moderna, la neuradiologia. Mi ha sempre detto una cosa: due medici, due teorie. Se ti senti male è meglio che segui il tuo istinto per curarti
        Comunque la rimando, se ha voglia e tempo, a quello che ho scritto dal congresso di Slow Food. So che la farà sorridere, ma intanto lei soffre e io sogno

        1. Mi creda la mia fiducia nella scienza non è ne cieca ne totale ma ne ho ancora di meno nella democrazia del televoto.

  3. Fortunatamente il panorama ampelografico campano è cosi variegato che ci permette di utilizzare i nostri cloni “naturali” di Aglianico. Un esempio a tal riguardo è la sperimentazione che lo STAPA-CEPICA di Avellino, in collaborazione con Antonella Monaco e il sottoscritto, sta portando avanti su alcuni vitigni storici campani. Tre di questi (il mangiaguerra, l’ aglianico lasco e l’aglianichello) in realtà sono cloni di aglianico. I vini sperimentali che abbiamo vinificato nel 2008 li potrete degustare martedi 18 maggio a Vitigno Italia.

  4. infine due ultimi problemi:
    -i trasposori , cioè i pezzi manipolati del dna, sono forse capaci di modificare pezzi anche del nostro dna, e dunque indurre tumori;
    -l’impoverimento del genoma, cioè della biodiversità, conseguente alla eventuale diffusione o prevaricazione di questi mostri, un vero danno ambientale.

    due temi aperti, ma importanti per l’alimentazione.

    1. questa cosa dei trasposori non l’avevo mai sentita…averecelo un pò di aglianico nel DNA! :-)

      1. Non l’avevi mai sentita perchè si chiamano trasposoni e esistono anche quelli naturali. Sono segmenti di DNA che hanno la capacità di “muoversi”, di spostarsi da una parte del genoma all’altra. Li possiedono i batteri, i lieviti, le piante e gli animali. Ovviamente con l’ingegneria genetica possono essere modificati dagli scienziati ed essere utilizzati come vettori di DNA eterologo.

  5. Se si sceglie una foto come quella che appare qui sopra per affrontare il discorso degli OGM e delle loro possibili ricadute sul miglioramento della vite, e’ chiaro che il messaggio che passa non e’ quello di una persona che e’ interessata a discutere con atteggiamento aperto e imparziale.

    1. La foto è divertente e va benissimo
      Sono aperto alla discussione, ma non ho mai coltivato il mito dell’imparzialità.

  6. Immaginate quel bel pollo gigante al forno arrosto con le patate…………….mi offro di testare se fa male!!!!!!

  7. facciamo così……ad abbatterlo ci penso io(gli racconto la barzelletta del pollo che dice ad un amico…lo sai hanno portato mio padre in ospedale…….e dove l’anno ricoverato?…….al poLLiclinico!!! morirà dal ridere,garantito!!)……..a cucinarlo ci pensi tu…..magari imbottito. :-D

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