Falerno, storica verticale di Masseria Felicia


Un amore di Parker, cinque annate in vetrina

L’Etichetta bronzo di Masseria Felicia ha fatto storia: Robert Parker lo provò e gli assegnò 95/100 consacrando uno stile oltre le righe e lanciando sia la giovane cantina della famiglia Brini che il loro enologo, Nicola Trabucco (www.trabucconicola.it). Questa storia è ripassata come un film in famiglia domenica sera a Carinola, il paese casertano dove è nata Matilde Serao, nel cuore dell’Ager Falernum, l’antica Bordeaux dei romani. L’affermazione di Masseria Felicia ruppe infatti la situazione di stallo in cui era fermo il prestigioso vino Falerno, la dicotomia varietale e aziendale tra Moio e Villa Matilde. Dopo sono arrivati altri produttori, ancora pochi, e la doc si è posizionata sulla fascia medio-alta perché sempre sostenuta da giudizi confortevoli della guide specializzate italiane e straniere anche se la crisi del mondo del vino ha evitato l’arrivo di prezzi impossibili.
A scorrere le etichette nella degustazione che ha aperto il Trabucco Day al quale l’enologo-agronomo di Santa Croce di Carinola domenica 13 maggio ha invitato tutte le aziende (tra cui anche Don Alfonso, questo pochi lo sanno) che segue nella sua doppia veste, c’erano alcuni giornalisti specializzati, Giampaolo Gravina, Rossano Ferrazzano, Ugo Baldassarre, Monica Piscitelli, il professore Mariano Nicotina e, quel che mi ha fatto molto piacere, anche i produttori Michele Moio, Antonella Amore, e Antonio Papa.
Le annate sono state provate coperte, discusse, e poi alla fine svestite. In linea generale il vino ha colpito per la sua linea assolutamente personale e caratterizzata, è un rosso che occupa il centro del palato e parla direttamente alla mente senza mezzi termini, impossibile da bere senza pensarci sopra, sempre ben presenta la nota di affumicato, una costante varietale attorno alla quale legno e frutta hanno poi costruito la loro trama. Nicola ci ha invitato a mettere un punteggio approssimativo da 1 a 5 ricordandoci come questi rossi entrino in commercio in genere dopo tre anni dalla vendemmia, ma potrebbero benissimo aspettare ancora. Ancora molto aggiungo io, perchè il Falerno della famiglia Brini potrà essere ragionevolmente bevuto solo dopo una decina di anni, non prima.

Annata 2003
Ultima in commercio, ha un naso intenso e persistente, coinvolgenti sentori di frutta ben ammagliati con il legno dosato, composto, grande e significativa freschezza, dagli spiccati tratti territoriali, i tannini sono ancora molto significativi e bisognosi di evoluzione in bottiglia. Voto 4

Annata 2002
Quella che a me è piaciuta di più per la spiccata eleganza, la giusta proporzione di residuo zuccherino, i profumi di frutta ben matura, molto composto al naso e in bocca ricco di carattere, freschezza, mineralità, sapidità. La trama della beva non è del tutto preannunciata dal naso, l’ingresso è immediato, prepotente, si occupa immediatamente tutto l’apparato gustativo, scorre con dinamicità sino in fondo lasciando un tono rinfrescante, colpo finale pulito alla fine. Voto 5

Annata 2001
Ha incontrato più difficoltà: naso intenso e persistente, un po’ legato, scorbutico, la sensazione di una potenza urlata ma alla fine non espressa sino in fondo perché le diverse componenti appaiono ancora slegate fra loro, come un muscolo non riscaldato nei primi metri di corsa. Ha necessità di ulteriore bottiglia e di lunga attesa. Voto 3

Annata 2000
La leggendaria di Parker, molto simile alla 2000 con una nota dolce in più e un filo di ricercata eleganza per certi versi un po’ ostentata, direi quasi voluta dalla mano del’enologo più che dalla naturale espressione del vino. Sicuramente molto buono, un colpo di reni superiore alla 2002, che però io ho preferito. Voto 4,5

Annata 1999
L’outsider, fatto direttamente da Alessandro Brini, senza lieviti aggiunti e particolari accorgimenti enologici. C’è sicuramente una punta di maggiore rusticità, ma anche il filo rosso che porta direttamente alle altre annate e che conferma il rispetto sostanziale di Nicola. Voto 3

In conclusione, un grande vino, un rosso che ha fatto storia, un’azienda commovente per l’unità familiare, la determinazione ad andare avanti, la serietà della conduzione in vigna e in cantina. Una verticale vera per persone vere.

Sede a Sessa Aurunca. Via ProvincialeAppia Carano. Località San Terenziano.Tel. e fax 081.7362201.www.masseriafelicia.it. Enologo: Nicola Trabucco. Ettari: 13 diproprietà e 2 in conduzione. Bottiglie prodotte: 20.000. Vitigni:aglianico, falanghina e moscato.