Supermercati. La contraddizione evidente tra la coda per il cibo e il distanziamento sociale


Coda per il cibo e il distanziamento sociale

Coda per il cibo e il distanziamento sociale

di Marco Galetti

Ci sarà una cura per la contraddizione evidente tra la coda per il cibo e il distanziamento sociale…

L’emergenza sanitaria e le conseguenti restrizioni in ambito di libertà personale che ci impongono la permanenza a casa, hanno inevitabilmente generato un aumento esponenziale dei consumi di generi alimentari.

Ulteriormente favorita dalla chiusura di bar, ristoranti, pizzerie, oltre a quella di quasi tutte le altre attività, la grande distribuzione, che tra l’altro ha anche quintuplicato le vendite on line, sorride mentre ci consegna prodotti e scontrini a piene mani.

Dopo aver ringraziato chi, quanto a sostentamento, mi consente di sopravvivere, rifornendo quotidianamente i propri punti vendita e i propri scaffali (quindi grazie a tutta la filiera dalla patata alla cassiera, che non è una battuta) non posso evitare alcune considerazioni venate di polemica.

Mi chiamo Pinco Pallino, sono un supermercato potente, sto diventando potentissimo, se prima fatturavo cifre incalcolabili, oggi sto fatturando cifre spudoratamente incalcolabili, praticamente guadagno così tanto che non so più dove mettere i soldi.

Ecco, appunto, andrebbero investiti, almeno una parte.

Come?

Ad esempio potenziando il deludente servizio on line, incrementando le fasce di consegna, assumendo nuove menti e nuove forze che lo renderebbero accessibile e fruibile a tutti.

Invece cosa sta succedendo, non funziona nulla, la tecnologia che dovrebbe salvarci è in tilt, i pochi fortunati che riescono a chiudere un ordine on line si vedranno recapitare dopo due settimane, se va bene, solo una parte della merce ordinata, per tutti gli altri, ci sono le code, altro che distanziamento sociale, le code determinate dalla maggior affluenza, dalla paura, ma anche e soprattutto da una incomprensibile riduzione di orario, quindi un maggior numero di persone in minor tempo, l’assurdo.

Mi chiamo Pinco Pallino,  sono un supermercato potente che sta diventando potentissimo ma ho ancora uno sguardo lento, provinciale.

Caro Pinco Pallino, tra uno scontrino e l’altro, mentre il mondo sta cambiando cerca di cambiare anche tu, magari in meglio, cercando di offrire il miglior servizio possibile, che ne dici di una bella apertura H24, renderesti un gran servizio sociale favorendo anche l’auspicato distanziamento.

Come dici?

Sarebbe un costo.

Ma che ti costa… e poi, come ho sempre detto, tutto torna, clienti compresi, medici, infermieri, forze dell’ordine, trasportatori, volontari… tutto torna non necessariamente in questa vita.

4 Commenti

  1. Assurdo tutto questo! Ci stanno mangiando l’anima mentre noi cerchiamo il cibo da loro…per non parlare delle pelose donazioni che hanno fatto a fronte di ricavi miliardari….Grazie Marco!

  2. Caro Marco due cose: 1) ” tutto torna non necessariamente in questa vita”….. se non sarà cosi…..qualcuno me ne renderà conto.
    2) c….o fai ancora a Nord, con tutti gli amici (e parenti acquisiti ) al sud?????????? da me al market non c’è nessuno, la roba
    costa meno, e ora che ho trovato un caseificio che mi porta fino a casa mozzarella e ricotta dall alta irpinia…..

  3. La provincia di Salerno grande per cuore e dimensioni favorisce il distanziamento sociale e l’avvicinamento spirituale, sapere di poter contare su tanti amici mi rinfranca, cammino per casa, ho scorte di pasta, olio, fagioli, cipolle e mele e anche se il vino sta finendo sono fiducioso, so che la volpe generosa non mi abbandonerà nel momento del bisogno…

    1. Marco hai ragione…ieri abbiamo fatto un ordine al sito che ci avevi indicato e arriverà una poggia di leccornie, Marco (nord) cerchiamo una casetta nel Cilento? A disposizione :-)
      ps: comunque ho grande nostalgia del nord e in quanto al mio essere mammone appunto della mamma e anche del papà chiusi al nord

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