La Fortezza lancia due grandi supersanniti: Truman e Suaré


Enzo Rillo

Enzo Rillo

di Pasquale Carlo

Il ‘Vinitaly’ appena terminato ha regalato il primo assaggio dei vini della linea ‘Verso’, il nuovo progetto dell’azienda sannita ‘La Fortezza’.

Due fermi, il bianco ‘Suaré’ e il rosso ‘Truman’, e due bollicine metodo classico, il bianco ‘Tremién’ e il rosé ‘Ussié’.

Verso indica la consapevolezza dei traguardi raggiunti e la determinazione di andare avanti, oltre.  E indica anche i versi riportati sulle diverse etichette; versi che decantano il duro lavoro nelle vigne da cui nasce quella poesia chiamata vino.

Vini Fortezza

Vini Fortezza

I vini fermi, il bianco ‘Suaré’ e il rosso ‘Truman’, nascono come blend di territorio che vanno incontro le nuove tendenze del gusto. Un blend bianco e un blend rosso che hanno come filo conduttore l’importante contributo delle uve aglianico. Il ‘Suarè’ nasce, infatti, da un assemblaggio composto dal 40% di vino Aglianico (uve vinificate in bianco), 30% di vino Fiano e 30% di vino Greco. Le uve provengono tutte dalle vigne di proprietà, ereditate in quel di Torrecuso. Un insolito mix per un bianco che gioca tutto sull’eleganza, capace di trasmettere con immediatezza l’espressione territoriale torrecusana. ‘Truman’ osa ancora di più. La quota dell’Aglianico (sempre 40%) è frutto di uve che arrivano sempre dalle vigne di proprietà di Torrecuso; quella del Piedirosso (30%) è frutto di uve che provengono da terreni di recenti acquisto in territorio di Ponte; quella del Camaiola (30%) nasce da uve che giungono dalla campagna di San Lorenzello, nell’area del Titerno. Tre zone, tre microclimi e, soprattutto, tre suoli diversi, oltre ai diversi modi di coltivare. Questo  variare del suolo va dalle coltri detritiche eluvio-colluviali delle falde del monte Pentime alla piana ignimbritica laurentina, passando per le argillose colline di Ponte. Prima dell’assemblaggio, i vini Aglianico e Piedirosso subiscono un leggero passaggio in legno; quello Camaiola incontra solo l’acciaio.

Per quanto concerne i due spumanti, nel ‘Tremiém’ è sempre importante il contributo dell’Aglianico (40%, uve vinificate in bianco) a cui si unisce vino Fiano (40%) e Falanghina (20%); nell’etichetta ‘Ussiè’ la quota dell’Aglianico (questa volta rosato) sale al 60%, accompagnata da vino Fiano (40%). La loro forza principale è un’intrigante componente acida, che in questa fase appare ancora leggermente dura.

Del resto, finiti in bottiglia solo qualche mese addietro, questi vini riposeranno ancora un po’ prima di fare il loro ingresso sul mercato. Ingresso che è previsto agli inizi della prossima stagione autunnale, con l’azienda che sta lavorando ad una nuova anteprima per gli addetti ai lavori, da organizzare a Napoli nel prossimo mese di maggio.

Nel frattempo, in degustazione si sono mostrati quattro vino differenti. Ed era questo l’obiettivo del progetto: raccontare, in modo diverso, la grande unicità e l’eccellenza del territorio Sannio.

Con una precisa volontà. Perché è una vera sfida questa lanciata dall’azienda guidata da Enzo Rillo: fare dell’unicità e dell’eccellenza del territorio sannita la leva principale per iniettare fiducia all’intero comparto. Quella fiducia necessaria ad un migliore posizionamento sul mercato, la vera partita che il Sannio è chiamato ad affrontare nell’immediato futuro. Un migliore posizionamento non solo per fini economici, ma per ottenere quella gratificazione necessaria a garantire maggiore sicurezza e ulteriore crescita. Perché è solo in questo modo che si potrà produrre grandi vini con costanza. Il tutto centrando migliori risultati in termini di sostenibilità ambientale e, soprattutto, economico e sociale. Perché per salvaguardare l’ambiente a beneficio delle future generazioni è oggi indispensabile garantire un reddito equo e dignitoso a coloro che nel ‘Vigneto Sannio’ profondono lo sforzo maggiore: i viticoltori.

Un processo non facile, ma neanche impossibile. Un processo che richiede fiducia nei propri mezzi e grande amore per la terra in cui si vive. Quell’amore che riesce a trasformare ogni verso in poesia.