Hotel de Bonart, La Grande Bellezza di Raffaele Vecchione arriva a Napoli
La Grande Bellezza a Napoli, ultima tappa all’Hilton tra vini d’eccellenza e sguardi che restano
La terrazza del De Bonart, i colori del tramonto e la passione di Raffaele Vecchione: un racconto tra calici, visioni e radici profondamente italiane
di Tonia Credendino
La Grande Bellezza. Basta pronunciarlo, questo nome, per evocare immagini, riflessioni, cinema, memoria. Un’espressione che ha portato con sé il peso della nostalgia, dell’eccesso, ma anche della meraviglia autentica che ha abitato certi luoghi, certe persone, certi incontri. Non è un caso che Raffaele Vecchione – enologo, critico, viaggiatore del vino – lo abbia scelto per raccontare il suo progetto. Perché la bellezza, per essere grande, ha bisogno di essere condivisa, vissuta, compresa. E lui, con la sua passione, ne ha fatto una bandiera.
Napoli, scenario d’eccezione
Il 9 giugno 2025, La Grande Bellezza è arrivata a Napoli, ultima tappa di un tour che ha toccato New York, Zurigo, Amsterdam, Milano e Firenze. Per la prima volta ha scelto l’eleganza panoramica del De Bonart Naples – hotel Hilton affacciato sul golfo – trasformando la sua terrazza in un teatro del vino. Il tramonto, i profili del Vesuvio, le architetture sospese della città hanno contribuito a creare un’atmosfera irripetibile: raffinata, calorosa, viva.
La degustazione a banchi d’assaggio ha proposto le etichette di 24 aziende selezionate da WinesCritic.com, per un totale di circa 70 vini. Ogni banco, un incontro, ogni calice, una narrazione. Tra i produttori presenti, ho ritrovato con piacere Giovanni Piccirillo, amico di sempre, con la sua Prima Gioia e l’eleganza misurata dei suoi rossi.
Ho amato il Rosso di Montalcino del Castello di Bossi, diretto e sincero. Il Ginestreto di Fuligni, fine e sottile; il Solengo di Argiano, monumentale e profondo; la Donna di Valiano di Valiano, intensa e femminile. E poi il Gigino Grande 2018 di Barbanera: potente, quasi scultoreo.
La terrazza è stata una geografia di emozioni, un intreccio di accenti, esperienze, suggestioni. Ogni volto incrociato, ogni brindisi, ogni nota nel calice ha costruito un percorso che ha saputo di scambio autentico, di memoria in divenire.
Le due masterclass
All’interno, due masterclass hanno permesso di approfondire due territori iconici. La prima ha raccontato Fattoria Le Pupille nel tempo, con il produttore in sala: Saffredi e Poggio Valente in un viaggio emozionante tra potenza e grazia.
La seconda, dedicata al Chianti Classico Poggio a’ Frati Riserva di Rocca di Castagnoli, ha messo in dialogo annate diverse per cogliere la complessità speziata di un luogo che ha saputo restare sé stesso. Condotta da Raffaele Vecchione e Gabriele Pollio, ha offerto uno sguardo profondo e appassionato.
Una visione che unisce
Mentre l’evento è andato avanti, ho incontrato Raffaele, con lo sguardo sempre rivolto alla sala, continuava a osservare ogni dettaglio, ogni volto, ogni movimento, parlando con i produttori con una naturalezza nata dalla stima e dalla fiducia costruite nel tempo, senza formalismi, solo passione e rispetto reciproco. In quel momento ho compreso che La Grande Bellezza non è soltanto un nome evocativo, ma l’espressione di un modo autentico di vivere il vino e le relazioni.
Nel nostro dialogo, gli ho chiesto cosa significhi, oggi, essere un critico di vino. “Significa saper parlare a tutti, senza perdere il rigore”, mi ha risposto. “Essere autentici, coerenti, capaci di ascoltare prima ancora di giudicare.” In un’epoca in cui si legge poco e si scorre tanto, essere seguiti non significa solo essere competenti, significa essere autentici. Vecchione non è solo un enologo – con studi importanti, collaborazioni internazionali e migliaia di degustazioni all’attivo – ma è una persona che ha scelto di mettersi in gioco, creando un linguaggio proprio, accessibile, autorevole e insieme umano.
Con lui c’è Federica Ferone, compagnia di viaggio e moglie, che ha lasciato la professione di radiologa per affiancarlo in questo progetto. Il vino, per loro, è una strada a due corsie: lo raccontano, lo vivono, lo promuovono, ma soprattutto lo rispettano. Insieme hanno fondato WinesCritic.com, un format innovativo ma radicato nell’eleganza e nella serietà che il mondo del vino richiede, costruito passo dopo passo con dedizione quotidiana.
Il brindisi finale
A chiusura dell’evento, Raffaele ha salutato tutti dalla terrazza, con parole semplici ma piene di gratitudine. Sono stati conferiti i premi previsti – Scatto Originale, Condivisione, Puntualità – e si è rinnovato l’invito ad assaggiare un soffice babà della pasticceria Royal, servito nella hall: una chiusura golosa e simbolica, perfettamente in sintonia con l’atmosfera della giornata.
Eventi come questi confermano il valore del racconto condiviso, la forza dell’incontro tra competenza e accoglienza. Offrono al pubblico non solo calici eccellenti, ma occasioni per capire, per ricordare, per costruire legami, e mentre lasciavo il De Bonart, ho ripensato all’equilibrio perfetto tra forma e sostanza, tra racconto e concretezza. La Grande Bellezza è questo: un progetto capace di unire luoghi, persone e pensieri, lasciando in ognuno qualcosa che resta.