Il Rogito rosato 2005 Basilicata igt


CANTINE DEL NOTAIO

Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Questo sito ha aderito all’appello lanciato da Aristide (www.aristide.biz) di proporre un rosato oggi, nell’ambito della sesta tappa dell’iniziativa <Il Vino dei blogger>. Potrei dire con un pizzico di iprocrisia buonista che non è stata una scelta facile vista tanta bontà in giro, che altri, tanti altri, avrebbero meritato la segnalazione. In realtà non ho mai avuto dubbi e anche i suggerimenti ricevuti dai lettori sono stati numerosi e convinti: il Rogito di Gerardo e Marcella Giuratrabocchetti infatti è assolutamente nuovo per il Sud nella sua concezione perchè nasce grazie a un progetto di vino rosato voluto da Luigi Moio quando ancora non era tornata la moda, per lo meno nell’ambito della fascia medio alta dei consumatori. Un altro elemento di coraggio enologico è costituito dal territorio in cui nasce il Rogito, cioé nel Vulture, una delle zone per antonomasia più rossiste d’Italia, direi monovitigna visto che sino al 2005 l’Aglianico era l’unica doc dell’intera regione Basilicata. Ed è l’imponenza del vitigno ad aver dettato le regole per un rosato nato concettualmente nel 2002 e che ha trovato conferma di pubblico nella caldissima estate 2003, quando apparve in tutta evidenza la difficoltà, l’impossibilità, di bere durante tutto l’anno i rossi concentrati e muscolosi realizzati in Italia nella seconda metà degli anni ’90. Un elevamento in barrique di terzo passaggio regala alla fragranza del vitigno la giusta profondità olfattiva, capace cioé di offrire uno spettro aromatico più complesso di quanto in genere non si registra per questa tipologia, un leggero speziato si aggiunge al floreale e ai sentori di ciliegia, ribes e lampone con intensità e grande persistenza, la promessa di quel che avverrà nel palato, dove il vino infatti entra baldanzoso, fresco, abbastanza morbido, bene in equilibrio tutte le componenti nonostante l’alcol sia oltre quota 14, a conferma che non siamo in presenza di un vinello. L’Aglianico, nella versione 2005 sicuramente molto elegante, conferma la mineralità del suolo vulcanico vulturino, la struttura del vino è comunque imponente nonostante la pressatura soffice delle uve. Il finale è lungo, pulito, asciutto, si riconosce il tipico colpo di frusta amarognolo del vitigno capace di lasciare la bocca assolutamente integra e pronta a ricominciare. La caratteristica del Rogito, infatti, è la sua bevibilità: il cambio di temperatura non è poi così decisivo come può esserlo per la maggior parte dei rosati, diciamo che ne trasforma la funzionalità in rapporto al cibo. Provato a 12-13 gradi si abbina bene a zuppe di legumi, ideale ad esempio sulla pasta e fagioli con cotica servita azzeccosa alla napoletana (la forchetta cioé deve restare dritta nel piatto) oppure su geniali creazioni di alta ristorazione come la crema di piselli con scampo e zenzero, una delle novità 2007 inventate da Don Alfonso. Un po’ più freddo può anche essere pensato per la cucina di mare, a patto però che si tratti di piatti ben strutturati con pesci grassi come la cernia e lo scorfano. A temperatura ambiente il Rogito si comporta da rosso leggero, migliora la sua bevibilità, la frutta occupa il campo dello speziato, lo beviamo sulle paste al sugo, i suplì e gli arancini, i timballi. Potrei dire che fresco sta bene nei grandi ristoranti, a temperatura ambiente in una tavolata casalinga se non addirittura in una scampagnata nel verde. Un rosato poliedrico insomma, allegro e al tempo stesso importante. Una delle più belle novità enologiche degli ultimi anni nel Mezzogiorno. Questo, caro Giampiero, è il rosato segnalato dal tuo amico Luciano.

Sede: via Roma, 159 in Rionero in Vulture. Tel.0972.717111. Sito: www.cantinedelnotaio.com , e-mail: [email protected]. Enologo: Luigi Moio. Ettari: 26 di proprietà. Bottiglie prodotte: 50.000. Vitigni: aglianico, moscato, malvasia