Garantito IGP. Arà, Sicilia-Firenze in montacarichi


Arà

di Stefano Tesi

Il locale è piccolo, non sono particolamente cordiali e nè troppo economici. Ma il gelato e la cassata sono fenomenali. E si trova a 100 mt dal David di Michelangelo

Tempo fa mi invitano informalmente all’inaugurazione di una “nuova gelateria siciliana a Firenze“.

Da un punto di vista commerciale il posto è buono, anzi ottimo. Perfino troppo, penso in modo un po’ malizioso: via degli Alfani, quasi all’angolo con via Ricasoli. Come dire a 100 metri dal museo dell’Accademia, quello con il David di Michelangelo. Fila di turisti accaldati e clientela assicurata.

Vado.

E scopro che l’inaugurazione non è tale. Nel senso che proprio non c’è: hanno già aperto da mesi, ci sono avventori che chiacchierano sui sei strapuntini dell’angusto locale, un largo corridoio con il bancone vetrato sulla destra che si addentra al pianterreno di un palazzo antico. Niente festoni e niente atmosfera allegra, tutto normale. Personale cortese ma non particolarmente sorridente. Arredo nuovo ma sobrio, nulla di scintillante.

Mi guardo intorno un po’ perplesso. L’insegna dice “Arà“. Chiedo che vuol dire. Senza troppo entusiasmo, mi spiegano che è un intercalare isolano. O un’abbreviazione di arancino? Di là dal cristallo occhieggiano in effetti vassoiate di arancini, le vasche dei gelati e, oltre, dolci, cannoli e cassate dall’aspetto, devo ammetterlo, molto tentatore. Dal montacarichi arrivano in continuazione cose nuove provenienti, suppongo, dal laboratorio soprastante.

Siccome i miei amici sono in ritardo, decido di ingannare l’attesa prendendo un gelato, così posso testare il prodotto. Prezzo: 3 euro, mica poco.

L’occhio mi cade sul gusto “vaniglia ai limoni di Sicilia“.

Chi ha provato (io no) dice che il primo flash di eroina è così violento che non si dimentica più. Beh, deve somigliare molto a quello che ho provato alla prima leccata data al cono: una bontà tale che lo stesso è sparito nelle mie fauci senza darmi il tempo e il modo di razionalizzare.
Vergognandomi un po’ di questa mia assai poco professionale voracità, ne ordino un secondo. Il quale però fa la fine del primo. Mi tocca così attaccare il terzo consecuticvo. Sul quale, finalmente, comincio a ragionare in termini critici.

Ora, chi mi conosce sa che per carattere e abitudine non sono nè incline ai superlativi, nè tendenzialmente benevolo nell’assaggiare o valutare le cose. Anzi.

Ma quel gelato, lo ripeto, era eccezionale.

Un gusto vibrante, naturalissimo, vivo. Una granulosità perfetta, determinata dalla giusta tritatura della buccia di un limone di qualità superiore. Cremosità e consistenza altrettanto perfetti. Sensazioni orolfattive avvolgenti, gusto di nessuna stucchevolezza.

Trattenendomi dalla quarta manche, sbircio allora nella sezione dolci e esamino più da vicino le cassate, decidendo di comprarne una per farne omaggio a un’ospite.

Ma è la mia giornata fortunata: rientrando a casa il pacco mi scivola di mano e il dolce precipita a terra, sfracellandosi dentro la scatola. Impossibile da regalare, ma tutto da assaggiare per capire se la cassata è all’altezza del gelato. Ci ho messo un dito dentro e non ho smesso finchè non è finita tutta. Ricotta ai massimi livelli. Gusto, profumo irresistibili.

Mi dicono che questo Arà sia già diventato un must della movida fiorentina.

Spero che non si sciupino col crescere della clientela e degli incassi, perchè io ci sono tornato varie volte e non sono ancora uscito deluso. Anche se non ho mai trovato il tempo di provare le specialità salate.

Arà
via degli Alfani, 127 rosso, Firenze
info@aràsicilia.it
tel. 328 6117029

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