Fiano di Avellino 2010 docg Tenuta Sarno


Fiano di Avellino 2010 Maura Sarno Saint Auben Colin-Morey 2010

Uva: fiano di Avellino
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Non è certo campanilismo pensare che il Fiano di Avellino sia uno dei più grandi bianchi del mondo. L’elemento di forza è nella bottiglia, quello di debiolezza nel territorio, ma ormai mi sono convinto che non c’è nulla da fare: ciascuno lavora per conto proprio e non impegna altro tempo nell’associazionismo mentre il ceto politico, dopo aver riempito di metastasi post industriali il polmone verde della regione, continua a vessare chi produce con tasse, autovelox, ispezioni e tutto quello che può giustificare l’esistenza di un apparato burocratico parassitario che campa senza produrre. Ma torniamo alle cose belle, come passare una domenica sera nel nuovobistellato campano, Taverna Estia, a quindici minuti dalla stazione di Napoli e a dieci dall’aeroporto dove Mario Sposito ha costruito una carta sapiente e interessante. Si va in bianco, ovviamente e giochiamo con il 2010, un Saint Auben Colin-Morey, una solida bottiglia Aoc in cui le componenti del vino sono perfettamente fuse fra loro, erede di manualità e tradizione perfetta, come una pizza napoletana. Giochiamo allora sull’annata e Mario propone un Tenuta Sarno ed è come passare dal verde di città al verde di campagna: energia, mineralità, freschezza urlate senza mediazioni. Un vino che sembra uscito adesso dalla vasca d’acciaio tanto è fresco, agrumato, giovanile, senza un filo di stanchezza. Ancora una volta, insomma, la materia prima dell’Irpinia afferma una sua indiscussa superiorità ancestrale e siamo contenti che, nonostante qualche difficoltà imprevista, l’avventura di Maura Sarno stia continuando con determinazione. Siamo convinti di esser di fronte ad un Fiano immortale, capace di accontarci la sua storia per almeno un’altra venti di anni vista l’energia e la potenza. Lo abbiamo goduto un piatto sconvolgente, i taratufi e i tartufi coniugati da una salsa di panna acida. Il bianco borgognone ci stava per omeopativa, questa Fiano per contrasto: ha ben presto ripulito il palato dalla ricetta struttura e complessa.

Maura Sarno, foto gcb

Scheda del 17 marzo 2012. Il fiano è donna? Si,  in questo caso, ed è anche, chiaro, netto, nitido super riconoscibile rispetto ai territori di provenienza: i vigneti di Candida, ai piedi del Terminio,  ad oltre 600 mt. slm, di natura argilloso – calcarea, con una forte matrice vulcanica che caratterizza vino e vigneronne. Praticamente un cru, unica vigna, unico vino.

Per il 2010  si è tirato fino al più tardi possibile per la vendemmia: rese basse e terza settimana di ottobre, perfetta maturazione e stato sanitario delle uve di proprietà della Tenuta. Il colore è giallo paglierino carico con note che occhieggiano al dorato, ( il vino fa macerazione sulle fecce fini per sei mesi)  la consistenza in roteazione preannuncia una struttura solida (13% alcool);rispetto all’assaggio fatto lo scorso novembre, il vino si è ulteriormente evoluto nei profumi e nella struttura. Il naso è complesso ed elegante,  gli aromi floreali di qualche mese fa, vano ora verso l’agrumato, l’erbaceo e il minerale, grazie alla grintosa freschezza.

Il sorso è pieno, opulento, minerale e sapido al limite del salato con un’interminabile persistenza aromatica e lunghezza, si chiude ora con una netta e piacevole nota di nocciola tostata.

Il 2010 lo beviamo su piatti di aumentata struttura rispetto al momento di uscita: sartù di riso in bianco, fettuccelle rosè con crostacei, risotto ai funghi, scaloppe aromatizzate con lo stesso vino e formaggi semi stagionati; vista la struttura, anche senza abbinamento, a temperatura non molto bassa, godendosi i primi tepori di primavera, magari  dalle colline di Candida. Brava Maura, soprattutto perché ha il coraggio di non montarsi la testa, non allargarsi ad altre colture: fiano e solo fiano. Sarà interessante organizzare una bella verticale… (Giulia Cannada Bartoli)

Sede legale ad Avellino presso Villa Sarno, Contrada Serroni, 4. Tel e fax 0825.26161, 339.7265669. Enologo: Vincenzo Mercurio. Ettari: 11 di proprietà. Bottiglie prodotte: 4000. Vitigni: fiano di Avellino.

4 Commenti

  1. Amo molto la 2010, non soltanto perché è magica , ma anche perché mi ha aiutata da subito ad avere l’attenzione del mondo del vino. Da allora …riflettori puntati. Ho cercato con coraggio di non deludere le crescenti aspettative che andavano diffondendosi. Oggi registriamo prenotazioni da un anno all’altro con mia grande soddisfazione. Manca solo l’ultimo portoncino per l’inaugurazione della prima cantina nella città di Avellino a Villa Sarno.Caro Luciano …ti aspetto.

  2. Brava Maura,
    Bravo Vincenzo nell’interpretazione del territorio; ma a tutto ciò va aggiunta la magia dell’annata 2010 per questo magnifico vigneto che è quello irpino del Fiano. D’accordo con Luciano uno dei migliori bianchi al mondo, con la maggior espressione in irpinia forse proprio perchè un territorio lontano dalla globalizzazione colturale.

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