Walter Massa: dedico il mio premio Gambero rosso ai viticoltori sottopagati


Walter Massa

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Walter Massa

Il GAMBERO ROSSO mi ha assegnato un premio speciale,“VITICOLTORE DELL’ANNO”; naturalmente oltre all’emozione, alla gioia, allo stupore (sapendo la“grandeur” di chi prima di me ha ricevuto questo premio), alla forza di perseverare, di stare con i piedi e la testa dove sei sempre stato, rifletti a chi dedicarlo. Con la testa voli: la famiglia, i collaboratori, i bevitori, chi non c’è più.
Il premio lo voglio e lo debbo dedicare ai viticoltori che da anni conferiscono o vendono le uve e sono regolarmente sottopagati. Solo ai sottopagati, perché in realtà ce ne sono pure molti altri che conferiscono ad aziende  ottenendo la giusta remunerazione, cantine che  sono un punto di riferimento.


Sì, solo ai sottopagati, che sono la maggioranza, dedico questo premio, a loro che, gratificati esclusivamente dalla qualità del loro lavoro, insistono a coltivare ettari di paesaggio che fanno  bella l’Italia tutta intera, rendendo più umane le vigne di noi primedonne dell’enologia d’Italia. Se in Italia esistessero solo gli ettari di vigneto che hanno dignità economica, l’UNESCO sarebbe entrato in campo a braccetto del WWF, della FAO e del PENTAGONO… per proteggere codesti modelli di storia, cultura, economia ed ambiente antropicizzato.
La presenza, l’esistenza e  la resistenza di questi altri vigneti, quelli che ora non rendono di che vivere, sono un grande segno di ottimismo, un guardare avanti e “mantenere valori ” in attesa che qualcuno, possibilmente della famiglia, si occupi della coltura e  raccolga tutta la cultura che esprimono riuscendo a ottenere la giusta dignità economica.
Tra le righe ho ammesso che le mie vigne senza vigneti confinanti avrebbero meno credibilità ed io, coltivatore all’antica pur con il giusto titolo di studio correlato al mio mestiere, farei molta più fatica a condurre i miei  23  ettari di vigneto: oltre al confronto verbale tra colleghi, è imprescindibile un confronto sul campo, meglio sulla “capezzagna” ove, in molti casi,avendo medesima cultivar e le stesse condizione edafiche  durante l’annata agraria, si confronta lo stato di sanità del vigneto,l’equilibrio vegetativo e produttivo,eventuali carenze e squilibri con chiari riscontri eterogenei sulla qualità del prodotto.
E poi, diciamocela tutta, se stiamo  vivendo questo particolare non euforico momento storico, la causa su tutte è chiaramente antropologica: sì, l’uomo non è stato rispettato anche se soventemente troppo viziato.
Ancora una volta la lettura del mondo rurale ci può aiutare a capire: con le forze paraistituzionali dei consorzi di tutela, delle cantine cooperative, di associazioni,senza dimenticare il ruolo a me non chiaro delle tre organizzazioni agricole di categoria, si sono create centrali di potere politico ed economico, subdolamente sociale, si è dato forza a loschi personaggi che,hanno contribuito a costruire il nulla,o al limite ad aprire qualche fascicolo presso diversi tribunali della repubblica. Lorsignori godono credibilità, ma nella vita hanno creato esclusivamente il vuoto sociale, economico e artigianale. Mi riferisco a tutti quei bell’ imbusti che non conoscono l’etica ma sono specializzati nell’estetica.
Cari colleghi viticoltori sottopagati dell’Italia, con questo riconoscimento “sogno” di avere la forza di esser  portavoce presso il ministero del turismo, “sogno” di far riconoscere “COLTIVATORI DI PAESAGGIO” quelle aziende viticole di tutta Italia di cui il mercato non remunera le uve con un prezzo almeno pari ai  costi di produzione, “sogno” di farvi emettere e pagare  le vostre fatture al ministero del turismo come coltivatori della vostra quota parte di ettari di paesaggio a 6.000 euro ettaro,ovvero il costo medio di coltivazione. Il concetto è semplice, la nostra Italia perdendo ettari di vigneto perde fortissimamente interesse turistico; l’uva sottopagata (2.500 euro ettaro?) lasciatela ai competenti ministri delle politiche agricole e del lavoro. “Sogno” che, così facendo, riuscirete a lasciare ai vostri figli almeno  ciò che i vostri padri vi han lasciato.
Così come è impostato il mondo rurale,e non mi riferisco  solo al comparto vitivinicolo,ma a tutte le produzioni del mondo agricolo,per noi, artigiani agricoli, tra cinque anni se ci arriveremo,avremo il cervello “bollito”come quello dei reduci di guerra.
Voglio ringraziare,oltre al Gambero rosso, tutta,ripeto tutta,la stampa italiana,le organizzazioni del vino,gli enotecari, la ristorazione, i posti conviviali del cibo e del vino, il popolo di internet e tutti i bevitori che brindano alla vita.
Viva la vita, viva la vite.


Monleale, ottobre 2010

9 Commenti

  1. Be’ Walter lascia senza parole non solo quando bevi i suoi grandi vini, ma anche quando scrive!
    Auguri per il premio e soprattutto affinchè i sogni descritti si concretizzino!

  2. Certo, Walter è anche un grande comunicatore ;-)
    Complimenti, ciao Walter, l’avessi qui, stapperei un tuo Timorasso 1999 Magnum.

  3. Complimenti walter. . Anche il mio papà sarebbe fiero di te e vorrei credere che anche lui abbia contribuito credendo in te. .

    1. CARA LARA approfitto per scusarmi con tua madre e con te per la mia latitanza.
      vinitaly88 conosco Giovanni e trovo il primo agente in italia che crede nel mio territorio ed in me, cosi facendo mi ha trasmesso la forza per perseverare. e’ stato un grande critico, amico, giustamente gogliardico. tappa fondamentale per la mia formazione.
      Grazie Giovanni, grazie a tutti. usando il “metro” di Toto’ riassumo: ERA un UOMO. W

      1. così mi fai commuovere ….ti ringrazio tantissimo…spero di rivederti presto..e ti porto la mia bambina di 3 anni che è la copia del nonno…sempre allegra e sorridente alla vita…in bocca al lupo per titto Lara

  4. Conoscendo walter prima e leggendo adesso queste sue righe mi viene prima di tutto da mandargli un ringraziamento per l’amore e la forza che si sente traspirae da questa lettera, la determinazione che solo un uomo che lotta veramente per la sua terra ha.
    Chi lo conosce e lo frequenta a volte si perde nei suoi voli pindarici in cui è capace di portarti ma ti riporta sempre a terra,ti fa vedere il bello della sua/nostra terra ma anche i problemi e i momenti di difficolta’ che condivide con i suoi amici/colleghi.
    Tutti noi siamo amati e ci innamoriamo a volte piu’ delle persone che dei vini e mi augoro che sia sempre cosi’ perche’ come diceva baldo Cappellano non puoi dare punteggi ad un vino che e’ frutto dell’umana fatica e tutte le persone che vivono la terra che “soffrono” con la terra hanno diritto ad essere valorizzati perche’ e’ grazie a loro che noi godiamo di tutto quello che ci circonda.
    GRAZIE WALTER SONO FIERO DI CONOSCERTI.

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