Speciale 50 best Restaurant 2017 Girona, Catalogna. El Celler de Can Roca, una esperienza da vivere nel tristellato low cost


Da sinistra: Antonello Tumbiolo, Leo Ciomei, Aurelio Braschi e io

di Luciano Pignataro 

Tre stelle Michelin, quarto ristorante al mondo per la classifica San Pellegrino, Vizzari lo inserisce tra i classici contemporanei

di Giancarlo Maffi
Onore al merito di Leo Ciomei. Da molto insisteva per una visita a Girona Espana catalana. Facile segno del destino per la “colonna golosa toscana”: volo diretto PISA –GIRONA, 20 euro. È costato di più il parcheggio al Galileo Galilei per una notte.

Siamo talmente in orario,fra volo, affitto dell’auto e veloce passaggio in albergo, che ci presentiamo in largo anticipo dai FRATELLI ROCA, baciati da sole e temperatura di inizio estate! Veniamo lasciati al nostro destino nel salotto di casa, dove forse solo Tumbiolo trova parzialmente pace cerebrale nell’osservazione di una bellissima parete trasparente zeppa di  “toscani” considerevoli. Insomma anche un banale saluto se non proprio una Cava offerta sarebbe stata cosa carina.

La sala del locale

Anche il tavolo per noi scelto non appare buono, fra temperature sballate e sole a battere sul tavolo, oltre ad essere in una posizione non felicissima: stretto di Gibilterra da cui passeranno pietanze per il 50% dei tavoli e andirivieni della clientela per l’ingresso in sala e a/r dalle toilettes.

Ma resteranno quasi le sole cose non positive delle quasi sei ore passate al CELLER DE CAN ROCA. Certo non belle, infilate come filotti all’inizio dei giochi.


Oltre alla carta, tre sono i menu
MENU DEGUSTATION: 4 PIATTI + DUE DOLCI a 115 euros

MENU FESTIN: 10 PIATTI + DUE DOLCI a 145 euro

MENU CLASSIQUE, schifato da tutti per evidente limitatezza,  TRE PIATTI  + UN DESSERT, per   95 euro.

Non siamo certo venuti fin quaggiù per mangiare due piattini!

SI VA TUTTI PER  IL GRANDE MENU ,CON QUALCHE PICCOLA VARIANTE DOVUTA AD ALLERGIE, GUSTI PERSONALI E RITROSIE CIRCA L’USO, PER ME SCONSIDERATO, DI AGNELLI SACRIFICALI.

Il notaio Tumbiolo studia la carta

L’arrivo della carriola con due poderose carte dei vini ci lascia semplicemente basiti. Tutti ci perderemo qualche decina di minuti in quei libroni che sembrano usciti da qualche antica libreria di frati amanuensi . Ricupereremo  il duo Pignataro –Tumbiolo ben oltre la mezz’ora di consultazione, da dove usciranno scelte ben meditate, anche se il prezzo eccessivamente basso di un francese avrebbe dovuto mettere in allarme, evitando così al Maffi posizioni estremistiche  a piedi uniti, forse poco chic ma sicuramente necessarie a sopprimere  la bottiglia senza gravami sul conto.

Detto questo, inizia il carosello delle delizie giocose e talvolta anche buonissime e geniali .

Alberello a centro tavola: OLIVE NERE E VERDI CANDITE

Alberello di olive, un po’ di scena


BONBON BELLINI

Bonbon Bellini

FRITTO DI SPINE DI ACCIUGA

Fritto di spine di acciughe

CROCCANTE DI SESAMO NERO E CACAO

Croccante di sesamo nero e cacao


BONBON DI PICCIONE  E TRUITA DE MOIXERNONS

BRIOCHE DI TARTUFO

Solo esercizi alcune, genialità pazzesche altre, golosità stimolanti quasi tutte , per un ensemble comunque di altissimo livello. Per me grandioso il bonbon di piccione. Altri spero che vorranno commentare le  proprie sensazioni.

Il primo piatto recita: ESCALIVADA DI VERDURE A LA BRACE

Escalivada di verdure alla brace

Straordinaria esecuzione di concentrazione di sapori, effluvi immensi all’apertura del piatto, sensazioni palatali e stimolazioni salivali stupefacenti, in brodo leggermente affumicato. Una delle migliori esecuzioni del pasto. Attribuisco uno dei 19,5/20 del pranzo ,ben  4  secondo il mio modesto avviso. E’ una esecuzione di tale profondità che mi fa pensare di poter diventare vegetariano un giorno, a patto di trovare cuochi in grado di produrre tali  “sconcezze ” palatali.

FICHI CON FOIE GRAS

Fichi con foie gras

Qui il difficile è trovare un equilibrio fra le diverse dolcezze. L’estrema  ma apparente semplicità dell’esecuzione non fa trasparire la riuscita perfezione della raggiunta quadratura del cerchio. Anche qui per me massimo dei voti.

Un grande classico si rivela il PARMENTIER DI HOMARD CON LE TROMBETTE DEI MORTI

con bisque estremamente sapida.

Poi una discesa di toni con tre piatti dal mare

GAMBERO ALLA BRACE CON BRODO ACIDULO DI AGRUMI E OVULI

il meno scentrato;

LA TRIGLIA CON IL SUO FEGATO, ZEMINO DI PESCE, LARDO E GNOCCHI DI PATATA

per una materia atlantica non eccezionale di cui vi parlerà sicuramente meglio di me un compagno di viaggio
e

CALAMARI SU ROCCIA DI CIPOLLA

Dove ho già visto questa spugna nera ? Piatto ruffiano, ormai di gusto internazionale .

I tre piatti non superano mai i 16 /20 e si candidano a rotazione e secondo gusto personale come peggior piatto (si fa per dire )  del pasto .

Quindi pesce scarso, di gusto e qualità ? Niente affatto. Veniamo sorpresi da una eccitante sogliola, accompagnata da quattro salsine. Stupefacente proprio nella sua accezione di pura droga quella al bergamotto. Altro piatto da  maximo dei voti.

Sogliola

Elevatissimi tutti i piatti lato carne:

STEAK TARTARE, GELATO DI SENAPE E SPEZIE

Steak di tartare

Vi risparmio tutti gli accostamenti estremi e anche no. Semmai ne parliamo nei commenti. MONUMENTALE.

AGNELLO, PATATA DOLCE E MANDARINO

Notoriamente non fa per me. Lascio la parola a AURELIO BRASCHI, uno che se ne intende: “il miglior agnello della mia vita”

OCA ALLA ROYAL CON PESCHE

Oca alla royal

altro piatto da 19,5/20. Ho finito i superlativi

A QUESTO PUNTO DECIDO CHE VALE LA PENA DI AZZARDARE PICCOLE PORZIONI ANCHE DEGLI ALTRI DUE PIATTI DI CARNE PRESENTI IN CARTA LIBERA

E quindi andiamo anche per  :

MAIALINO DA LATTE IBERICO SIERRA MAYOR CONFIT CON  BARBABIETOLE

Il maialino

PICCIONE LEGGERMENTE AFFUMICATO CON ACCIUGHE , TARTUFO , MORE

Notevoli anch’essi , anche se meno stupefacenti degli altri .

Con Jordì Roca

Si passa quindi, satolli ma felici ai famosi dolci di Jordi Roca, il più giovane dei fratelli .si capisce ben presto che i tre le pensano insieme. Addirittura, forse, che Jordi anticipa gli altri. Ho come la sensazione che dovremmo approfondire un po’ i temi, in altre parole mangiarci tutta la carta dei dessert, per meglio comprenderne il senso. E forse anche, e qui è una mancanza nostra, chiedere di parlare con il piccolo Roca affinchè ci possa meglio far comprendere lafigo-logia delle sue dolcezze.

L’ottimo pane, buono in tutta Girona

Vi chiediamo scusa, cari lettori, ma per altri assaggi non ce l’abbiamo fatta, anche perché ormai si erano fatte le 18.30, mica paglia !

Intanto un piccolo sorbetto al limone tipicamente mediterraneo

Però  il SOUFFLE’ DI ROSE è sconvolgente, per un tavolo a cui le rose piacciono solo dal fioraio.

LA VANIGLIA, LIQUERIZIA, CARAMELLO E OLIVE NERE

Pur molto buona, mi ricorda da lontano certi campi che corrono in anche in via Stella a Modena, e fa già due volte in un pasto.

E ancora, dall’ album questo sigaro dolce che sa di sigaro con la granita


Saranno , corre questa battuta, i grandi congressi degli chef e le riunioni nella tundra lappone a creare tutte queste contaminazioni? Sono sicuro che se vado a Copenhagen trovo ancora qualcosa di questo pasto e di altri, in Italia.

Non è una critica . Da sempre l’uomo prende spunti dai propri simili. Ci mancherebbe. Mi farebbe molto sorridere che una patata diventi tartufo anche a Mosca, tanto per dire !

Questa la lista dei vini :

CHAMPAGNE PIERRE PETERS CUVEE’ SPECIAL 98

CHAMPAGNE POL ROGER CUVEE’ CHURCHILL 96

NELIN 08 D.O. QA PRIORAT

CHATEAU LAVILLE HAUT BRION 96 A.O.C. PESSAC-LEOGNAN

JORGE ORDONEZ N. 3 VINAS VIEJAS 05 MALAGA

La cantina, la sezione dello Champagne

CONSIDERAZIONI FINALI
Dovete festeggiare un evento,magari un anniversario con la vostra amata? Non siate sedentari nella vostra scelta. Una nota compagnia charter, che fra poco vi farà pagare anche l’aria sull’aereo ma che resta affidabile, parte da diverse città italiane con destinazione Girona. Prenotando per tempo un volo vi costerà una cifra ridicola, non superiore ad un aperitivo con batteri a quintali milanesi, per fare un esempio.

VOTO : 18,5/20

Se non l’avete capito tutta la colpa  è dei rougets ( cit. umbiolo, l’uomo che parla alle triglie )

Ps: sul prosieguo della serata preferisco stendere un pietosissimo velo. E, sia chiaro, il sesso non c’entra nulla

Conto finale: 240 euro + 10 di mancia a testa

El Celler de Can Roca
Can Sunyer, 48
Girona
Tel ( + 34 ) 972222157
Chiuso : Domenica e Lunedi e da metà Dicembre a dopo l’Epifania
Il sito internet dei Roca

13 Commenti

  1. 1. El Bonbòn de Pichòn con Bristol Cream suscita pensieri inconfessabili, ancorché inesplicabili
    2. Se non avete assaggiato dolci come si deve, ma solo un paio di pre dessert, siete andati per niente (o quasi)
    3. I prezzi sono decisamente aumentati (comunque si può ancora cenare con 150 eurozzi)
    4. Il voto (ebbene sì) va bene, anche se alla fine resta un che di inespresso che scivola sulla memoria senza mordere l’anima.

  2. Sul fatto che il sesso non c’entrasse nulla ne ero assolutissimamente convinto……..

    Ciao

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    .
    .
    p.s. prima o poi ci andrò……la lettura mi ha stuzzicato parecchio…mannaggia !

  3. Anche per noi dai Roca c’era stato qualche problema con la sistemazione e con la sala e persino in alcuni casi col servizio. Carta dei vini straordinaria a prezzi introvabili. Menu degustazione grande anche per noi con qualcosa in più dalla carta. Il punto debole nel nostro caso era stata la sogliola per la qualità molto problematica della materia prima. Ma grande ad esempio l’oca, la carta, e grandi i dessert. Diversi piatti non oltre i 16/20 e altri invece da 19/20. Molte oscillazioni. E l’impressione troppe volte di una certa standardizzazione sia pur di alta qualità. Giudizio complessivo 17.5/20. Per quella che è stata la mia esperienza, in Italia vari ristoranti migliori di questo. Prossima volta dai Roca da provare solo alla carta. Nei dessert, eccellente il “Cromatismo verde”, che ha ispirato molti. Peccato non ci fosse in carta l’ “Anarquia”, un dessert geniale, che ha ispirato alcuni, ma che nello stile ha ancora molte possibilità di sviluppo.

  4. Confermo i lusinghieri giudizi espressi da Giancarlo, ad eccezione che per triglie e calamari, notevolmente al di sotto degli altri piatti sia per esecuzione che per qualità della materia prima.
    Come se uscissero da un altro ristorante.

    1. Dalle cose che vedo è come essere in un altro mondo, chissà al palato!!! Ma mi fido di quello nobile del Notaio…e la Pezzogna, c’era? E se c’era, qui, non credo proprio ai miei livelli… ;-))

      1. E già … figuriamoci quando la presenterai compressa al bicchiere che per mangiarla bisognerà usare la cannuccia o lo scovolino (risata sarcastica).

  5. Giancarlo bella esperienza, ma non leggo l’entusiasmo di altre nostre uscite. Mi sbaglio?

  6. I piatti mi sono sembrati tutti tra il molto buono e l’ottimo; anche la famigerata trigliona con il suo fegato che i miei commensali non hanno apprezzato a me è piaciuta abbastanza. Certo è che, secondo il nostro modesto parere :-) , il pescato dei nostri ristoranti ha una marcia in più e/o forse lo utilizziamo pure meglio.. Peccato non aver approfittato di più dei famosi dolci di Jordi dopo che avevo sfranto i maroni a Maffi della loro bontà.

    Un plauso particolare al notaio Tumbiolo per la felice scelta del Pierre Peters “98, champagne che mi piacerebbe riassaggiare anche nella versione base (scusa GdF).

    Due parole sulla cena serale nella ridente cittadina catalana. Un noto blog gastronomico è uso mettere come simbolino d’eccellenza le tre cipolle per le trattorie/bistrot. Per il locale da noi visitato, grazie ai consigli di un noto blogger, noi abbiamo stabilito un nuovo termine di riferimento: le tre pernacchie !

  7. Complimenti per la foto iniziale, neanche la ONCE ci avrebbe pensato! :-)
    Grandi piatti vegetali, l’ttico forse vittima degli abbattitori, la carne così è sempre buona, i dessert di jordi i più “sensuali” mai provati, sollievo perchè pare si possa tuttora mangiare di buona sostanza.

    1. Lo steak era sopra le righe, te lo assicuro. Quanto alla triglia, concordo con Leo (anche sullochampagne, la migliore scelta delle cinque)
      Per il resto quoto Maffi.
      Complessivamente una bella esperienza, ma urge una riflessione su questa tipologia di ristoranti: la seconda, la terza, la quarta volta cosa succede?

  8. roca è un’ esperienza . nella vita è un ristorante che va provato ,assolutamente. poi dipende dalla pazzia di ognuno di noi. io rifarei il viaggio , anche subito, per l’escalivada di verdure. tre porzioni e poi tutti i dessert ,perchè scarpato POTREBBE avere ragione.

    facendo un paragone cafone e un po’ maschilista forse è come passare la notte con una bellissima donna. alla fine la soddisfazione è piu’ cerebrale che fisica. poi magari ti rituffi fra le braccia di una solo carina …. e ti trovi come se avessi goduto della lasagna o del risotto della vita ,satollo fino alla consunzione.

    fatti miei : mi devo vedere con cauzzi, settimana prossima. mi dice ” ci vediamo da bottura ” . sono sbottato : nooooo ,basta. non ne posso piu’ , ho risposto. anche il miglior ristorante ( e non solo ) ti stanca, dopo la ventesima visita in un anno. naturalmente con tutto il rispetto per maximo :-))

  9. Abbandono, una tantum, la battuta sagace, per fare i complimenti a Maffi per la bella recensione ed alla compagnia, nella quale si nota qualche assenza di rilievo, per la bella esperienza.

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