Bianca Trattoria a Roma: Davide del Duca anticipa il futuro
Bianca Trattoria a Roma
Circonvallazione Trionfale, 96
Telefono: 06 6922 9068
Aperto a pranzo e a cena
Martedi chiuso
Avete voglia di trattoria. Ecco un posto che fa assolutamente per voi. E’ pensata da un bravissimo chef, Davide del Duca, di cui abbiamo potuto apprezzare l’estro nella sua Osteria Fernanda. Ma non abbiate paura: è uno chef intelligente, un imprenditore che deve fare quadrare i conti e che dunque parte dai clienti e non dal proprio ego.
Qui mi sono ciaciato con un bucatino all’amatriciana, le coratelle di cui sono ghiotto e una cicoriella saltata in padella, con un po’ di peperoncino forte giusto per dare soddisfazione alle emorroidi. Un bicchiere di Lambrusco, et voilà, 50 euro a capa, nel centro di Roma.
Ormai in Italia crescono le trattorie non più basate su una gestione familiare, bensì fondate dai cuochi e i vantaggi si vedono, anche se magari c’è meno poesia da scrivere sulla signora Maria che ha allattato generazioni e generazioni di clienti come la Dea Madre. I vantaggi sono la pulizia nei piatti, una estetica del locale coerente con la proposta, un ragionamento sui vini (qua tutti naturali, per la gioia degli appassionati del genere), ma soprattutto una spettacolare ricerca dei produttori che rendono l’esperienza di prim’ordine e assolutamente valida.
Roma in questo momento, a mio modesto avviso, è la grande città più sensibile su questi temi grazie ad alcuni protagonisti che hanno imposto la direzione, cito Bonci per tutti: la campagna romana si sta rivelando una miniera d’oro di ortaggi e verdure di grande qualità da agricoltura pulita, le carni hanno ancora sapore, bella la spesa al mercato. Risultato finale: è gourmet una esperienza filologicamente corretta, non quella con proposte esotiche e famolo strano.
Altro vantaggio di questo genere di trattorie – che per attrarre gli ultimi gastrofighetti rimasti in circolazione dopo il crollo del fine dining, chiameremo bistrò – è un servizio competente, spesso appassionato e colto.
Da Bianca (leggiamo che questo bel nome è della figlia di Davide) si sta benissimo. Io purtroppo andavo di fretta, non ho potuto vuotare la bottiglia. Mi riprometto di tornare per provare l’agnello.
All’uscita un dubbio mi assale: dopo tanti congressi e dibattiti, forse è proprio questo il futuro della cucina italiana: trovare fuori quello che nelle case non si fa più. Ne sono certo, così sarà, almeno per un altro paio di generazioni.
Andate a provarlo e godetevelo.
Ps: Bonus? La ministra di arzilla!
Un commento
I commenti sono chiusi.
Ma tu vedi un po’ se devono venire dalla Salierno bella a dire ad un Cilentano in esilio a Roma da troppi anni dove portare gli ospiti praticamente sotto casa(7 m di auto circa 15 a piedi)!Stupidate a parte e non me ne vogliano gli altri quartieri di Roma tradizionalmente più blasonati come Trastevere ma Prati negli ultimi tempi è diventato un distretto gourmet veramente importante a cominciare dal mercato Trionfale dove(a proposito di verdure della campagna romana)si trovano non solo eccellenti prodotti di coltivatori diretti (non è raro incontrare chef di rango che vengono ad approvvigionarsi in prima persona)ma eccellenze gastronomiche un po’ da tutta Italia FRANCESCO