“Wine is a contemporary story”: a Noto nasce il Manifesto per un nuovo modo di pensare il vino


tenuta buonivini

tenuta buonivini

di Ilaria Oliva

In una giornata quasi di inizio estate, i referenti delle aziende vinicole con i progetti artistici più corposi d’Italia (ai quali abbiamo già dedicato singoli approfondimenti) si sono dati appuntamento a Noto, nella tenuta Buonivini di Planeta, con l’intento di lavorare insieme su un progetto comune che riguardi un nuovo modo di pensare il vino.

Planeta e Frescobaldi

Planeta e Frescobaldi

Roberta Ceretto, presidente e responsabile della comunicazione dell’azienda di famiglia, Arturo Pallanti direttore operation di Castello di Ama, Tiziana Frescobaldi, ideatrice e direttrice del progetto “Artisti per Frescobaldi” e Alessio Planeta, amministratore delegato e responsabile tecnico delle Aziende Agricole Planeta, hanno condiviso le proprie esperienze nel talk “Contemporary Wineries”, moderato da Ottavia Casagrande: sono emersi spunti interessanti che vanno dalla valorizzazione e promozione del territorio attraverso l’arte contemporanea, come è successo a La Morra con la Cappella del Barolo rivisitata da Sol Lewitt e David Tremlett, alla riflessione sul ruolo dell’enologo e dell’artista in qualche modo entrambi interpreti del territorio all’interno dei progetti delle case vinicole; dalla consapevolezza che si ha sul processo creativo di uno o più artisti quando si seguono i progetti dall’interno, alla scoperta e a volte riscoperta e rigenerazione del territorio.

Ceretto, Pallanti e Perullo

Ceretto, Pallanti e Perullo

Il professor Nicola Perullo, rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha concluso la mattinata sottolineando la funzione del vino come “opera” comunicativa, frutto di dialogo tra chi produce e chi fruisce, promotrice di identità culturale e innovazione aziendale.

Pubblico presente al talk mattutino

Pubblico presente al talk mattutino

Talk pomeridiano

Talk pomeridiano

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con il talk “Contemporary wineries and more”, moderato da Giambattista Marchetto, nel quale si è parlato di evoluzione dei consumi nel mondo beverage con attori diversi, tra i quali i produttori Arianna Occhipinti, Cecilia Carbone per l’azienda agricola Serra Ferdinandea, Niklas Foradori Hofstätter, Diva Moretti Polegato per Villa Sandi, Cristina Busi Ferruzzi, Presidente di Sibeg-Coca Cola, stuzzicati dalle domande di Alessandro Regoli di Winenews, Andrea Farinetti, produttore, Mauro Mattei, specialista fine wines presso Ceretto, Pietro Russo, Master of Wine, Accursio Capraro, chef e titolare del ristorante Radici a Modica, e ancora Nicola Perullo.

Durante il talk

Durante il talk

Al termine della giornata è nato il Manifesto di Noto, documento programmatico che dà voce a una visione contemporanea del vino, capace di interpretare le sfide attuali e immaginare un futuro più consapevole per l’intero settore.

manifesto del vino contemporaneo

manifesto del vino contemporaneo

Il Manifesto è un atto di riflessione e di impegno, che riconosce il vino non solo come prodotto agricolo di eccellenza ma come espressione culturale, bene comune e strumento di relazione tra le persone. Al cuore di questo approccio c’è una nuova idea di contemporaneità: il vino di oggi è il risultato di un dialogo continuo tra passato e futuro, tra conoscenze tradizionali e innovazione tecnologica, tra cura della terra e rispetto dell’ambiente. Non è possibile, infatti, considerare la viticoltura solo come attività produttiva: è una pratica agricola che plasma i paesaggi, crea valore sociale ed economico, promuove la bellezza e contribuisce al benessere delle comunità di riferimento.

Lettura del Manifesto

Lettura del Manifesto

In un tempo in cui il mondo del vino è attraversato da cambiamenti profondi — economici, sociali, culturali e ambientali — il gruppo di lavoro ospite nella cantina Buonivini a Noto si è interrogato su come dovrebbe essere il vino contemporaneo: quale ruolo dovrebbe avere nella società? di quali valori si fa portatore? Avrà davanti a sé altri millenni di storia? Il Manifesto di Noto afferma il valore del vino come elemento centrale della nostra cultura, un linguaggio universale capace di unire le persone e definire identità di luoghi e paesi. In un momento in cui i modelli di consumo cambiano e la percezione del vino rischia di essere appiattita da logiche puramente commerciali o ideologiche, il documento vuole riportare l’attenzione sugli aspetti umani e culturali del vino, sulla sua capacità di raccontare territori, storie, visioni. La scelta di Noto come luogo di presentazione del Manifesto non è casuale: città simbolo della bellezza e della cultura siciliana, è il luogo ideale per sottolineare l’intreccio tra vino, territorio e identità nonché luogo d’elezione per la produzione del Nero D’avola.

Il vino è contemporaneo perché, come l’arte e la cultura, è un’espressione del tempo in cui vive, pur mantenendo un dialogo costante con il passato e proiettandosi nel futuro. Il vino attiva relazioni attorno alla tavola, all’interno della filiera, nel dialogo con i consumatori. Il vino è veicolo di cultura, arte, bellezza. Il vino, con il lavoro agricolo, è custode della natura e del paesaggio, contribuendo a sviluppare benessere economico e sociale nei territori. E, nel fare tutto ciò, assume ogni volta contenuti e forme diversi, perché ogni singolo produttore è unico, e ogni singolo vino è irripetibile” – ha commentato Alessio Planeta.

Il Manifesto rappresenta un invito a tutta la filiera — produttori, comunicatori, distributori, consumatori — a partecipare attivamente per creare una consapevolezza più ampia, inclusiva e responsabile del vino contemporaneo, senza temere le evoluzioni dei consumi e dei comportamenti ma sottolineando, invece, come il vino stesso possa accogliere i cambiamenti della società in virtù del suo essere sempre contemporaneo e, quindi, mai uguale a se stesso. Perché il vino non è solo un prodotto, ma un sistema complesso composto da risorse materiali e valori culturali che ha contribuito fortemente a definire la nostra identità.

Passeggiata

Passeggiata

“Ci auguriamo che il manifesto di Noto possa diventare uno spazio di discussione permanente, nel quale confrontarci in maniera aperta e sincera sul valore del vino per la nostra società e sulle difficoltà da affrontare tutti insieme. Il prossimo anno passeremo il testimone ad altri produttori per continuare questa riflessione condivisa a favore del vino, che siamo certi continuerà a essere un incredibile generatore di bellezza, piacere, economia, socialità, cultura” – ha concluso Alessio Planeta.

Nell’occasione è stato anche lanciato Costellazioni d’Arte – progetto che intreccia arte, paesaggio e identità dell’azienda Planeta, che si è arricchito quest’anno di una nuova opera di Vanessa Beecroft.

To be continued!

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