BEREBIANCO 2025, Terza edizione: La Consacrazione
di Antonio Di Spirito
Sabato 10 maggio, nelle bellissime sale del Westin Excelsior in via Vittorio Veneto, in Roma, si è tenuto, per il terzo anno consecutivo, l’evento BEREBIANCO, con risultati più che soddisfacenti.
So bene di essere la persona meno indicata a parlarne, avendo organizzato l’evento con Francesco D’Agostino, Direttore della rivista Cucina&Vini, e tutto il suo staff; però corre obbligo dare merito a quanti hanno contribuito al successo di questo evento e visibilità alle aziende che hanno partecipato con i loro vini; innanzitutto ai sommelier della FISAR, che a fine serata li ho visti veramente provati dalla fatica!
Cinquantatrè aziende ed un Consorzio per un totale di oltre 180 etichette ai banchi d’assaggio e cinque masterclass, tutto concentrato tra le 14:30 e le 22:30, per il piacere degli oltre mille visitatori fra appassionati, operatori e distributori.
L’evento è stato preceduto da un seminario dedicato alla falanghina del Sannio Consorzio Tutela Vini.
Scopo della manifestazione è quello di porre l’attenzione sulla capacità dei vini bianchi ad evolvere nel tempo come, e forse anche più, dei vini rossi. Vogliamo scoraggiare quella pratica di proporre e/o pretendere vini bianchi giovanissimi e d’annata; pratica che ha solo scopi commerciali e di opportunità.
Il “format” è molto semplice: ogni azienda può proporre in degustazione ai banchi d’assaggio etichette di annata in commercio, ma limitatamente ai vini bianchi.
Nelle masterclass, invece, vengono proposti, in degustazione tecnica, solo vini di vecchie annate.
Non c’è una conduzione tradizionale della masterclass: il produttore di ciascun vino, talvolta un suo stretto collaboratore, presentare l’azienda ed il vino.
Gli appassionati chi partecipano alle masterclass, possono farsi immediatamente un’idea di come il vino evolverà nel tempo, potendo confrontare l’annata in commercio, presente ai banchi d’assaggio, con una vecchia annata dello stesso vino!
La composizione delle masterclass è stato pensato in modo da bilanciare vini così diversi, sia per la provenienza, che per la vetustà.
Nel seminario dedicato alla Falanghina del Sannio è stata tracciata innanzitutto una ricostruzione delle origini del vitigno fino all’attuale successo sul mercato. Il Presidente del Consorzio, Libero Rillo, ha illustrato la storia del Consorzio ed il percorso intrapreso verso il raggiungimento della sospirata DOCG e del coinvolgimento dei Consorzi di Tutela degli altri prodotti tipici del Sannio per una comune azione verso la comunicazione dell’intero comparto agro-alimentare.
In degustazione ben 10 etichette di falanghina, tutte ottime, nelle varie sfumature territoriali e/o della sottozona di provenienza; alcune giovanissime, qualcuna già matura, ma tutte con buone prospettive di ulteriore evoluzione positiva:
Nifo Sarrapochiello – Alenta Falanghina del Sannio Doc 2022
Fontanavecchia – Libero Falanghina del Sannio Doc Vendemmia Tardiva 2020
Aia dei Colombi – Vigna Suprema Falanghina del Sannio Doc 2019
Terre Stregate – Cara Cara Falanghina del Sannio Igt 2019
Cantine Tora – Kissos Falanghina del Sannio Doc 2018
Castelle – Kydonia Falanghina del Sannio Doc 2018
Cav. Falluto – Narè Falanghina Del Sannio Doc 2018
Rossovermiglio – Falanghina del Sannio Doc 2018
Mustilli – Vigna Segreta Falanghina del Sannio Doc 2022
La Guardiense – I Mille Falanghina del Sannio Doc 2016
Nelle altre masterclass sono stati proposti vini di età variabile: dal 2022 al 2005. Solo su due vini era stato avanzato qualche dubbio di tenuta, ma la terza bottiglia ne ha riabilitato l’integrità. Dopo ogni esperienza con vecchie annate, mi convinco ogni volta di più che non esistono parole per descrivere le emozioni che ti regalano; e non sarebbe neanche giusto commentarle come se fosse un normale vino d’annata. Il confronto con le annate in commercio ci dà conto di come il tempo armonizza i sapori ed ammorbidisce l’eventuale esuberanza giovanile.
La prima masterclass propone un viaggio sotto l’arco alpino, toccando quasi tutte le regioni: una è stata sostituita dalla Campania, in particolare il Vesuvio; tutto all’insegna dell’armonia intorno ad un’acidità spiccata. Ecco le etichette in degustazione:
Casa Setaro – Contradae 61.37 Vesuvio Doc 2020 (Campania)
Livon – Braide Alte Venezia Giulia Igt 2019 (Friuli Venezia Giulia)
Le Crêtes – Neige d’Or Valle d’Aosta Doc 2018 (Val d’Aosta)
Parusso – Rovella Langhe Bianco Doc 2016 (Piemonte)
Roccolo Grassi – Broia Soave Doc 2014 (Veneto)
Abbazia Novacella – Alto Adige Valle Isarco Sylvaner Doc 2012 (Alto Adige)
La seconda masterclass fa un lunghissimo viaggio dal Friuli alla Sicilia, dove un Valdostano ha trovato dimora.
Cantine del Notaio – La Parcella Basilicata Bianco Igt 2021 (Basilicata)
Federico Curtaz – Kudos Etna Bianco Superiore Doc 2018 (Sicilia)
Colterenzio – Lafòa Alto Adige Sauvignon Doc 2016 (Alto Adige)
Primosic – Klin Collio Bianco 2015 (Friuli Venezia Giulia)
Antonelli San Marco – Trebium Trebbiano Spoletino Doc 2014 (Umbria)
Fontana Candida – Luna Mater Frascati Superiore Riserva Docg 2008 (Lazio)
Nella terza masterclass ci sono vini del centro Italia; due vini provengono dalle zone vitivinicole più antiche d’Italia: il Falerno ed il Cecubo.
Umani Ronchi – Plenio Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva 2016 (Marche)
Lungarotti – Vigna Il Pino Bianco di Torgiano Doc 2012 (Umbria)
Vini Alois – Caulino Campania Igt 2011 (Campania)
Monti Cecubi – Vinum Caecubum Lazio Igt 2008 (Lazio)
Villa Matilde – Vigna Caracci Falerno del Massico Dop 2008 (Campania)
Villa Bucci – Castelli Di Jesi Verdicchio Riserva Docg 2005 (Marche)
La quarta masterclass propone quattro vini del centro Italia e due del nord Italia, con invecchiamento abbastanza contenuto:
San Lorenzo – Il Pecorino Abruzzo Doc 2022-Abruzzo
Poggio Le Volpi – Barcaccia Lazio Bombino Igp 2022-Lazio
Citra Vini – Laus Vitae Trebbiano d’Abruzzo Doc 2021-Abruzzo
Cominium – Frusinate Maturano Igt 2019-Lazio
Zuani – Collio Bianco Riserva Doc 2017 (Friuli Venezia Giulia)
Tenuta Roveglia – Limne Lugana 2012 Doc (Lombardia)
Nell’ultima masterclass, con escursione dalla Sicilia al Piemonte, abbiamo “fatto i botti”: sei grandi vini, ma uno, di circa 20 anni, di cui 19 passati in bottiglia, ci ha ammutoliti, regalandoci emozioni inenarrabili.
Vietti – Derthona Boscogrosso Colli Tortonesi Timorasso Doc 2022 (Piemonte)
Cantina di Venosa – D’Avalos di Gesualdo Basilicata Greco Igp 2021 (Basilicata)
Franchetti/Passopisciaro – Contrada PC Terre Siciliane Igt 2021 (Sicilia)
Casale del Giglio – Radix Lazio Bellone Igp 2019 (Lazio)
Tenuta Tavignano – Misco Vintage Collection Castelli di Jesi Classico Riserva Docg 2017 (Marche)
Marramiero – Anima Trebbiano d’Abruzzo Doc 2005 (Abruzzo)
Qualche giro ai banchi d’assaggio sono riuscito a farlo nei ritagli di tempo ed ho potuto constatare lo stato di gran forma di alcuni campioni, molto pochi rispetto al totale, ma di più non avrei potuto!
CANTINE LUNAE – Etichetta Nera 2024 (LIGURIA)
CA’ DEL BOSCO – Corte Del Lupo Bianco 2021 (LOMBARDIA)
CEMBRA CANTINA DI MONTAGNA – Riesling Trentino Doc 2020 (TRENTINO)
CANTINA KALTERN – Quintessenz Pinot Bianco Doc 2022 (ALTO ADIGE)
LIS NERIS – Gris Pinot Grigio 2009 (FRIULI VENEZIA GIULIA)
TUNELLA – Biancosesto 2016 (FRIULI VENEZIA GIULIA)
PIEVALTA – San Paolo Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Docg Classico 2021 (MARCHE)
TENIMENTI LEONE – Caliga Lazio Bianco Igp 2024 (LAZIO)
TENUTA DI FIORANO – Fiorano Bianco 2021 (LAZIO)
ANTICA HIRPINIA – Fiano di Avellino Docg 2023 (CAMPANIA)
MARISA CUOMO – Furore Bianco Costa D’Amalfi Doc 2024 (CAMPANIA)
TORNATORE – Pietrarizzo Etna Bianco 2022 (SICILIA)
La considerazione finale dopo questo evento viene spontanea: chi continua a chiedere vini bianchi d’annata, non sa cosa si perde!