Il San Marzano incontra la bufala, Casa del Nonno 13 al Salone della Mozzarella di Paestum


Raffaele Vitale, il Testimonial del San Marzano a Paestum e nel mondo

Raffaele Vitale è il pomodoro San Marzano. Un professionista che ha deciso di ritornare alla terra, recuperare il salvabile e ci è riuscito, arrivando anche alla stella. Il lavoro da fare – dice Raffaele – al salone della Mozzarella di Paestum, è ancora tanto, manca il ricambio generazionale, i contadini dell’agro nocerino – sarnese e del nolano sono anziani e i figli non si avvicinano all’agricoltura, perché oggi il reddito agricolo artigianale rappresenta davvero una minima percentuale del Pil nazionale e ha vita sempre più difficile.

A Casa del Nonno 13 si fanno le cose semplici e anche buone, il che non sempre è scontato. Raffaele Vitale si propone come testimone di un prodotto e di una terra troppo spesso violentata, un territorio che ha subìto danni irreparabili, ma a Mercato Sanseverino (Sa) ci credono, Raffaele e i suoi sono a fianco dei contadini, vogliono far nascere Le Strade del Pomodoro, l’idea è geniale: recuperare i tanti casoni agricoli abbandonati e farne luoghi di ospitalità rurale dove degustare il San Marzano direttamente in campo. Vuoi mettere che sballo sensoriale sarebbe assaggiare il pane e pomodoro, gli spaghetti o l’insalata di pomodori con la mozzarella di bufala, tra i filari di San Marzano?

Il “boccacciello” di pane e pomodoro, estasi di profumi

A proposito di San Marzano ecco i tre fantastici assaggi:

Si parte con l’antica merenda dei contadini in campo, il pane cotto al pomodoro e messo in caldo per riprendersi dalla fatica della terra a ora di pranzo. I sapori del barattolo di vetro sono estasianti, riportano immediatamente la memoria olfattiva ( di chi ha ancora la fortuna di averla) all’infanzia, quando si bagnava il pane nel sugo di casa. Niente a che fare con la tecnica e l’avanguardia che – dice Vitale – apprezzo moltissimo, ma lascio a chi le sa fare, come Massimo Bottura che durante la sua perfomance ha inventato al volo un piatto con i regali ricevuti da Raffaele: pasta e pomodoro.

Pasta, il secondo assaggio è un must, un tris: calamarata, mezzo pacchero e pacchero con farcie di ricotta e basilico, ricotta, pane sgranato e colatura di alici di Cetara e provola e patate, una favolosa tavolozza di colori mangiata a Paestum all’ombra dei templi che riporta alla Terra.

il tris di calamarata, mezzo pacchero e pacchero: il paradisoSi chiude in dolcezza con il gelato al latte di bufala con marmellata di pomodoro sia da “smec 20 che cirio 3”, un piacevolissimo tricolore completato da una fresca fogliolina di menta.

il gelato al latte di bufala e confettura di San Marzano, il pomodoro dall’antipasto al dolce

Raffaele sorride timido, quasi stupito da tanta ammirazione, ci saluta portandosi a casa la gioia per aver trasmesso un grande messaggio: il prodotto è l’aria, è il sangue della cucina, se si tutelano i prodotti, siano essi tradizionali o, avanguardisti, la Terra è salva. La Terra… Raffaele ci invita sul campo a conoscere Ciccio, il contadino che produce per lui, Ciccio insieme  con la Terra è il vero protagonista della cucina di Casa del Nonno 13.

Giulia Cannada Bartoli

9 Commenti

  1. Questo giro ho potuto evitare di andare a mercato San Severino . Ho ritrovato qui la mia “mensa del sud”. Di quella pasta ne ho mangiati tre piatti:uno in cucina , uno al tavolo ed uno vagante che cercava padrone nelle mani di in cameriere . Libidine pura!!

  2. Non dimenticate i tantissimi contadini che gettano il sangue nelle campagne dell’agro nocerino per produrre san marzano.La loro è una silenziosa,quotidiana battaglia lontana dai riflettori e dalla celebrità.Ciccio quello che produce per raffaele è uno e chi si preoccupa degli altri?E comunque sul san Marzano ci sono troppe speculazioni sia da parte di alcuni pseudo produttori sia da chi cerca di lucrarci con iniziative ed associazioni i cui fini non sono certo quelli di tutela di chi produce nel campo.Sul valore del prodotto non si discute,su tutto il resto c’è da farci mattina…..

    1. Contursi: sembra sempre che tu abbia appena mangiato della cicoria amara , per non dir di peggio:-) Giulia ed io andremo da uno e magari anche da piu’. Dagli altri perche’ non ci vai tu, cosi’ ci dai una mano?

      1. No.Non sono stato invitato.Sono un semplice fiduciario slow food mica uno famoso :-)Comunque ti rispondo anche se non mi dai del coprofago :-),mi piace confrontarmi con chi ne sa quanto se non più di me avendo avuto la fortuna di girare per le migliori tavole d’Italia.Speriamo una volta di scambiare due chiacchiere de visu,magari se passi dalle mie parti fatti vivo ecco la mia mail: [email protected]
        Statt buon :-D

        1. invece di criticare o meglio inciuciare, sembri la Zita Contignosa o meglio ..il coro delle lavandaie. Sii coerente per il ruolo che ti hanno dato assumendo ritegno per la grande istituzione, quale SLOW FOOD. Cerca di combattere l’inquinamento che producono le fabbriche di pomodoro. A buon rendere.

        2. Jò mi hai scambiato per un carabiniere del NOE?sui complimenti tralascio.. :-D

  3. Raffaele , mio fratello, il…… San Marzano….. anche se non a tutti piace questa cosa ..sono Pasquale Torrente un ragazzo di paese proprietario del ristorante al Convento a Cetara
    un immensa gioia ha percorso il mio cuore nel vedere Rafilino ragazzo anche lui di paese che finalmente riesce a conorare il suo sogno , quello di riuscire a far conoscere su tutte le tavole gourmet il Pomodoro san marzano che sia smec 20 o cirio 3 semplici e riduttive sigle rispetto a quello che è sempre stato il sogno di noi ragazzi di paese con ii piedi e le radici ben ancorate nel territorio , non capisco le polemiche sui riflettori , su ciccio , 40 anni fa mio padre inizio la nostra attività recuperando un vecchio convento abbandonato il tutto a sue spese e raffaele 25 anni fa a terra santa fece lo stesso ,lui con il san marzano e noi con la colatura insieme agli altri amici ristoratori
    Certo oggi siamo uomini mediatici andiamo in tv in radio sui giornali ma tutto questo non fa altro che bene a tutta la filiera agroalimentare a, a chi appare ed a chi no, visto che con Rafilino abbiamo fatto migliaia di km solo per il gusto di promuovere il territorio
    e grazie rafilino dell’avere promosso anche la colatura
    ma abituati a vivere la solitudine dei numeri uno
    per il sig contursi se mi manda la mail le faccio capitare un invito per la festa a Vico

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