E ora tutti in piedi: Franco Pepe farà le pizze con Don Alfonso


Franco Pepe e Alfonso Iaccarino

Franco Pepe e Alfonso Iaccarino nell’aprile 2011 a Sant’Agata sui Due Golfi

Franco Pepe farà le pizze al San Barbato Resort di Lavello. L’invito è partito dallo stesso Alfonso Iaccarino che per primo nell’aprile 2011 aprì il suo forno a Sant’Agata sui Due Golfi a Franco Pepe su suggerimento di Stefano Bonilli e Maurizio Cortese. Fu un evento clamoroso perché mai un pizziaolo prima era mai entrato in uno stellato.
A Franco Pepe, che il 2 giugno sarà nominato Cavaliere della Repubblica, l’idea è piaciuta e in questi giorni è stata definita l’intesa con la proprietà anche se non c’è ancora l’ufficializzazione perché bisogna studiare tutti gli aspetti tecnici e dunque, prevedibilmente si partirà a settembre. Anche perché Pepe, che ha già l’esperienza dell’Albereta dove guarda per foto ad una ad una le pizze sfornate nella serata, è un pignolo nel lavoro e vuole, proprio come ha fatto Don Alfonso, replicare la qualità della sede principale.
Il San Barbato Resort dunque diventa il più importante polo gastronomico della Basilicata, vicino Andria, Barletta, Trani e Corato, inserendo nella sua offerta due numeri uno, il Don Alfonso e Franco Pepe che per due volte è arrivato primo a 50TopPizza.
Il segnale politico è molto bello dal nostro punto i vista: mentre tutti corrono a Milano, lui, come Simone Padoan, va controcorrente dando indicazioni precise su cosa davvero è importantesui tempi lunghi. Il meglio del Sud in vetrina al Sud.
La differenza tra una impresa commerciale e una commerciale-culturale è evidente. Una abbinata del genere sbancherebbe a Milano, ma la scelta di farla al Sud gli regala un tono più profondo, snob e radicale nello stesso tempo.
Bravi i nostri protagonisti e complimenti agli imprenditori per un progetto così ambizioso, talmente ambiziosa da guardare al risultato e non ai soldi.

Un commento

  1. Quello che abbiamo sempre chiamato modello Vannulo.Almeno le eccellenze che vengano ad assaggiarle da noi con conseguente valore aggiunto per il territorio.Riflessione questa che risale alla mia maturità gastronomica quando,purtroppo tanti anni fa ,comprai sul posto delle mortadelle(detti anche attributi di buoi) a Campotosto che portate a Roma avevano perso parte della loro bontà e sapore.FM

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