Addio a Oto Tortorella, il degustatore gentile che amava la sua Irpinia


Oto Tortorella con la moglie Maria Elena

Oto Tortorella è scomparso a soli 48 anni l’altro ieri stroncato da un malore improvviso. Voglio ricordarlo qui perchè è una delle tantissime persone perbene, semplici, innamorate del proprio territorio, che ho incontrato nel corso degli anni girando per il vino.
L’ho conosciuto grazie alle degustazioni di Slow Wine Campania-Basilicata-Calabria dieci anni fa. Era impegnato nella Condotta Slow della sua zona, Ariano Irpino, un paese di grande importanza commerciale popolato da spiriti liberi.

Lui era appunto uno spirito libero. Grande amante del territorio magico in cui aveva avuto la fortuna di nascere, sposarsi e avere due bambini. Faceva anche vino, poche bottiglie con Fortunato Sebastiano, l’amico di sempre.
Le solite merde umane iniziarono a sollevare una questione di conflitti di interesse sottobanco, io lo pregai di restare conoscendo la sua probità ma fu lui a dirmi: “Non voglio creare problemi nè a te e nè a Slow Wine”.
Uno stile pulito signorile, puro. D’altri tempi.
Ben diverso da chi è stato allontanato dal gruppo perchè lavorava con aziende e per aziende che poi doveva giudicare e che ancora blatera sui social di legalità e di energia.
Questa vicenda mi fece capire come il limite tra legalità e illegalità sia labile, si distingue proprio nei piccoli comportamenti e non nei grandi delitti.
A volte chi ha responsabilità lascia andare i comportamenti scorretti per quieto vivere, o perchè pensa che alla fine non sono fatti propri.
O per paura di finire nelle polemiche come è capitato a me.

Oto Tortorella tra le viti

Oto Tortorella tra le viti

Con i social ho imparato che questi comportamenti si pagano, si viene insultati, ti accusano di cose che essi stessi vorrebbero fare. Parlano ma non denunciano perchè finirebbero imputati per diffamazione e calunnia, e allora lasciano intendere senza fare nomi.
A volte per difendere la legalità, o un comportamento corretto, basterebbe semplicemente che ciascuno faccia la sua parte nel posto che occupa. Nè più, ne meno.
Tu che facevi lavori per aziende non potevi nè scriverne sul blog e nè stare in una commissione. La trasparenza è la prima cosa per chi ci legge perchè quello che non si fa non si sa.

Negli anni a seguire ho più volte rimpianto di non poter lavorare fianco a fianco con Oto in un gruppo di lavoro pulito e fatto da persone perbene e competenti. Ma ci siamo incrociati spesso perchè era un animatore instancabile.
Il tempo è stato galantuomo e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi.
Oto è stato in prima linea per le battaglie a difesa del suo territorio. Battaglie vere, non di copertura per coprire i propri affarucci.
E quegli insulti vengono cancellati e dimenticati da una messaggio come questo, ricevuto il 10 maggio 2020 alle 15,17 e che conserverò per sempre.

Caro Luciano, sono Oto Tortorella da Ariano. In questi mesi ti sto leggendo con rinnovato piacere. Hai dimostrato che fare il giornalista o il blogger non è la stessa cosa. Che il giornalista, oltre a riportare i fatti, deve fornire una chiave di lettura, indicare una strada, farsi portavoce della istanze vere e profonde che ha raccolto sul campo. Complimenti vivissimi da parte mia ed anche grazie per quello che hai fatto e farai per il nostro settore.

Ciao Oto, è stato bello fare un tratto di strada insieme, sono persone come te che ci danno la benzina ogni giorno

Oto Tortorella con Raffaele Boccella

A tua moglie, la collega Maria Elena Grassi, e ai tuoi figliuoli, un abbraccio da parte di tutti noi.

A seguire il ricordo di Gianna De Lucia

Ci sono notizie che giungono inattese e che lasciano il vuoto: Oto Tortorella è andato via prematuramente la notte del 18 maggio.

L’incredulità ha via via lasciato il posto ai ricordi e il vuoto pian piano è stato colmato dalla presenza.

Grabato e discreto, Oto è stato tra i promotori della Condotta Slow Food Irpinia e Taurasi, nonché collaboratore di diversi progetti editoriali di Slow Food.

Più volte ci siamo incontrati nei coordinamenti regionali e nei Congressi; occasioni di incontro ma anche di condivisione di valori nel senso della responsabilità comune. Il diritto di nutrirsi e la speranza di ciò che avremmo potuto concretamente realizzare per determinare il cambiamento erano il fulcro delle nostre riflessioni. La scoperta e il dialogo ci conducevano alla conoscenza delle tradizioni dei nostri territori, spingendoci alle connessioni nascoste tra cibo e gastronomia, da un lato, e agricoltura e impegno, dall’altro. Intorno al tavolo di un’Osteria, abbiamo immaginato una nuova rivoluzione a partire dal diritto al cibo e abbiamo tracciato le linee di un nuovo umanesimo fondato sulla felicità e sul diritto al piacere.

Nel 2014 entrò a far parte del Gruppo Comunicazione di Slow Food Campania e Basilicata da me guidato.

Ieri sera sono andata a cercare lo scambio di email tra noi due per ripercorrere i momenti salienti del nostro comune cammino; poche le parole ma sempre efficaci sia che si trattasse di sostenere una battaglia a difesa del territorio e dei produttori o di prendere decisioni circa una linea di pensiero da condividere. Il tono di quegli scambi restituisce la cifra di una vita.

In un momento in cui sembra difficile trovare riferimenti è di grande conforto pensare che una strada è già stata tracciata e in parte percorsa.

Tenere il passo su questo sentiero può rappresentare non solo una possibile via d’uscita di più è un’eredità di azioni, di pensiero cui tenere fede nel ricordo di chi ci ha lasciati.

Alla moglie, ai suoi bambini va il mio abbraccio e tutto il mio affetto.

4 Commenti

  1. Caro Luciano, grazie per questo ricordo del nostro Oto. Come immaginerai per noi tutti lui era ed è anche tanto altro, lascia un vuoto che in questo momento appare incolmabile. Le tue parole fanno bene però, tratteggiano alcune delle sue numerose qualità, aspetti del suo carattere, il suo attaccamento all’Irpinia e alle aree interne di questa Campania che spesso si cura della polpa e dimentica l’osso, come di frequente ci ripeteva. E’ di persone come lui che dovrebbe essere fatta l’ossatura di questo paese. Una persona del fare, piena di progetti realizzati, che proprio in questo periodo stava raccogliendo con noi amici i frutti degli anni di sforzi fatti per coronare il sogno di nuove vigne e nuovi vini nella sua amata Ariano. Con il suo sorriso in mente e ispirati dalla sua instancabile perseveranza continueremo quello che ha iniziato. Grazie ancora, un abbraccio grande.

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