Cantina Valle Isarco e Riccardo Cotarella festeggiano 5 anni di collaborazione
di Marina Betto
Cantina Valle Isarco la più giovane tra le cantine cooperative dell’Alto Adige sono 5 anni che si avvale della consulenza di uno dei maggiori enologi nostrani Riccardo Cotarella. Per Cotarella è stata la prima volta in regione, lui che firma più di 100 consulenze tra l’Italia e l’estero, una sfida accettata nel 2020 a 72 anni motivato dal forte senso di appartenenza degli altoatesini e dai valori radicati nel territorio dove le realtà cooperative mantengono e portano avanti una viticoltura storica. L’obiettivo di Cotarella insieme a Armin Gratl direttore generale di Cantina Valle Isarco e Stefan Donà enologo resident è stato quello di non produrre vini beverini ma vini importanti che valorizzassero i vitigni tipici. L’Alto Adige inoltre ha rappresentato per Cotarella una sfida perché è una di quelle regioni che ha sofferto di più il cambiamento climatico ma sappiamo che questo aspetto di difficoltà ha sempre forgiato la genetica dei vitigni italiani che sono quasi tutti a maturazione tardiva, d’altronde in tutta Italia gli autoctoni si sono sempre dovuti adattare alle difficoltà climatiche. Cantina Valle Isarco è l’unica cantina che porta il nome di un territorio, le vigne terrazzate si estendono tra Bolzano e Bressanone, 950 mila bottiglie prodotte ogni anno che rappresentano 14 varietà dieci bianche e 4 rosse. 32 etichette di cui la selezione Aristos rappresenta l’eccellenza. I bianchi maggiormente rappresentativi e di tendenza oggi sono il Kerner e il Sylvaner. Diversi per tempra, il primo dirompente è un’esplosione di acidità intensa e tesa dove i profumi di erbe aromatiche sottolineano l’animo montano di questo vino, le vigne da cui nasce si estendono a quasi mille metri di altitudine, poi si avverte la frutta gialla, solare, come le pesche estive. In bocca rimane il sale e il grado alcolico che pure è elevato(14%vol) resta silente. L’annata 2023 mostra ora tutta la sua giovinezza ma il Kerner ha una capacità di invecchiamento lunghissima.
Il Sylvaner Valle Isarco 2023 ha un profilo diverso, più delicato, sussurrato, in cui la forza aromatica è domata. Matura 10 mesi sulle fecce fini in parte in acciaio e in parte in botti grandi (con interventi millimetrici come racconta Cotarella). Al naso si colgono i frutti croccanti della regione come le mele e sentori minerali. Pieno e con una acidità che si coglie soprattutto sul finale sviluppa gradatamente al gusto la sua aromaticità.
Sempre della linea Aristos il Pinot Noir 2022 nasce dove le viti spingono le loro radici nella roccia dolomitica. Fare un Pinot nero di montagna senza scimmiottare qualcun altro è sempre stato l’obiettivo primario, puntando su finezza, eleganza e gusto fruttato, dare lo stesso imprinting dei bianchi, inseguire non la struttura ma la delicatezza che è poi l’impronta del territorio.
Un vino complesso che snocciola frutti rossi, amarena e lampone poi le spezie dolci come la liquerizia e sbuffi fumé. I tannini sono sottili e vellutati.
La collaborazione con Valle Isarco entusiasma Riccardo Cotarella che dichiara di non aver mai trovato in nessuna realtà cooperativa una così bella sintonia tra i soci che spinge a fare sempre di più e meglio. I progetti messi in campo sono diversi a partire dal metodo classico 100% Sylvaner pas dosé Aristos Zero, la cuvée di punta Adamantis, blend di Sylvaner, Gruner Veltliner, Pinot Grigio e Kerner messo a punto per valorizzare le varietà che meglio rappresentano la viticoltura estrema in una delle zone come l’alto Adige più vocate alla produzione di vini bianchi. Il Kerner Granit 960 solo mille bottiglie per un vino che viene affinato in una inusuale tank 960 litri ricavata da un blocco unico di granito estratto dalle montagne della valle.
Cinque anni non sono tanti ma sufficienti a cambiar rotta ad una cantina cooperativa che fino ad allora non era certo tra quelle di punta di quel fantastico territorio.Fare ottimo vino in una società cooperativa come ama ripetere spesso il mio coetaneo DoctorWine(Daniele Cernilli)teoricamente è più facile per via della quantità e diversità di uve e terroir ma il difficile è dargli un’unità di intendi per le tante teste da mettere d’accordo.PS Riccardo Cotarella un miracolo in questo senso lo ha già realizzato nel beneventano con la Guardiense con cui collabora dal 2007 realtà che conosco in prima persona e che il prossimo sabato 8 marzo, festa della donna,spegneranno 65 candeline:da che era una società “sgarrupata”ne ha fatto un’eccellenza non solo regionale ma anche nazionale con progetti innovativi come la zonazione ormai imprescindibile quando si vogliono realizzare grandi vini.FRANCESCO