Garantito Igp. Vigna del Pino 2008 Falanghina Campi Flegrei doc


Raffaele Moccia (foto di Sara Marte)

“Il cibo ed il vino secondo Carlo Macchi, Luciano Pignataro e Franco Ziliani.
Ogni lunedì, i tre blog di Vino Igp
(I Giovani Promettenti) offrono ai loro lettori un post scritto a turno dai giornalisti
Carlo Macchi, Luciano Pignataro e Franco Ziliani”.

VITICOLTORE MOCCIA

Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Napoli si esprime al meglio nell’emergenza, nell’eccesso, nella straordinarietà. L’ordinario opprime l’animo partenopeo, la spinta a muoversi deve essere qualcosa di pratico, visibile, con cui fare i conti subito, adesso, in questo momento. Solo così scatta.
Così nella città capace di ispirare Rosi per la valanga di cemento piovuta a partire dagli anni ’50, ancora inarrestabile in periferia, vive una viticoltura straordinaria. Sì, avete capito bene,
dentro il perimetro urbano.

Il vigneto di Raffaele Moccia, foto di Sara Marte

Raffaele Moccia è contadino autentico di Agnano, la sabbia grigia nella quale sono piantate le sue viti è quella degli Astroni, uno dei cento vulcani di Campi Flegrei, divenuto oasi protetta del WWF e nel quale si conserva uno degli ultimi boschi preistorici europei.

Raffaele lavora piedirosso e falanghina, i due vitigni di quest’area sui quali è costruita la doc: bevibilità, freschezza, struttura contenuta. Tutte caratteristiche molto fuori moda negli anni ’90 ma che adesso stanno tornando prepotentemente alla ribalta.

La Falanghina Vigna del Pino ci ricoda sicuramente gli aspetti positivi dell’annata 2008 per i bianchi: frutto, equilibrio, decisa spinta acida. A questo aggiungiamo la sapidità straordinaria e il finale amaro tipico dei vini di aree vulcanico, toni particolarmente accentuati nell’areale vulcanico partenopeo in cui rientra, tanto per gradire, il vesuvio. A distanza di quasi due anni dalla vendemmia il frutto è un po’ evoluto ma ancora tanto fresco, note minerali si fondono a quelle della macchia mediterranea e di sototbosco. Una grande e marcata complessità olfattica per una Falanghina capace di regalare grandi emozioni.
Se una città è capace di esprimere un bicchiere così buon, vuol dire che non tutto è perduto.

Luciano Pignataro

Sede a Napoli, Contrada Astroni, 3. Tel. e fax 081.7628104. Sito: www.agnanum.it Email: [email protected]
Enologo: Maurizio De Simone Bottiglie prodotte: 15.000 Ettari: 3,5 di proprietà Vitigni: falanghina e piedirosso

Questo articolo esce contemporaneamente su :
vinoalvino.org
www.lucianopignataro.it
winesurf.it

4 Commenti

  1. Sono stato da Raffaele settimana scorsa, e spero non cambi mai, molti suoi colleghi i assai più blasonati, dovrebbero imparare da lui su come si accoglie un cliente; non smetteva più di farmi saggiare i suoi “figli” di varie annate, la visita in cantina, poi al vigneto…..Due ore e più di storie di vigna…. Per quanto riguarda i vini, devo dire che il piedirosso mostra dei muscoli davvero notevoli, un vino sincero, che racconta la terra….Un saluto Sara…..

    1. La riconoscenza a Raffaele, che con mille difficoltà, resiste nel progetto del “Mio Vino” ma è a Gianluca Tomaselli che va l’encomio per l’impegno sul campo e per la forza di tenere fede al credo dei vini di “Origine”
      Sono convinto che questa è l’unica via per reggere il confronto a tutto campo, nei sempre più soffocanti mercati, Raffaele tiene duro e avrà le sue sodisfazioni…….

      1. Caro maurizio troppo buono!…e Raffaele merita davvero grandi soddisfazioni, un ringraziamento a tutti e…Ad Maiora!

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