Anziani e bambini: ad Eboli la magia dell’incontro con pane e marmellata


Bambini e anziani a merenda

di Carmen Autuori

Due mondi solo all’apparenza distanti quello degli anziani e dei bambini, ma che a ben riflettere sono accumunati da un unico bisogno: la cura che va oltre l’accudimento strettamente materiale.

Ecco allora che l’incontro tra nonni e bambini diventa prezioso per entrambe le generazioni, da un lato aiuta a contrastare il senso di solitudine molto spesso tra le prime cause di depressione dei primi, dall’altro favorisce un sano sviluppo nell’età evolutiva basato sul rispetto, sull’ascolto e, perché no, sull’amore incondizionato che gli anziani possono donare ai più piccoli insieme al loro bagaglio di esperienza e di sapienza acquisito nel corso della vita.

Tutto ciò ha ancora più valore quando si tratta di nonni ospiti di comunità alloggio e bambini che invece provengono da contesti sociali difficili.

Bambini e anziani, l’esterno della struttura

Bambini e anziani, da destra Francesco Cozzolino e Alessio Strianese

Partendo da questi presupposti la Spes Unica, presieduta da Francesco Cozzolino cooperativa sociale impegnata nel supporto di minori a rischio o che si trovano temporaneamente in situazioni di disagio socio familiare e di donne vittime di violenza e Althea, comunità alloggio per anziani, gestita da Alessio Strianese, entrambe nel comune di Eboli, hanno reso possibile un importante scambio intergenerazionale centrato sulle merende di una volta, ovvero pane e olio, pane e marmellata, pane e pomodoro e quelle più moderne (ma sane) come il ciambellone e la crostata realizzate in struttura, che hanno stupito non poco, ma piacevolmente i piccoli ospiti. Il tutto corredato da racconti ed aneddoti di un’epoca in cui anche solo il pane era un lusso.

Bambini e anziani, pane e marmellata

Bambini e anziani, la crostata

Bambini e anziani, il ciambellone

<<Questa è la terza giornata di incontri nell’ambito del progetto “Il Mondo intorno a te” – spiega Francesco Cozzolino -, il cui scopo è quello di favorire l’incontro dei nostri ospiti con realtà del territorio sia sociali che produttive, oltre che di conoscenza del patrimonio storico e naturalistico. La Spes Unica opera sul territorio ebolitano con sette strutture di accoglienza sia diurne che H24 e, inoltre, con la “Cooperativa Insieme” supporta il centro antiviolenza rivolto alle donne e agli uomini maltrattanti. Una realtà variegata e complessa che necessita ogni giorno di un’iniezione di fiducia nel futuro, che si alimenta anche con la memoria. E la figura del nonno ha un ruolo importantissimo per tutti i bambini, in particolare per i nostri piccoli ospiti che provengono da contesti familiari particolarmente difficili>>.

Come dicevamo la solitudine e il senso di inutilità sono le cause maggiori di depressione negli anziani. Proprio per arginare questa patologia, Alessio Strianese che, nonostante la giovane età ha una lunga esperienza nell’assistenza agli anziani, ha fortemente voluto ricreare un ambiente quanto più possibile familiare per i suoi ospiti, a partire dalla cucina in struttura che viene curata da sua madre Vita.

<< Per gli anziani oltre all’accudimento, è necessaria la cura. Sono concetti diversi in quanto il primo attiene ai bisogni prettamente materiali, il secondo invece si basa sulla sensibilità degli operatori che riesce ad intercettare i bisogni più intimi. Tra questi c’è la necessità di rendersi ancora utili ad uno scopo. Ecco perché lo scambio con le nuove generazioni riveste un’importanza fondamentale. La nostra struttura è immersa nel verde, con ampi spazi all’esterno quindi ben si presta ad incontri come questo che abbiamo organizzato per far conoscere merende antiche, un momento di condivisone della tavola e di esperienze di vita che ha emozionato un po’ tutti>>.

Così, ancora una volta il cibo è stato il mezzo per trasmettere il patrimonio culturale di tradizioni e di memoria promuovendo allo stesso tempo i processi di apprendimento.

<<Quando ero piccola a merenda mangiavamo pane e olio – racconta la maestra Teresa il tono autorevole e dolce, lo stesso di quando si rivolgeva alle sue scolaresche –. Era da poco finita la guerra ed Eboli era quasi rasa al suolo. L’olio era una cosa preziosissima, allora noi per usarne di meno, bagnavamo le fette di pane duro prima sotto l’acqua corrente e poi lo condivamo con un filo sottile di olio. Qualche volta mia mamma aggiungeva un cucchiaino di zucchero e noi ci sentivamo bambini davvero fortunati>>.

Bambini e anziani, pane e olio

<<La merenda che ricordo con più piacere è quella che mangiavamo in campagna durante la raccolta dei pomodori nella Piana – aggiunge il signor Vincenzo -, grandi fette di pane fatto in casa con il succo dei pomodori appena raccolti ed un po’ di sale>.

Mentre la signorina Franca era tra le fortunate perché proveniente da una famiglia benestante. Poteva permettersi pane e marmellata e pane, ricotta e cioccolato un vero lusso per l’epoca.

Bambini e anziani, pane, ricotta e cioccolato

Un mondo nuovo che ha stupito bambini abituati, come i loro coetanei, a merendine imbustate. Tante le domande, gli abbracci, i sorrisi, da cui i nonni hanno tratto la felicità della consapevolezza di essere ancora portatori di gioia.

Bambini e anziani, i doni per i nonni

Alessio e Francesco hanno promesso di ripetere l’incontro perché:

Se tu vieni, per esempio, tutti pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice” da Il Piccolo Principe, Antoine de Saint – Exupery

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