Flavio Briatore riparte dalla pizza a Roma, ma forse non è ben informato sullo stato dell’arte


 

Una pizza drammatica cotta in un forno a bassa temperatura. Per cuocerla è stata completamente disidratata e il pomodoro, si vede chiaramente, è asciugato perdendo la freschezza. Crazy Pizza, si

Crazy Pizza a Via Veneto. Così Flavio Briatore vuole rilanciare nientepopodimenoche….Roma! Lo annuncia in una intervista rilasciata a Marco Mensurati su Repubblica-Roma di oggi.
Sentite qua:

Perché non le piace che si dica che è una pizzeria?
“Vede, la pizza è uno street product, di solito te la portano su tavoli spogli o non apparecchiati, te la buttano là con un servizio approssimativo, roba che non ti invoglia a rimanere nel locale. Noi abbiamo pensato di fare una pizzeria chic, branché. Serviamo ottime pizze, in un posto elegante, con un servizio impeccabile. La pizza è un prodotto importante, ma è presentato in modo cheap, noi gli abbiamo creato intorno un enviroment diverso”

Nel mondo liquido dei social dove il sapere dura un giorno si è accentuato il fenomeno di coloro che improvvisamente appaiono sulla scena e dicono: adesso vi spiego io come si fa. Dalla critica gastronomica alla vaccinazione anti Covid è ormai praticamente tutto così. Briatore dovrebbe farsi spiegare da chi conosce il mondo pizza che ha già molta concorrenza ben consolidata, da Dry a Milano a Qvinto a Roma, ai fratelli Salvo e Vitagliano a Napoli, per non parlare di Martucci a Caserta o Padoan a San Bonifacio, giusto per citare le punte dell’iceberg di pizzerie moderne: sono anni ormai che la pizza non è più solo street food ma è anche cocktail, champagne, vino, birre artigianali, con personale di sala che ha fatto stage negli stellati, hotellerie curata, locali disegnati da architetti.

Ben venga allora anche Briatore in questo mondo, visto che ci sta investendo da un bel po’. Ma per stupire una città come Roma non servono il suo smisurato ego e il suo nome, basta semplicemente che la pizza sia buona.
E finora non pare che le cose stiano così, basta guardare questa immagine in cui il prodotto sembra la classica pizza da stazione ferroviaria di provincia.

La pizza Briatore a Portocervo

Da Cracco a Sting, abbiamo già esempi illustri di chi ha pensato di scrivere in un giorno trecento anni di storia approcciandosi a questo prodotto con  approssimazione o superbia. Senza andare alla retorica dickensiana dello stage nei vicoli di Napoli, basta un giro nelle pizzerie che abbiamo citato per capire a quale altezza è posizionata l’asticella all’inizio della gara.

5 Commenti

  1. L’effetto wow all’inizio ci sarà perché così va il mondo nel 2021.basta vedere le cose per il kebab di Gianluca Vacchi a Milano.poi se il prodotto è pessimo non ci andrà nessuno.

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